Qualcuno - più di qualcuno - è volato con la memoria (e soprattutto con la nostalgia) a due campionati fa. Quella volta fu Tonali a sbancare nel finale l'Olimpico biancoceleste, tre punti che furono fondamentali per lo scudetto. Stavolta la posta è decisamente più bassa, ma il copione della partita simile. Il Milan conquista il prato della Lazio agli ultimi respiri di una partita zeppa di tensione e porta a casa un successo vitale per la difesa della zona Champions. Tonali non c'è più però c'è Noah Okafor, che decide nuovamente al tramonto del match esattamente come aveva fatto a Udine. Uomo dai gol pesanti, il nazionale svizzero. E non è facile garantirli se si vive un ruolo conclamato da riservista quando la stagione prima c'era quasi sempre una maglia da titolare pronta da vestire.
Per il momento allora va bene così e d'altra parte è lui stesso a essere ben consapevole della situazione: "Io e Rafa abbiamo caratteri simili - aveva detto nei giorni scorsi a Transfermarkt -. Condividiamo le stesse idee, in campo e fuori. Amiamo scherzare e siamo giocatori vicini per caratteristiche. La concorrenza con Leao non mi crea preoccupazione. Ero consapevole che non sarei stato una prima scelta e che avrei dovuto pazientare per avere la mia occasione. Io devo farmi trovare pronto, meritarmi il posto e diventare un titolare. Pioli mi parla spesso, conosce le mie qualità e le tiene in considerazione. Verrà il mio giorno".
Beh, la prossima volta peraltro arriverà presto: contro l'Empoli, domenica 10 marzo, Leao sarà squalificato e là davanti, sulla corsia sinistra, per fare gol Noah avrà a disposizione ben più dei soliti minuti finali. "Sono molto contento di aver segnato e soprattutto di aver dato il mio contributo per i tre punti. Partita difficile, ma l'abbiamo vinta - ha raccontato lo svizzero nel dopogara -. Se ora inizia un nuovo campionato per me? Spero di sì, lavoro tutti i giorni per essere a disposizione e per far gol". È il gol numero cinque per Noah, e attenzione al primo dato che balza agli occhi osservando il suo rendimento stagionale: Cagliari, Lazio, Monza, Udinese, ancora Lazio. Cinque partite con un denominatore comune: sono tutte vittorie. Un piccolo talismano. Okafor ha la sventura di essere l'alter ego della stella rossonera. Non è facile ritagliarsi minuti, e riuscirci pure segnando, quando si ha davanti Leao.
In realtà Pioli a inizio stagione aveva cercato di ritagliargli un vestito da centravanti d'emergenza, quando Jovic non era minimamente presentabile e sarebbe servita una controfigura a Giroud. Non ha funzionato granché e poi Jovic ha iniziato a ingranare, col risultato che Noah si è ritrovato in campo solo in base alle condizioni fisiche di Leao e alle esigenze nell'ultimo spicchio delle partite. E infatti un altro dato recita che nessuno ha segnato più gol partendo dalla panchina in questo campionato: quattro, come Lautaro ma soprattutto come Jovic (i rossoneri sono l'unica squadra nei cinque campionati europei top con due giocatori in questa particolare classifica. A proposito di statistiche: tra i giocatori che hanno segnato almeno cinque gol in questo campionato, lui è quello che ha disputato meno minuti (509).