Il tempo è relativo e Francesco Camarda lo sa meglio di tutti: a 16 anni fa quello che gli altri fanno a 21. La sua prima da titolare in Serie A, davanti alla famiglia volata a Cagliari, conferma la teoria: un tempo che è volato, come se 45 minuti non fossero nulla, e 20 minuti dopo l’intervallo in cui tutto sembrava poter succede, un minuto dopo l’altro. E allora rivediamola questa sua partita, durata 67 minuti, con zoom sul secondo tempo. Il Milan ha segnato quando Camarda è uscito per Abraham ma Francesco ha fatto la sua partita. Ha lottato, ha messo in porta Chukwueze e dato una mano anche nella sua area. Un attaccante si valuta in area e allora eccole, le sue giocate chiave. Con una sorpresa: la più importante è arrivata nell’area di Maignan. Camarda ha avuto due occasioni per incidere in Cagliari-Milan.
La prima al minuto 2 del secondo tempo. Francesco attacca la profondità dietro a Palomino, chiama la palla e Pulisic gliela fa arrivare in area. Un attaccante egoista lì calcerebbe col sinistro, e vada come vada, invece Francesco non tira, aspetta un tempo di gioco e cerca Chukwueze a centro area. Non succede nulla perché Chuk manca la deviazione ma il movimento era giusto, la scelta anche e sul passaggio… niente da dire. La seconda occasione nove minuti dopo. Pulisic crossa da destra, Camarda si stacca dal marcatore e devia di testa. La palla cade lenta, Francesco è in controtempo e il tiro esce lento, centrale. Detto che, poco prima di uscire, Camarda non è arrivato su un cross basso del solito Pulisic, è il caso di raccontare l’ultima emozione del suo pomeriggio. Il Cagliari ha un angolo da destra e lo batte sul secondo palo, dove Piccoli ributta la palla in mezzo di testa. Maignan non interviene e Camarda, a centro area, allontana come si deve. Non un salvataggio sulla linea ma un intervento provvidenziale da… difensore centrale.
La partita non è stata semplice. Il livello della Serie A per lui è alto e Francesco ovviamente non è (ancora?) un 9 che può trascinare il Milan. Camarda però è rimasto nella partita e ha dato tutto, forse un po' emozionato. L’aspetto più particolare: Fonseca gli ha chiesto di muoversi alla Morata e Camarda, con il Milan in possesso, è andato molto incontro alla palla, lasciando spesso Rafa Leao come giocatore più avanzato. Certo, la tecnica e l’esperienza di Morata sono diverse, così i compagni lo hanno cercato meno e lui un paio di volte ha sbagliato il passaggio, ma l'applicazione c'è stata e si è vista. Camarda si è mosso molto, ha corso e rincorso, ha pressato parecchio e, quando è uscito, è stato applaudito. Giusto: Francesco deve crescere tanto ma è un giocatore e lo sanno tutti, anche il gol. Quei due si incontreranno presto, è solo questione di capire quando.
Fonte: Gazzetta.it