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Calcio

Osimhen, che caos! Niente Chelsea e Arabia lontana, resta al Napoli fuori rosa

Vincenzo D'Angelo
Osimhen, che caos! Niente Chelsea e Arabia lontana, resta al Napoli fuori rosaN/A
L'attaccante nigeriano guadagna 11 milioni di euro ma è fuori dalla lista e la maglia numero 9 azzurra è stata assegnata a Lukaku. L'Al Ahly ha offerto 70 milioni l'ultimo giorno, ma De Laurentiis ha fatto muro

Fuori rosa. Fuori dal progetto. Ancorato a un colpo di scena oggi inimmaginabile. Victor Osimhen resta al Napoli, ostaggio di una clausola rescissoria che nessuno ha voluto pagare e di un contratto faraonico ormai fuori mercato in Europa. La storia meritava più rispetto, ma hanno sbagliato tutti e da tutte le parti. Il club, che forse con troppo ottimismo aveva immaginato un’asta milionaria per il Pallone d’oro africano. Il giocatore, che troppo in fretta ha staccato la spina, immaginandosi lontano da Napoli prima ancora che le vie del mercato gli mettessero davanti una strada sicuro.

E poi gli interlocutori che hanno provato ad approfittare del grande strappo. Gli ultimi sono stati Chelsea e Al Ahli, per un testa a testa che è finito con un nulla di fatto. Assurdo, follia. Storia di un pasticcio totale. A oggi, Osimhen resta un giocatore del Napoli con un contratto da 11 milioni a stagione fino al 2026. Due anni da separati in casa non sono tollerabili visti gli ultimi mesi e la tensione delle ultime ore. L’ancora di salvezza può essere la solita Arabia ma con un altro club protagonista, visto che lì il mercato chiude dopodomani. Oppure qualche altro paese con la finestra per le trattative ancora aperta, dove, però, non si vedono club pronti a soddisfare il Napoli e Osimhen. Gli scenari sono questi e annunciano una guerra fredda all’orizzonte.

Le ultime ventiquattro ore sono state folli, se è possibile ancor di più della gestione di un caso che dura da un anno. Osimhen poteva lasciare il Napoli un’estate fa, quando il Psg aveva portato sulla scrivania di De Laurentiis una proposta da 150 milioni. Il presidente, però, non se l’era sentita di salutare anche l’eroe dello scudetto e aveva promesso a lui e al suo agente Roberto Calenda un adeguamento contrattuale da top player. E così è stato: rinnovo da 11 milioni, con clausola rescissoria da 130 milioni di euro. Sembrava una polizza assicurativa, è diventata una prigione. Poi, dopo mesi di silenzi, ecco l’offerta dell’Al Ahli, arrivata domenica sera: 65 milioni, esattamente la metà della clausola. Offerta bassa, ma intanto vera. Victor però vuole aspettare l’Europa, spera nel Psg – con cui aveva trovato a giugno un’intesa ma che avrebbe voluto comprare sia Osi sia Kvara, incedibile per il Napoli – e aspetta il Chelsea, che cerca una punta con le sue caratteristiche. E il Chelsea si fa avanti martedì: chiama il suo agente e il Napoli, annuncia che è pronto a fare un’offerta importante.

Alle parole, però, non seguono i fatti. O almeno non quelli che tutti si aspettavano. La prima offerta del Chelsea a Osimhen è di sei milioni, tetto che i Blues hanno imposto al nuovo corso. Impossibile andare avanti a queste condizioni, così Victor decide di aprire all’Arabia Saudita e di ascoltare la proposta dell’Al Ahli. Che giovedì sera manda un suo intermediario a Napoli, per chiudere l’affare. Anche da Londra si attivano, vogliono persone sul posto, vogliono portarsi a casa Osimhen. Così nella notte tra giovedì e venerdì, la svolta sembra vicina. Calenda trova l’intesa con l’Al Ahli: 4 anni a 40 milioni per Osimhen, più clausola rescissoria per tornare in Europa. Offerta irrinunciabile e impareggiabile. Ma quando tocca ai club trattare, qualcosa si rompe.

Al Napoli non bastano i 70 milioni dell’ultima offerta, vuole di più. Ma l’Al Ahli non indietreggia: prendere o lasciare. Il Napoli lascia, l’Al Ahli allora vira su Toney del Brentford. E il Chelsea non rilancia, anzi prova a mettere Victor in un angolo, rinnovando l’offerta al ribasso. Salta tutto, almeno per il momento. Un epilogo senza senso, col bomber del terzo scudetto trattato come carta straccia. C’è ancora tempo, ma non per il grande calcio. Tensione massima, difficile immaginare una via di fuga. Intanto nella lista ufficiale consegnata alla Serie A di lui (e di Mario Rui) non c'è traccia: è la prova della sua esclusione definitiva. Così come la maglia numero 9, consegnata a Lukaku.