Plusvalenza. Un termine poco intuitivo di per sé, ma che nel mondo del calcio è diventato ormai di uso comune e che descrive il tema al centro del procedimento che ha portato alla penalizzazione di 15 punti alla Juventus per la stagione in corso da parte della Corte federale d'Appello.
Quando si parla di pallone e plusvalenze altro non si fa che parlare del guadagno che una società trae dalla cessione di un proprio tesserato, che può essere appunto un “plus” in caso di valorizzazione del giocatore o un “minus” nella situazione opposta.
Cosa sono le plusvalenze?
Per un calcio come quello italiano salvo qualche rara eccezione avaro di club con strutture importanti di proprietà, alias lo stadio e non solo, le plusvalenze sono praticamente la principale fonte di entrate per una società.
I calciatori sono il bene principale del paniere insieme a diritti tv, commerciali e da stadio, e proprio con le plusvalenze i club tirano avanti negli anni cercando di valorizzare i propri tesserati.
Didascalicamente per plusvalenza possiamo indicare l’”incremento di valore” dello stesso bene, in questo caso un calciatore, in momenti diversi, la differenza positiva tra il valore del cartellino di un giocatore alla partenza rispetto al suo arrivo nella squadra.
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Come si calcolano plusvalenze e minusvalenze nel calcio?
A livello teorico è un calcolo molto semplice, ma le variabili economiche in gioco mischiano decisamente le carte e rendono questa pratica qualcosa di più di una semplice sottrazione tra costo di vendita e quello di acquisto.
La plusvalenza è invece la differenza tra il valore stabilito al momento della cessione e il valore della quota restante del costo storico, influenzato dall’ammortamento annuo. Se il risultato di questa differenza è negativo si parla di minusvalenza.
Quando si ragiona sui costi nei trasferimenti e sui reali guadagni di una operazione per una società di calcio, non serve recuperare le cifre dell’acquisto del singolo giocatore nelle stagioni precedenti, ma ragionare su quanto l’esborso sia stato assorbito dal bilancio.
Un giocatore pagato 10 milioni di euro due anni prima, al momento della vendita per il bilancio non varrà più quella cifra e in questo caso si parla di ammortamento, il vero fulcro della questione.
Come si calcola l’ammortamento nel calcio?
Quando si parla di ammortamento del cartellino, si parla di valore in termini monetari del cartellino di un giocatore che, singolarmente, è iscritto a bilancio con la quota restante dell’investimento iniziale fatto dalla società – ovvero il costo storico – per l’acquisto del “bene” stesso. Questa quota deve ancora essere ammortizzata dal club.
Per calcolare l'ammortamento si parte dalla somma iniziale dell’investimento che deve essere diviso per il numero di anni di contratto stabilito in parti uguali, che vengono sottratte annualmente.
I 10 milioni di euro dell’esempio, mettiamo per un contratto quinquennale di un giocatore, non vengono iscritti subito completamente a bilancio, ma in cinque anni consecutivi per una quota di 2 milioni di euro stagionale.
Plusvalenza e minusvalenza nel calcio: un esempio
Nel caso di un giocatore pagato 100 milioni di euro per un contratto di cinque anni, l’investimento viene iscritto a bilancio per 20 milioni di euro ogni anno dell’accordo. Al termine della prima stagione il “costo storico” del giocatore sarà di 80 milioni, al termine della seconda 60 milioni.
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Con un’offerta per il calciatore in questione al termine della seconda stagione, il valore da tenere in considerazione per parlare di plusvalenza o minusvalenza è quindi quello risultante sottraendo la quota di ammortamento, 60 milioni nel caso di specie.
Se dunque venisse accettata un’offerta per la cessione superiore a 60 milioni, si parlerebbe di plusvalenza, al contrario di minusvalenza. Questo vale nella stragrande maggioranza dei casi in Serie A TIM, salvo qualche eccezione – come Napoli e Udinese – che utlizzano un modo particolare nel calcolare gli ammortamenti.
Cosa sono le plusvalenze fittizie nel calcio?
Una plusvalenza nel mondo del calcio può anche essere fittizia. Si parla di doping amministrativo per cui in passato ci sono stati processi e l’unico caso accertato e punito, che coinvolse Chievo Verona e Cesena nel 2018.
Sono operazioni finalizzate a far apparire un patrimonio netto superiore a quello in realtà esistente, scambiandosi giocatori gonfiando i prezzi per mettere nei loro bilanci due valori patrimoniali più alti di quelli che avevano precedentemente, portando benefici meramente contabili per sistemare artificiosamente i bilanci.
Spesso in queste operazioni al limite sono coinvolti giocatori delle giovanili o riserve il cui valore non è ancora del tutto riconosciuto ufficialmente, assumendone uno più alto di quello reale.
Tutto questo non rende un club più ricco, ma aiuta a mascherare le perdite giocando sulla salute finanziaria dello stesso portandone benefici.
Le 10 maggiori plusvalenze in Serie A TIM
Prima dell’avvento del Fair Play Finanziario e della crisi economica che ancora prima della pandemia ha costretto i dirigenti calcistici ad inventarsi nuovi modi di fare mercato, ridando importanza agli scambi con tutte le luci e le ombre del caso, fare un’ottima plusvalenza significava aver fatto centro sul mercato, puntando sull’investimento giusto al momento giusto.
Basta leggere i nomi dei 10 giocatori che hanno creato più guadagni alle rispettive società per scoprire un altro mondo, da Zidane a Pogba passando per Ricardo Kakà e Hernan Crespo.
Lasciando da parte gli ammortamenti, che rivisiterebbero di poco le cifre in questione, di seguito c’è la lista di chi è stato valorizzato di più in termini economici nel calcio (fonte dati Transfermarkt).
Giocatore | Costo acquisto (mln) | Costo vendita (mln) | Squadra | Guadagno (mln) |
Pogba | 0 | 105 | Juventus | 105 |
Vlahovic | 3,2 | 81,6 | Fiorentina | 78,4 |
Zidane | 3,5 | 77,5 | Juventus | 74 |
Kakà | 8,5 | 67 | Milan | 58,5 |
Alisson | 8 | 62,5 | Roma | 54,4 |
Buffon | 0 | 52,9 | Parma | 52,9 |
Crespo | 4,1 | 56,8 | Parma | 52,7 |
Cavani | 12 | 64,5 | Napoli | 52,5 |
Higuain | 39 | 90 | Napoli | 51 |
Jorginho | 9,5 | 57 | Napoli | 47,5 |
Le maggiori plusvalenze partendo dal settore giovanile in Italia
Lo stesso discorso vale ancora di più per tutti quei giocatori cresciuti in casa e poi rivenduti a cifre astronomiche ad altre società, generando una plusvalenza netta da considerare come vera e propria manna per un club. Ecco i casi più eclatanti di plusvalenze con calciatori del settore giovanile.
Giocatore | Squadra | Costo vendita - Guadagno |
Buffon | Parma | 52,9 |
Bernardeschi | Fiorentina | 40 |
Kulusevski | Atalanta | 35 |
Barella | Cagliari | 32,5 |
Bastoni | Atalanta | 31,5 |
Nesta | Lazio | 31 |
Cassano | Bari | 31 |
Keita Balde | Lazio | 30 |
Balotelli | Inter | 29,5 |
Kean | Juventus | 27,5 |