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Calcio

Orsolini da record: il Bologna vola e lui si prende Champions e Italia

Matteo Dalla Vite
Orsolini da record: il Bologna vola e lui si prende Champions e ItaliaN/A
Dal 2014-2015, mai successo che ci fosse solo una punta made in Italy in doppia cifra dopo 30 gare. Tra gli italiani al top in Europa
Qui, guardando i colli bolognesi, il titolo sarebbe molto territoriale: “50 Special”. Oppure “Cinquanta sfumature” (calcistiche) di Orso, perché sono tante le reti in Serie A su 201 partite, quindi una rete ogni quattro gare. O ancora “Orsonaldo”, il soprannome che gli diedero i compagni ad Ascoli all’ennesima punizione tirata da Gran Signore fra gara e allenamenti. Questa volta l’ala di Motta l’ha fatta più grossa avviando la vittoria sulla Salernitana: ha dipinto, un quadro impressionista e anche un po’ impressionante per misura, esecuzione, costruzione e perfezione applicata al calcio. Partenza da destra, ingresso nel cuore del campo col piede forte, Pellegrino di marmo, botta dall’altra parte: un colpo secco.  Tela  Riccardo Orsolini, in tutto questo, ha vissuto la settimana perfetta: il ritorno in Nazionale con l’assist tagliente per Barella contro l’Ecuador e il… ritorno alla titolarità contro la Salernitana con rete che è... orso su tela per il decimo sigillo personale di questa stagione. E lo ha fatto col piede forte, quello buono, il sinistro, “arma” che gli ha permesso di segnare 9 reti più uno piazzato col piede destro (il 2-0 al Lecce alla ventiquattresima giornata). Orso è un Tiro Mancino e un sorriso sempre aperto: quando non gioca, mormora, borbotta, frigge, tiene la faccia tirata scuotendo la testa; quando in campo dal 1’ c’è, praticamente segna o fa segnare. Motta gli ha insegnato che una gara la si cambia anche da subentrante: anche Sinisa c’aveva provato e i due ne avevano discusso, volendosi soprattutto bene; oggi Orso è cambiato e maturato pure in questo: se non parte titolare gli rode, ma (un po’) meno di prima. A volte ha sfiorato l’addio, ma "a Bologna mi sono sempre trovato bene e sono sempre voluto rimanere. Questa è casa mia". Oggi Riccardo Orsolini è una delle ali più prolifiche del nostro campionato e a quota dieci gol stagionali in due stagioni di fila (l’anno scorso ne fece 11) ha emulato due Mostri Sacri del Bologna, Beppe Signori e Marco Di Vaio. E’ infatti lui il terzo giocatore italiano del club rossoblù a riuscire a segnare dieci o più gol in due campionati distinti. Il fatto che Orsolini non sia un centravanti - un cosiddetto Spietato del Gol, un uomo prevalentemente d’area - aumenta a dismisura la portata delle conclusioni a rete del ventisettenne che sogna il prossimo Europeo nonché – ovviamente – la Champions League con il suo Bologna. C’è di più, ovvero una statistica che rende la scalata dell’EurOrso qualcosa di speciale: non era mai successo che dopo 30 giornate ci fosse un solo giocatore italiano in doppia cifra: il record precedente negativo accadde due volte, una nel 2017-18 con Ciro Immobile e l’altra una stagione fa in coabitazione con Zaccagni. L’Italia scopre continuamente Orsolini: travolgente e travolto dall’amore del proprio pubblico, l’ala di Motta si è sempre dovuto sudare tutto. Una volta, l’anno scorso, Motta gli diede un bacio sulla testa e gli chiese di vincere la gara: Orso batté il Monza e da quel momento edificò l’annata da record personale (11 gol). E ancora: è quindi il primo marcatore italiano in A ma anche nei Top 5 campionati d’Europa. Nel Bologna che insegue la Juve – pensandoci ma non facendone un’ossessione, anzi -, il Numero 7 sembra proprio un volto del destino di questa proiezione per il finale di stagione che verrà: la Juve lo prese nel 2017 dall’Ascoli e poi lo prestò, lo riprestò e il Bologna lo acquistò per 13,5 milioni più Frabotta. Maurizio Sarri lo avrebbe voluto nell’inverno 2019-20. Orsolini è il giocatore veterano del Bologna: sta vivendo il sesto anno e mezzo in rossoblù. Una cosa, considerando che è a Bologna dal gennaio 2018, gli manca: la fascia da capitano. Ma prima o poi arriverà. Con la continuità che per lui è un po’ come il Sacro Graal.