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Calcio

Pallone d'oro, schiaffo al Real. Niente Vinicius, trionfa Rodri. E il Madrid non si presenta

Alessandro Grandesso
Pallone d'oro, schiaffo al Real. Niente Vinicius, trionfa Rodri. E il Madrid non si presentaN/A
Vince il simbolo di Spagna e City poi il brasiliano e Bellingham, Lautaro settimo. Ancelotti primo tra i tecnici, il Real squadra dell’anno

La fine di un’epoca, quella di Messi e Ronaldo, si conclama anche così: con bel un colpo di scena e una figuraccia. Per una volta a vincere il Pallone d’oro non è stato il solito bomber, come capitava di regola con i due cannibali che si sono spartiti tredici degli ultimi quindici trofei di France Football. Senza di loro, il mensile francese ha potuto allargare l’orizzonte, mettendo in luce chi magari non attira sempre i riflettori, ma non è meno essenziale per far vincere titoli. Insomma, l’erede di Re Messi VIII non è Vinicius Junior, diva del Real Madrid, bensì Rodri, regista del Manchester City. Lo spagnolo si è presentato persino in stampelle sul palco del Theatre Chatelet di Parigi, mentre il brasiliano, secondo, è rimasto tristemente a Madrid con tutta la delegazione madridista, su diktat di un Florentino Perez infuriatosi nonostante il terzo posto di Bellingham e il primo Pallone d’oro degli allenatori ad Ancelotti. A inaugurare il nuovo corso è stato così il più antidivo delle stelle del firmamento calcistico.

Magari Rodri, quinto un anno fa, non ha vinto l’ultima Champions, eliminato ai quarti proprio dal Real di Vinicius, ma ha trionfato all’Europeo da miglior giocatore del torneo. Nel segno di un calcio al servizio della squadra. Ha vinto la normalità di un mediano che non ha tatuaggi, né strani tagli di capelli e neppure un account Instagram. "La mia — ha detto emozionato dopo il successo — è la storia di un ragazzo normale che nonostante i cliché è riuscito ad arrivare in cima.

E’ anche la vittoria della figura del centrocampista, di giocatori come Iniesta e molti altri che in passato sono stati a lungo nell’ombra. Sono una persona normale, sicuramente non eccentrica, che fa del suo meglio per migliorarsi come uomo e giocatore". Rodri brilla in campo, facendo brillare gli altri. Ma a 28 anni, lo spagnolo, che la prima Champions del City l’aveva negata all’Inter con un gol in finale a Istanbul, è il portavoce di un’idea di calcio inteso come sport collettivo, oltre l’individualità, emerso di prepotenza con la Spagna di De La Fuente. Anche se poi il premio del miglior tecnico, dove in lizza c’era gente del calibro di Guardiola, Gasperini, Scaloni, Xabi Alonso se l’è aggiudicato Ancelotti, ringraziato con poche parole, quando sarebbe stato più giusto celebrarlo sul palco.

La vittoria di Rodri, che tanto ha fatto arrabbiare Florentino nonostante il premio Muller a Mbappé (alla pari con Harry Kane), è pure figlia del nuovo sistema di votazione. I cento giornalisti giurati, rappresentanti dei primi cento Paesi della classifica Fifa, quest’anno dovevano scegliere dieci, e non più cinque, nominativi dalla lista dei trenta redatta da France Football, attribuendo 15 punti al primo, dodici al secondo, dieci al terzo, e così via. In tal modo, tutto è diventato meno scontato in un’annata dove nessuno poteva dirsi veramente favorito. Neppure Vinicius con la sua Champions vinta ai danni del Borussia Dortmund grazie anche a un suo gol. E così l’ha spuntata Rodri, arrivato in smoking e con un gran sorriso, dopo aver fatto posto in aereo anche a due giovani dei rivali dello United, in lizza per il premio Kopa, andato al blaugrana Lamine Yamal (8° per il Pallone d’oro). Rodri, laureato in management, è salito in stampelle sul palco, per via della rottura dei legamenti del ginocchio destro patita il mese scorso.

Proprio dopo aver denunciato le cadenze infernali del calendario, minacciando uno sciopero collettivo. Se ne riparlerà più avanti. Nel frattempo lo spagnolo si gode il Pallone d’oro, conquistato in nome del calcio di tutti. E non solo dei soliti bomber. Come il capitano dell’Inter, Lautaro, soltanto settimo. Quattordicesimo Lookman dell’Atalanta. Ventesimo l’altro nerazzurro Calhanoglu. In coda i giallorossi Hummels e Dovbyk. A secco Donnarumma tra i portieri, nella lista dei tecnici finalisti Gasperini, ventisettesima Gugliano tra le donne.

Fonte: gazzetta.it