Quasi un anno fa, la ricerca si svolgeva in un bacino di alternative ben più ampio. Era pronto anche il titolo da kolossal, "Aurelio e i 40 allenatori". De Laurentiis, infatti, confessò di passare al vaglio un elenco così lungo di candidati, per trovare il successore più adatto di Luciano Spalletti. Una lista che si rendeva utile soltanto perché il preferito del presidente, Vincenzo Italiano, era di fatto ancora sotto contratto con la Fiorentina, un club amico e compagno di battaglie politiche. Una società verso cui non sarebbe stato proprio il caso di compiere un simile sgarbo. Quella decisione e le modalità con cui è stata presa hanno generato una serie di scelte che hanno compromesso l’annata. Da Rudi Garcia a Walter Mazzarri, fino ad arrivare all’attuale Francesco Calzona. Nell’analisi dei papabili va ricordato che il Napoli, a meno che non intervenga una risoluzione consensuale, continuerà a stipendiare Garcia anche per la prossima stagione.
Quindi, esistono in effetti figure a cui De Laurentiis affiderebbe volentieri la squadra ma che avrebbero costi ben più sostenuti. Un aspetto che in questo momento, specialmente se non dovessero arrivare gli introiti della Champions, li rende poco sostenibili. È il caso di Antonio Conte, sogno proibito da tempo per il presidente, attirato dal suo carisma anche se frenato dal forte atteggiamento decisionista sulle questioni di mercato. Si sa, comunque, che la dimensione onirica appartiene proprio a quanto di più distante ci sia dalla realtà. Considerare ogni scenario è fondamentale per non farsi cogliere impreparati. Quindi, il presidente sta valutando anche soluzioni differenti. Italiano resta sempre in cima alle preferenze, ma è un’ipotesi percorribile soltanto nel momento in cui fosse il tecnico a forzare la separazione dalla Fiorentina, per la questione dei rapporti precedentemente esposta. L’allenatore ha un accordo garantito fino al termine della stagione, con un’opzione in favore della società per prolungare di un altro anno. Molto, dunque, dipenderà dai traguardi che i viola saranno in grado di raggiungere tra campionato, Coppa Italia e Conference League i tre fronti in cui sono impegnati. Bisognerà attendere presumibilmente gli inizi di giugno.
L’attenzione di De Laurentiis è stata catturata anche da due profili emergenti, come Raffaele Palladino e Alberto Gilardino, autori di una salvezza più che serena. In particolare c’è una parte della dirigenza che spinge per la candidatura dell’allenatore del Monza, che peraltro è anche di origini napoletane e soprattutto sembra il più propenso dei due a cambiare aria. Il Genoa, di rimando, ha fretta di blindare Gilardino con un rinnovo contrattuale, così da respingere le avances di club più blasonati, attirati dall’ottimo lavoro svolto finora. L’allenatore, nonché commissario tecnico della Slovacchia, sarebbe la soluzione perfetta per De Laurentiis. È preparato, schiera gli effettivi col 4-3-3, ha lavorato con Sarri e Spalletti che sono stati i migliori artefici di un calcio offensivo e divertente che il Napoli abbia avuto in epoca recente. Ha un ingaggio contenuto, conosce bene l’ambiente. Con lui, è innegabile, la squadra ha aumentato sensibilmente la qualità della proposta di gioco e tuttora è imbattuta in campionato. Ma non basta per guadagnarsi la riconferma, che sarebbe invece quasi automatica se fosse centrato un piazzamento utile per la qualificazione alla prossima Champions League. Potrebbe essere il quarto o quinto posto, di fatto però il Napoli è padrone del proprio destino avendo ben tre scontri diretti contro rivali che lo precedono (Atalanta, Roma e Bologna) tutti in casa.
Fonte: Gazzetta.it