La questione infortuni ostacola non poco la Juve da alcune settimane, ma non è l'unico problema che limita lo sviluppo del progetto in mano a Thiago Motta. Ci sono almeno altri tre nodi che andrebbero sciolti per un migliore funzionamento di alcuni meccanismi. Dal numero dei tiri in porta a una maggiore efficacia nella finalizzazione, fino ad arrivare evidentemente al coinvolgimento dell'acquisto più oneroso della scorsa estate che è stato Koopmeiners, ancora alla ricerca del suo primo gol con la maglia bianconera: la strada per il salto di qualità è ancora lunga, al netto delle assenze (causa infortunio) che riducono al momento le soluzioni. Il dato che sin dall'inizio della stagione non è parso all'altezza delle ambizioni di classifica della Juve in campionato è relativo ai tiri. La squadra di Motta, attualmente a quota 125, è al dodicesimo posto della classifica dei tiri, insieme alle squadre che lottano in zona salvezza. È altrettanto vero che il Napoli, in testa al campionato, di tiri fin qui ne ha fatti 126: riuscendone a trasformarne di più in gol.
Nel concreto, la Juve finora è giunta tendenzialmente poche volte alla conclusione e ha sbagliato abbastanza per evitare che questo dato diventasse negativo: bisognerebbe dunque migliorare su entrambe le fasi di questo score. La Juve sotto la gestione di Motta tiene tanto la palla. La manovra però non sempre ha il ritmo che richiede l'allenatore da inizio stagione e per questo diventa il più delle volte prevedibile. I bianconeri muovono spesso il pallone nella metà campo avversaria e sono cresciuti tanto nella fase di riaggressione, però finalizzano troppo poco e questo aspetto crea più vantaggio alle formazioni avversarie, specie quelle che provano a ripartire con l'intenzione di non scoprirsi. Non è un caso che la Juve finora abbia sempre faticato contro tutte le squadre che difendono con un blocco basso, non riuscendo a trovare soluzioni.
Nelle situazioni di estrema difficoltà la Juve dovrebbe potersi affidare ai propri fuoriclasse. Ma fin qui Koopmeiners non è riuscito a fare il salto di qualità, pur avendo fatto intravedere dei segnali di crescita. L'olandese parla e si muove già da leader in mezzo al campo e fuori, senza di lui la squadra aveva subito un improvviso calo e dal suo ritorno ha ritrovato equilibrio. Il giocatore però non ha ancora trovato il suo primo gol con la maglia bianconera (tante volte è stato poco fortunato) e più in generale appare ancora lontano dal suo massimo potenziale. Così, in assenza di Vlahovic, il digiuno dal gol di Koop è pesato di più.
Fonte: Gazzetta.it