Error code: %{errorCode}

Calcio

Pavlovic, Emerson, Morata, Pulisic: i fedelissimi di Fonseca per rialzare il Milan

Alessandra Gozzini
Pavlovic, Emerson, Morata, Pulisic: i fedelissimi di Fonseca per rialzare il MilanN/A
Il serbo è l’unica garanzia in difesa, l'esterno destro chiamato ad accelerare, Alvaro deve portare esperienza e gol

Paulo Fonseca è un uomo del club: "Siamo con lui" ha ribadito due giorni fa l’ad Furlani. E anche Fonseca ha i suoi uomini, giocatori che possono aiutarlo a risollevarsi. Spalle larghe a cui il tecnico si aggrapperà nel tentativo di riemergere: non potendo contare su Theo e Leao, non ancora almeno, l’allenatore ha bisogno di altri alleati. Il primo è Alvaro Morata, che presto arriverà in soccorso. Se non giocherà contro il Venezia, scelta eventualmente dettata dalla prudenza, ci sarà contro il Liverpool in Champions (coppa che Alvaro ha vinto due volte con il Real, ma senza essere protagonista) e poi nel derby (l’Inter diventerà a quel punto l’avversaria più affrontata in carriera): Alvaro è pronto a mettere i suoi gol e la sua esperienza al servizio della causa. Non sarà l’unico. Il problema del gol esiste, ma più che l’attacco preoccupa la difesa. Sei le reti subite nelle prime tre partite di campionato, eppure tra i fedelissimi di Fonseca ci sono già Emerson e Pavlovic. Sul brasiliano il primo a scommettere è stato l’allenatore: lo voleva al Milan e lo ha avuto.

E all’Olimpico, per lui, ha stravolto le gerarchie della fascia destra: fuori capitan Calabria, dentro Emerson. L’allenatore lo apprezza per la propensione offensiva, determinante per quello che è, o dovrebbe essere, il suo progetto tecnico. Emerson non ha ricambiato con una grande prova nello stadio della Lazio, ma per volere dell’allenatore, per una volta, era rimasto più sulla difensiva. Ora è pronto ad accelerare a destra: probabilmente giocherà contro il Venezia, per riprendere velocità, e poi correre anche in Champions e nel derby. Nel Milan-tipo pensato in estate lui c’è: voluto dall’allenatore. Il paradosso è che la difesa si è nel frattempo rinforzata con i muscoli di Pavlovic, diventato in fretta un insostituibile. Senza di lui il passivo contro il Parma poteva essere ancora più netto. Per aiutare Fonseca, il serbo si è spinto anche in attacco: suo il gol che aveva segnato il primo vantaggio rossonero a Roma. C’è un precedente benaugurante: Pavlovic ha sfidato l’Inter due volte, e non ha sfigurato né contro Lautaro né contro Thuram. La difesa trema, ma Pavlovic è l’unico che può restituire solidità. Da nuovo arrivato, è diventato l’unica colonna del reparto: Thiaw, Gabbia, ma anche Tomori, vengono dopo. L’attacco rossonero si è ritrovato con un unico superstite. Morata infortunato, Jovic ai margini, Chukwueze che ha spento la luce accesa in precampionato e Leao svagato a Parma, punito con l’ultima panchina, e protagonista con la distanza al cooling break più che per il gol del 2-2 all’Olimpico. Chi è sempre stato presente è Christian Pulisic, che all’allenatore ogni volta ha detto di sì: pronto per giocare contro il Torino da trequartista centrale, o di nuovo da esterno destro contro Parma e Lazio. Ha ricambiato la fiducia di Fonseca con la disponibilità a cambiare ruolo, ma anche con un gol e un assist. E in attesa del miglior Morata, e soprattutto del miglior Leao, sarà ancora lui il leader a cui affidare le speranze dell’attacco.

Fonte: Gazzetta.it