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Calcio

Osimhen, Kvara e Di Lorenzo: le tre spine di Conte alla vigilia del ritiro

Salvatore Malfitano
Osimhen, Kvara e Di Lorenzo: le tre spine di Conte alla vigilia del ritiroN/A
Domani comincia la preparazione del Napoli a Dimaro ma il futuro dei tre giocatori più rappresentativi è ancora da definire

A volte certi auspici lasciano il tempo che trovano. Due anni fa imperversava lo slogan “A16”. Un invito, arguto ma non troppo velato, rivolto ad Aurelio De Laurentiis a percorrere idealmente l’autostrada che da Napoli porta a Bari, sede dell’altra società di famiglia. La colpa del presidente era quella di aver promosso la rivoluzione della rosa che aveva portato alla separazione dai protagonisti dell’era recente del club. Poi, però, è arrivato lo storico terzo scudetto. Resta, allora, da augurarsi che alcuni segnali poco incoraggianti si traducano nelle premesse di un’annata memorabile.

Ieri i giocatori si sono radunati a Castel Volturno, domani partiranno alla volta di Dimaro per il primo dei due ritiri. E il Napoli, nonostante gli interventi tempestivi sul mercato, deve risolvere le situazioni molto delicate dei tre elementi più rappresentativi della squadra, il cui futuro è tutt’altro che definito. All’interno dell’equazione a tre incognite, bisogna considerare preliminarmente il valore di Antonio Conte. L’aura vincente che avvolge l’allenatore seduce e convince. È un fattore di assoluta incidenza nelle valutazioni dei giocatori che hanno seriamente pensato di lasciare gli azzurri. Victor Osimhen è rientrato in Italia con moglie e figlia e si è presentato regolarmente al centro sportivo. A oggi, il presidente non ha ricevuto offerte per il nigeriano. Gli importi stabiliti per la clausola rescissoria e l’ingaggio dovevano fare il bene delle parti coinvolte. Avrebbero dovuto arricchire il Napoli e l’attaccante. La realtà attuale racconta qualcosa di diverso. Il prezzo di 130 milioni e lo stipendio di 10 sono diventati un deterrente, che ha scoraggiato anche le potenze economiche del calcio mondiale a farsi sotto con convinzione.

Il Paris Saint-Germain riflette su una possibile proposta, mentre il mercato in Arabia Saudita aprirà i battenti soltanto tra una settimana. Ma Manna ha fretta di vederci chiaro, Conte non sopporterebbe di buon grado il perdurare di una simile incertezza. Deve sapere chi sarà il centravanti su cui modellare la squadra e di certo non potrà attendere troppo per comprensibili esigenze di programmazione. È chiaro che nel momento in cui De Laurentiis aprisse a uno sconto, qualche pretendente prenderebbe coraggio anche solo per ottenere informazioni e comincerebbero le discussioni del caso. Lukaku, intanto, freme. Si è promesso all’allenatore e accetterebbe una riduzione dell’ingaggio. I dialoghi con Khvicha Kvaratskhelia sono in fase di stallo. Il georgiano, forte della proposta da 11 milioni all’anno ricevuta dal Psg, ha alzato le pretese e ne chiede 8 per rinnovare col Napoli, che a sua volta è fermo a 5,5 con scadenza al 2029. Una cifra che comunque rappresenta un aumento significativo, rispetto agli 1,8 che percepirà questa stagione. A questo punto, Kvaratskhelia ha due opzioni: accettare l’offerta e monetizzare, oppure accontentarsi adesso per avere più potere contrattuale nel 2025 e magari forzare la cessione. Conte non vuole cominciare il suo percorso con questo dubbio, ma finora la dirigenza non ha ottenuto risposte positive.

Giovanni Di Lorenzo desta meno ansie. L’effetto salvifico dell’allenatore dovrebbe essere sufficiente a ricucire lo strappo, grazie anche al passo indietro di De Laurentiis. Il capitano si riserva comunque di sancire la pace soltanto dopo un confronto col presidente, che avverrà in questi giorni. Al momento non c’è ragione di credere che le strade si dividano. Il tecnico ne apprezza le qualità in campo e fuori. È un leader da valorizzare, per garantire compattezza e unità d’intenti. Proprio quelle che sono mancate nel naufragio da cui il Napoli vuole riemergere.

Fonte: Gazzetta.it