Quando nasci in una banlieue non ci sono vie di mezzo. O ne resti prigioniero oppure, da quella realtà così cruda, trai la forza per un riscatto a tutto tondo. La storia di Evan Ndicka parte da lì, da uno dei tanti sobborghi della sterminata periferia parigina.
Padre camerunese, madre ivoriana, ultimo di cinque fratelli, Evan cresce tra la dura vita di tutti i giorni e un sogno chiamato calcio. Il pallone è l’unico svago che lui e i suoi fratelli possono permettersi. Ma presto diventa occasione di riscatto. Succede quando lo nota un osservatore dell’Auxerre, che percorre in lungo e in largo i quartieri più difficili di Parigi alla ricerca di talenti. Pochi giorni dopo Ndicka, appena adolescente, si trasferisce nella Borgogna per giocarselo fino in fondo quel sogno di fare il calciatore. Passano i mesi e Ndicka cresce a ritmi impressionanti. Nel fisico, innanzitutto, ma anche e soprattutto nella tecnica. Gli allenatori delle giovanili se lo litigano. Alla fine a mettere tutti d’accordo arriva il tecnico della prima squadra, Cedric Daury, che lo porta con sé e lo fa debuttare a soli 17 anni. È l’inizio di un’ascesa che non conosce ostacoli. Ndicka, oltre ad essere forte tecnicamente e fisicamente, è soprattutto un ragazzo con la testa a posto. Gli allenatori delle nazionali giovanili francesi lo chiamano puntualmente, ma la sua storia con le selezioni transalpine si interromperà nel momento di passare nella nazionale maggiore.
La convocazione tarda e Ndicka non resiste al fascino delle sue origini africane. Sceglie così la Costa d’Avorio, il Paese della madre. Una decisione che si rivelerà lungimirante, visto che lo scorso febbraio il difensore della Roma vince da protagonista la Coppa d’Africa con "Les Elephant" ivoriani. Nel frattempo il ragazzo della banlieue di strada ne ha fatta tanta. Nel 2018 l’Auxerre, sia pur a malincuore, lo cede all’Eintracht Francoforte. È in Ligue 2 il club francese e sa che quel ragazzo merita palcoscenici più importanti (oltretutto dalla sua cessione ricava pure una discreta somma, 6 milioni di euro). In Bundesliga Ndicka cresce ancora e si impone all’attenzione del pubblico internazionale. Anche perché, nel 2022, vince con l’Eintracht l’Europa League. L’anno dopo gli scade il contratto e, da svincolato, sono in tanti a fargli la corte. La Roma è la più lesta e lo porta nella Capitale, dove ci mette poco a diventare un punto fermo prima di Mourinho e ora di De Rossi.
Fonte: Gazzetta.it