È l’estate dei dolori del giovane Victor. È coinvolta ogni dimensione, in attesa che arrivi l’offertona per provare una nuova esperienza lontano da Napoli. L’incertezza dell’ultimo periodo ha provocato un tale grado di tensione che Osimhen non è riuscito più a controllare. È così che si può spiegare lo sfogo di ieri, affidato a una diretta su Instagram, in cui si è scagliato contro Finidi George, il dimissionario c.t. della Nigeria. L’allenatore, che ha accettato l’incarico meno di due mesi fa, ha accusato Victor di non essere particolarmente attaccato alla nazionale. L’allusione è alla serietà dell’infortunio che ha impedito all’attaccante del Napoli di essere in campo per le sfide di qualificazione ai prossimi Mondiali, contro Sudafrica e Benin, rispettivamente finite con un pareggio (1-1) e una sconfitta (2-1).
Le affermazioni dell’ex commissario tecnico hanno fatto infuriare Osimhen, che ha sentito la necessità di difendersi e contrattaccare pubblicamente. "Non lascio uscire il mio nome dalla vostra bocca, nessuno può dirmi quello che devo fare. Pubblicherò le foto nelle story, dirò tutto", ha detto Osimhen con toni concitati, puntando il dito e minacciando di rivelare scomode verità. Il video s’interrompe quando una persona entra nella sua stanza per fermare il fiume in piena, chiudendo la trasmissione per evitare conseguenze peggiori. A stagione conclusa, il calciatore del Napoli aveva raggiunto il ritiro della Nigeria.
Lo staff medico ha riscontrato problemi fisici che avrebbero richiesto quattro settimane di prognosi, dichiarandone l’indisponibilità per gli imminenti impegni. Ad agitare Osimhen sono anche le prospettive per la prossima stagione. All’orizzonte, per ora, tutto tace. Il Chelsea, che in un primo momento sembrava il club più pronto a compiere l’investimento, si è tirato fuori dal discorso. Il cambio di allenatore e i limiti finanziari hanno motivato il passo indietro. I tentativi di attrezzare uno scambio con Lukaku, il giocatore preferito da Conte, si sono arenati per gli stessi motivi. È noto da tempo l’apprezzamento dell’Arsenal, ma ad oggi non si va oltre una semplice manifestazione di gradimento. Troppo poco per ritenere concreta questa ipotesi. Il Paris Saint-Germain, da cui si attendeva un approccio, non ha fatto alcuna mossa significativa. Anzi, ha provato a tentare Kvaratskhelia, che però né De Laurentiis né il tecnico appena insediato hanno intenzione di lasciar andare. Sullo sfondo resiste la ricca soluzione rappresentata dall’Arabia Saudita, ma il nigeriano vorrebbe rimanere in Europa e giocare la Champions League.
Chiamare Napoli prigione dorata non è sbagliato. Il rinnovo sottoscritto lo scorso Natale da un lato ha raddoppiato l’ingaggio di Osimhen, che percepisce 10 milioni di euro all’anno, ma dall’altro gli ha fissato un prezzo così alto che una cessione non è da ritenersi scontata, alle condizioni attuali. Ha una clausola rescissoria compresa tra i 120 e i 130 milioni, che restringe di molto la rosa delle pretendenti. A Castel Volturno, per forza di cose, si valuta attentamente la situazione. A meno che la società non sia disposta a rivedere le proprie pretese, potrebbe ritrovarsi con un calciatore non entusiasta con uno stipendio tre volte superiore al limite imposto dal presidente per i tesserati. Un peso a bilancio che, in una stagione senza impegni internazionali, potrebbe rivelarsi troppo gravoso. Il d.s. Manna ha già una lista di possibili eredi. Già detto di Lukaku, sono tenuti in forte considerazione anche Artem Dovbyk del Girona, che ha una clausola da 40 milioni, e Santiago Gimenez del Feyenoord, dal cartellino leggermente più oneroso. Nei prossimi giorni è previsto un incontro con gli intermediari dell’ucraino, per appurare la fattibilità dell’operazione. Eventuale, ovviamente. E tale rimarrà, finché Osimhen non sarà liberato.
Fonte: Gazzetta.it