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Calcio

Perfetta in Europa, disattenta in Italia: in difesa è un'Inter a due facce

Filippo Conticello
Perfetta in Europa, disattenta in Italia: in difesa è un'Inter a due facceN/A
In Champions sono arrivati 4 clean sheet su 4, dato che in Serie A scende a 5 su 12. A confortare Inzaghi c’è una produzione offensiva che non cala mai

Il dettaglio stavolta è laterale, spostato fino al calcio d’angolo. Mercoledì scorso a San Siro grandinava nell’area interista, i corner dell’Arsenal cadevano senza sosta, tredici in totale: erano più o meno tutti bollenti, col forte rischio di scottarsi, e lo spazio davanti a Sommer era affollato come la nuova Metro 4 di Milano all’ora di punta. Con quella diavoleria studiata dai Gunners il rischio di subirne almeno uno era altissimo e, invece, la palla non è mai entrata perché la squadra di Inzaghi si è difesa come una testuggine: famelica, concentrata, applicata in ogni dettaglio, come quella salita su una stella nella scorsa stagione. Come oggi spesso le riesce in Europa e assai meno in Italia. La squadra vista contro Arteta era, infatti, l’Inter di Champions, che non prende mai gol e, anzi, mette alla frusta le grandi di Inghilterra. L’Inter del campionato, invece, è una creatura differente e speculare. Lo si può notare sempre girando la testa verso il corner: domenica sera al primo angolo napoletano, su una traiettoria neanche troppo scivolosa, è arrivato il gol astuto di McTominay. Questione di marcature, Dumfries il più tenero, e anche un po’ di sfortuna nei rimpalli, ma non può essere certo un caso, ripensando a quanto accaduto soltanto qualche giorno prima: in quel momento la tensione collettiva era diversa e su quell’errore galeotto i nerazzurri hanno buttato alle ortiche una vittoria che avrebbero poi meritato vista la produzione offensiva.

La classifica nerazzurra nel doppio slalom Italia-Champions è, comunque, il miglior tranquillante: permette di osservare il problema senza allarmi esagerati. L’Inter occupa, infatti, in coabitazione e a pari punti, lo spazio delle seconde sia in Champions che in campionato: quei 10 punti europei sono di altissima nobiltà anche perché la banda di Inzaghi ha fatto meglio di tutte le grandi del Continente, a parte il Liverpool, unica a punteggio pieno a 12. In A, nonostante un derby sciagurato perso e altri 4 pareggi sparsi (due negli scontri diretti contro Juve e e Napoli), i nerazzurri sono appena a un’incollatura da Antonio Conte. I 24 punti, divisi assieme (nell’ordine) ad Atalanta, Fiorentina e Lazio, mettono Inzaghi in posizione invidiabile anche in patria, ma guai da ammucchiare la polvere sotto al letto. Per questo, è nel nostro campionato che l’Inter campione dovrà ritrovare la vecchia fame. La difesa da palla inattiva altro non è che una cartina di tornasole: è l’approccio generale a dover cambiare per tornare in corsia di sorpasso. L’Inter italiana ha vinto solo il 58% delle partite, mentre per le strade europee la cifra si impenna al 75%: tre successi su quattro. L’unico 0-0 è il pari coraggioso in casa del City che, al di là del punticino, ha raccontato parecchio dell’anima europea dei campioni di Italia. Dei sei gol segnati, quattro sono arrivati nella sfida in casa contro la Stella Rossa, nell’unica partita filata via senza sudore.

In Serie A, invece, la differenza di atteggiamento è evidente, quella abitudine a tenere la porta inviolata in Europa (4 clean sheet su 4) evapora di colpa: in Serie A Sommer non ha raccolto il pallone in porta solo in cinque occasioni su 12, ma in alcune partite come quelle contro la Roma o il Venezia ha comunque rischiato il patatrac alla fine. L’anno scorso di questi tempi i punti in classifica erano 7 più di adesso, 31 con appena 6 gol subiti (oggi 14, più doppio), ma anche allora serviva sgomitare per arrivare in fondo: dopo mesi di corpo a corpo Inzaghi lasciò definitivamente indietro Allegri pure adesso i suoi nerazzurri sono pronti a farsi largo tra le rivali, cresciute nel frattempo di numero. A confortare Simone c’è la produzione offensiva che non cala, qualunque sia l’avversario: ad Appiano sono certi che l’efficacia nel creare diventerà efficacia anche nel concludere, soprattutto quando Lautaro uscirà da questa strana condizione ibrida in cui pare imprigionato. Starebbe lì questa nuova allergia agli scontri diretti: nel 2023-24 solo vittorie con le big a parte un pari allo Stadium, adesso due punti appena raccolti tra Milan, Juve, Napoli e successo solo contro l’Atalanta. Semmai, la differenza starà tutta nei dettagli difensivi perché, si sa, a volte può bastare un corner per rovinare la cena. Pur col rimpianto di quella rete concessa, l’Inter anti-Napoli è stata comunque ben equilibrata e da questo ripartirà Inzaghi a metà della prossima settimana, quando tornerà la comitiva sparsa per il mondo. Ricorderà a tutti che serve la stessa applicazione con cui ci si è arrampicati fino alla stella: vincere in Italia e in Europa è possibile, ma serve che le due Inter diventino una. Una soltanto.

Fonte: gazzetta.it