La maglia rossonera è sicuramente e fortemente iconica, ma in fondo la bellezza è soprattutto negli occhi di chi guarda. E Strahinja Pavlovic quella maglia se l’è divorata e gustata con gli occhi fin dal primo sguardo, nello spogliatoio di Milanello. I social del Milan restituiscono l’espressione di un bambino appena entrato al luna park. L’ha presa, osservata da tutte le angolazioni, si è riletto più volte il suo cognome sopra il numero 31. Il suo preferito. Il primo impatto di Pavlovic è stato questo, ma Strahinja significa “senza paura” e il serbo dovrà trasferirsi in fretta dal luna park al campo. Gerarchie liquide, là dietro. Tomori e Thiaw ora come ora sono i teorici titolari – soprattutto Fik – ma gli assetti difensivi per adesso lasciano ancora a desiderare e Pavlovic non pare destinato a una stagione da riservista. E’ stato il primo acquisto dell’estate rossonera concluso e certificato, da sabato inizierà a lavorare con tutti i suoi nuovi compagni al completo e per il momento si gode ancora le belle sensazioni. Pavlovic il duro, Pavlovic il ruvido, Pavlovic che è l’unico difensore centrale in rosa di piede mancino. Pavlovic l’“animale”, come lo descrive sorridendo Ibrahimovic, che lo tratteggia con queste parole: “Cercavamo un difensore con un bel profilo e il suo non mi pare male. L’anno scorso abbiamo preso tanti gol, occorreva rinforzare il reparto e il suo era un profilo perfetto. Il nome ce l’ha segnalato Moncada, lo abbiamo seguito e ci ha convinto tutti. È aggressivo, è mancino, in rosa abbiamo solo Theo sinistro, non ha paura, ha l’atteggiamento giusto, ci serviva cattiveria là dietro. Ha esperienza in Champions, ha fatto l’Europeo, siamo molto contenti di averlo qui. Sono sicuro al 200% che sarà uno dei preferiti dei tifosi, perché giocherà col cuore tutti i duelli. Lui è un leader, anche se è giovane”. Investitura totale da parte di re Zlatan, che Pavlovic ringrazia così: “Ibra ha giocato un ruolo fondamentale per me. Più parlavo con lui e più mi convincevo ad accettare”. Poi, la classica autodescrizione: “Sì, sono un giocatore aggressivo, è l’aggettivo che mi descrive nel modo migliore. Sistema a tre o a quattro per me non fa differenza, ma posso garantire che darò il 200%. L’Italia è la mossa giusta per me in questo momento. Ho scelto io il numero 31, lo stesso che avevo a Salisburgo. E’ una sensazione profonda avere lo stesso numero di Stam, che per me è un eroe. Abbiamo lo stesso tipo di gioco aggressivo”. Un concetto che si ripete spesso nelle parole del serbo, che lancia subito un messaggio chiaro a Fonseca: “Mi sento molto in forma, sto bene e sono pronto. I miei sogni sono grandi come questo club”. Onesto e diretto, come quando racconta le difficoltà della difesa rossonera della passata stagione: “Ho visto diverse partite dell’anno scorso, ho visto i gol subiti. E dico che è tutta la squadra che deve lavorare in fase difensiva, serve compattezza di gruppo. Essere mancini è un vantaggio? Direi di sì, anche perché non ce sono molti di mancini in giro… Da giovane ho giocato in vari ruoli, però sapevo che quella principale sarebbe stata quella al centro”. Infine, una riflessione sul clima derby: “Quello di Belgrado l’ho giocato, avevo solo 17 anni e ho capito subito come gestire la pressione. Le stesse carte le userò nel derby di Milano. L’attacco dell’Inter? Non so se sia il migliore, ma hanno tanta qualità, ci ho giocato contro e li conosco bene”.
Calcio
Pavlovic, la presentazione: "Convinto da Ibra". E Zlatan: "Sarà il preferito dei tifosi"
N/A