Non c'è crisi per il Psg. Nonostante l'addio di Mbappé, dopo quelli di Messi e Neymar. Nonostante il crollo dei diritti tv in Ligue 1. Nonostante uno stadio a regime massimo. Il club dell'emiro del Qatar conferma la crescita del giro d'affari, a 806 milioni di euro nel 2023-24 con l'obiettivo di migliorarlo ancora, mantenendo allo stesso tempo gli impegni nel sociale, venendo in aiuto agli studenti in difficoltà. Lo studio sui conti del Psg, realizzato dal Centro di Diritto e Economia dello Sport di Limoges, rivela come il fatturato arrivi per la stagione appena conclusa a quota 805,9 milioni di euro. Un balzo incredibile dai 95 milioni del 2012 quando la squadra fu acquisita dal fondo Qsi. Nello stesso periodo, nessun altro club è cresciuto su questi ritmi, come ha ricordato Victoriano Melero, neo direttore generale.
Degli 806 milioni, 178 provengono dai diritti televisivi, domestici e europei, 39 dal merchandising, 139 da altre fonti, 282 dagli sponsor, ossia un valore moltiplicato per 25,6 dagli albori dell'era Qatar, e ben 168,5 dagli incassi nei giorni di partita, un montante in crescita del 7% dal 2011. Ma il Parco dei Principi con 48mila posti non può fruttare di più: l'impatto nelle casse è negativo dell'1%. Da qui la battaglia per l'acquisto, come preambolo di un profondo restauro e miglioramento del potenziale commerciale, cui si oppone però il comune, proprietario dell'impianto. Il club dunque continua a studiare alternative per costruire uno stadio anche fuori da Parigi: "Ogni opzione è sul tavolo", sottolinea Melero. Per il secondo anno consecutivo in ogni caso il giro d'affari supera la soglia degli 800 milioni e il club punta a rimanerci con un +5% previsionale sulla stagione in corso. Se la valorizzazione globale del club si attesta a 3,9 miliardi di euro, il marchio Psg ormai vale 1,2 miliardi (+7% nell'ultimo anno).
Parallelamente, il club rimane un sostegno per l'economia locale, facendo lavorare direttamente 746 persone e in tutto 2379. Nei giorni delle partite, sono 3200 gli operatori diretti e dell'indotto coinvolti. La società inoltre versa allo Stato 371 milioni tra tasse, imposte e contributi: +61% rispetto al 2021. Dal 2011, lo sforzo fiscale si attesta a 2,9 miliardi. Il Psg rimane inoltre molto attivo nel sociale, anche con la sua Fondazione che interviene sia all'estero, come nel più grande campo profughi al mondo in Bangladesh, sia localmente. E da quest'anno il Psg allarga l'iniziativa della mensa popolare agli studenti in difficoltà che vivono sotto la soglia di povertà: ne accoglierà ben 2.500 il 16 novembre al Parco dei Principi. “E' il nostro modo per rispondere a una situazione preoccupante per il futuro del Paese”, ha concluso Fabien Allègre, a capo dello sviluppo del brand Psg.
Fonte: gazzetta.it