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Olivier Giroud, molto più che un vice-Ibra

Olivier Giroud, molto più che un vice-IbraGetty Images
L’attaccante francese ha impressionato tutti nelle amichevoli estive. Per farlo rendere al meglio, Pioli ha anche cambiato modulo: il Milan riparte da lui, la nuova spalla di Ibrahimovic.

34 anni, campione del mondo con la Nazionale nel 2018, fresco campione d’Europa col Chelsea, con cui aveva già vinto una Europa League nel 2019. Olivier Giroud è un ragazzo tosto, un vincente per carattere ed è approdato al Milan per affrontare l’ultima grande sfida della carriera: imporsi anche in Italia. Maldini e Massara non ci hanno messo molto a convincerlo: “Vuoi essere la spalla di Ibra?”. Un “Sì” immediato, cercando nuovi stimoli accanto a uno dei giocatori che ammira di più.

Nel misunderstanding generale l'attaccante francese è arrivato in rossonero per fare da vice a Zlatan Ibrahimovic, nel suo pensiero c’è invece solo la voglia di mettersi in mostra accanto allo svedese. Una coppia esperta, matura, ma dall’alto tasso tecnico e di personalità. Due centravanti in grado di mettere in difficoltà qualunque difesa, in terra italiana e anche all'estero.

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Giroud, medie-gol da campione

I numeri non spiegano tutto, ma aiutano a capire. E quelli di Olivier Giroud sono eccezionali: con 46 reti è il 2° miglior marcatore nella storia della Francia, dietro solo a Thierry Henry (51 gol) e con 110 gare giocate è il 5° giocatore con più presenze nella storia della nazionale francese.

Nell’Europa League 2018/19 ha messo a referto 11 reti, record per un giocatore francese in una singola stagione tra Champions League/Coppa dei Campioni e Europa League/Coppa UEFA. Giroud, inoltre, è il giocatore più “anziano” ad aver segnato almeno tre gol in un match di Champions League: quattro reti in Siviglia-Chelsea (2/12/2020) a 34 anni e 63 giorni. La porta nel mirino, il gol nel dna, l’abitudine ad essere determinante.

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Pioli studia un 4-4-2: Olivier con Ibra

Stefano Pioli conosce bene le caratteristiche di Giroud e ha già capito come utilizzarlo. Lo si è già intuito nelle amichevoli pre-campionato e in particolare nell’ultimo match contro il Panathinaikos. Per lui due reti grazie a traversoni tesi dalle corsie laterali, ideali per esaltare le sue doti aeree e di tempismo all’interno dell’area di rigore. Vicino a lui Ante Rebic, nel ruolo di Ibra, a girargli attorno per non dare punti di riferimento.

Il Milan sta provando a virare su un nuovo 4-4-2, più ordinato e forse meno spumeggiante rispetto al 4-2-3-1 dove si destreggiava egregiamente Calhanoglu. Ma più efficace. Giroud con i cross dalle fasce va a nozze e ha sempre dimostrato di non essere facile da marcare in quelle situazioni di gioco, quando il difensore deve prendere il tempo nell’uno contro uno. Con due come Olivier e Zlatan ad occupare l’area, ogni tracciante dall’esterno può trasformarsi in serio pericolo per gli avversari.

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Contro la maledizione del 9

Olivier si è preso la maglia numero 9, in barba alla maledizione che ha flagellato ogni centravanti rossonero nell’era post Inzaghi. Si sente pronto e sicuro, lucido e in forma. Da signore dell’attacco qual è sempre stato, meno banale di una semplice alternativa, la vera arma in più della nuova stagione del Milan.