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Calcio

Non solo Conte e Gasp: Juve, per il futuro spunta pure Pioli

Fabiana Della Valle
Non solo Conte e Gasp: Juve, per il futuro spunta pure PioliN/A
Per adesso Thiago Motta resta al suo posto, ma non sono ammesse altre figuracce e persino la qualificazione in Champions potrebbe non bastare. Tre profili italiani per l'eventuale ribaltone

Dalla rivoluzione alla restaurazione il passo può essere breve. Il futuro prossimo di Thiago Motta non sembra in discussione, quello remoto invece è stato segnato dalle due figuracce rimediate contro Empoli (in Coppa Italia) e Atalanta (in campionato) nello spazio di dieci giorni. Il tecnico bianconero è passato dallo status di confermatissimo dalla società, indipendentemente dai risultati, a quello di “esonerabile” anche in caso di quarto posto — obiettivo imprescindibile del club per questioni di budget oltre che di prestigio — e a questo punto la Champions difficilmente basterà per salvare un progetto triennale che è naufragato nell’ultimo mese. Il feeling tra la dirigenza e il tecnico è ai minimi storici, la proprietà è arrabbiata, delusa e pure preoccupata di fallire l’Europa che conta, i tifosi sono furibondi e nello spogliatoio serpeggia malumore. Con queste premesse l’avventura bianconera di Motta pare destinata a interrompersi dopo una sola annata. Avanti con lui, anche per evitare di compromettere ulteriormente la situazione (e la corsa al quarto posto) per le prossime 10 giornate a meno di altri tracolli ma per il 2025-26 tira aria di cambiamento nel segno della juventinità: in pole ci sono gli ex (in varie forme) Antonio Conte, Gian Piero Gasperini e Stefano Pioli.  Dopo la sconfitta con l’Atalanta non ci sono stati confronti tra allenatore e giocatori né con la società. Motta parlerà ai suoi oggi, alla ripresa degli allenamenti, mentre ieri ha avuto un lungo colloquio con Cristiano Giuntoli. Tra l’allenatore e il d.t. che lo ha voluto alla Juventus il rapporto è franco e diretto ed entrambi sono consapevoli che così non si può andare avanti. Il club s’aspettava progressi più evidenti a questo punto della stagione e sperava che la crisi fosse alle spalle. Invece la squadra è ripiombata nel buio soccombendo alla Dea, ma a differenza dell’eliminazione contro l’Empoli sotto accusa più dell’atteggiamento ci sono l’impostazione tattica del match da parte del tecnico, le scelte (come quella di far partire Yildiz dall’inizio nonostante fosse reduce da un virus), la comunicazione e i rapporti con i giocatori. Giuntoli ha difeso il tecnico finché ha potuto, ma le figuracce sono mal tollerate alla Juventus e due di fila hanno lasciato il segno.  John Elkann è all’estero per impegni di lavoro e ha assistito al tracollo da lontano con grande disappunto. Cambiare la guida tecnica adesso non è un’opzione (anche perché non è facile trovare un allenatore libero che faccia il traghettatore) ma non si può escludere se ci saranno altri blackout (nel caso il candidato è Tudor, più difficile Mancini, in lizza anche per la prossima stagione). Se a Firenze non dovesse arrivare una reazione, la dirigenza sarebbe costretta a prendere una decisione drastica. Il quarto posto sarà dirimente: senza, Motta non avrà chance di conferma, ma anche con la Champions il suo destino rischia di essere già segnato. A salvarlo potrebbe essere solo un finale strepitoso, che riesca a dissipare tutti i dubbi sulla validità del nuovo ciclo. Il tecnico dovrà dimostrare di avere la squadra in mano, incidendo di più sulla testa, essere meno dogmatico tatticamente e più morbido nei rapporti. Senza una crescita tangibile non avrebbe senso tenere Thiago, visto che nei piani del club nella prossima stagione con 2-3 acquisti top si deve tornare a competere per lo scudetto. Lo stesso Motta senza fiducia potrebbe voler cambiare aria. La storia insegna che, quando il cambiamento non è stato sinonimo di miglioramento la Juventus è tornata all’antico, aggrappandosi al dna bianconero. Perciò si considerano profili che abbiano un pedigree juventino (anche per riportare entusiasmo nell’ambiente) e una massiccia dose d’esperienza. Dal sogno Conte, colui che ha iniziato lo straordinario ciclo dei 9 scudetti di fila, ora sulla panchina del Napoli, al torinese Gasperini, guarda caso gli unici due tecnici con cui Motta ha perso in campionato in questa stagione. Conte non ha mai nascosto il suo legame con la Juventus ma in questo momento il suo pensiero è fisso sullo scudetto, che si sta giocando con Inter e Atalanta. Gasp ha un contratto in scadenza nel 2026, ha già annunciato che non lo rinnoverà e difficilmente inizierà la prossima stagione ancora sulla panchina della Dea. Nella lista c’è anche Pioli, già sondato da Giuntoli la scorsa primavera quando doveva sostituire Allegri, attualmente in Arabia ma desideroso di ritornare in Italia. Conte ha vinto svariati scudetti (3 con la Juventus), Gasperini una Europa League e Pioli un tricolore da outsider con il Milan. Allenatori vincenti che potrebbero riaccendere gli animi della Signora. Motta intanto pensa al presente: a Firenze non si può più sbagliare, per il quarto posto e per l’onore.

Fonte: Gazzetta.it