Milan, abbiamo un bel problema. Che si chiama Theo Hernandez. Fa effetto scriverlo, ma dopo aver visto il terzino rossonero sotto i suoi livelli abituali anche in Francia-Italia, il dubbio che ci sia qualcosa che non va si è fatto ancora più concreto. Theo è partito male con il Milan, ma nemmeno in nazionale è tornato sui suoi standard. Fisicamente pare giù di corda, soprattutto nei rientri difensivi dopo le sue consuete sgroppate in avanti. Hernandez, dopo un buon Europeo, era ritornato a Milanello per cominciare la preparazione alla nuova stagione solo il 3 agosto. Normale non vederlo subito al top e infatti Paulo Fonseca l’aveva utilizzato a gara in corso alla prima contro il Torino, per poi presentarlo dal 1’ a Parma la settimana successiva. E al Tardini Theo si è reso colpevole di una delle peggiori prestazioni della sua avventura in rossonero. Una prova da 4 in pagella, non solo per gli errori tecnici o tattici, ma anche per l’atteggiamento discutibile.
Atteggiamento che non deve essere piaciuto granché a Fonseca e alla società, tanto che il francese e Rafael Leao, le stelle della squadra, sono finiti in panchina contro la Lazio, rendendosi poi protagonisti del “cooling break della discordia” una volta entrati in campo. Vederli in disparte rispetto a compagni e staff tecnico non è stata una bella immagine, ma il caso per il Milan e lo stesso Hernandez - presentatosi prontamente davanti ai microfoni, poco dopo la fine della gara dell’Olimpico, per spiegare l’accaduto - non è praticamente mai esistito. Così il terzino è andato in nazionale tra le polemiche, ma nemmeno in Francia ha trovato serenità. L’Equipe ha bocciato la sua prestazione contro l’Italia e vedremo se Theo si rifarà stasera con il Belgio. Sulle qualità del laterale sbarcato in rossonero nel 2019, su indicazione di Geoffrey Moncada e grazie alla nota missione di Paolo Maldini a Ibiza, non possono esserci dubbi. È uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Ma se andiamo a vedere il rendimento di Hernandez in Italia nell’ultimo anno e mezzo, una piccola flessione è evidente.
In compenso, Theo in nazionale aveva tradito di rado. All’Europeo non era stato forse dominante come in altre occasioni, ma difensivamente era stato anche più attento e disciplinato del consueto. Oggi, invece, quello che non è mai stato il suo punto forte si è trasformato in un problema bello e buono. Al Milan come in nazionale. Un momento di appannamento può essere umano e comprensibile. Anche se la sensazione è che il francese non abbia la stessa carica di qualche tempo fa. Che non sia, insomma, solamente una questione di condizione fisica, ma anche e soprattutto un discorso a livello mentale. Magari nato anche per la situazione contrattuale. L’accordo tra Milan e Theo scade il 30 giugno 2026 e per ora non sono stati fatti passi avanti per il rinnovo, a differenza del compagno - anche di nazionale - Maignan. E poco prima dell’inizio dell’Europeo, Hernandez era stato criptico sulla sua permanenza in rossonero: "Vedremo", si era limitato a commentare coi cronisti. L’inizio di stagione deludente si sposa con i dubbi sulla sua inquietudine. Fonseca, però, già contro il Venezia non farà a meno di lui. A Milanello il piano è chiaro: Theo è un top e un punto di forza della squadra, perciò va fatto di tutto perché torni ai suoi (alti) livelli. Al rinnovo ci penserà, invece, la società. "Può volerci un minuto", aveva detto Zlatan Ibrahimovic, senior advisor di RedBird, un mese fa. E a proposito di Ibra, lo svedese dovrebbe rientrare in Italia in settimana. Nella sua agenda potrebbe esserci anche una chiacchierata con Hernandez, uno dei leader della squadra che va assolutamente recuperato.
Fonte: Gazzetta.it