Christian Pulisic è a una mossa dallo scacco matto. Ha passato l’estate a sistemare i pezzi, a pensare a come muoverli e a che tipo di apertura fare. Di fronte a lui, infatti, c’era l’avversario più tosto di tutti, ovvero quel destino dal ghigno beffardo che negli ultimi anni si è sempre messo di mezzo.
Infortuni, piccoli stop, contratture, due partite in cima prima di scivolare ancora. Quest’anno no, perché Pulisic è rinato grazie al Milan. La prima mossa vincente è stata lasciare Londra per riabbracciare una sua vecchia compagna di viaggio: la continuità. Quella che ai tempi di Dortmund l’aveva reso uno dei ventenni più forti del mondo. Stamford Bridge gliel’ha strappata via piano piano, lentamente, salvo poi restituirgli la gioia all’improvviso: ha già segnato 11 gol stagionali, otto in Serie A e tre in Europa League. L’ultimo l’ha realizzato a Praga, nella stessa coppa dove esordì con il Borussia Dortmund da giovanissimo. Pulisic non segnava così tanto dall’annata 2019-20, la prima con il Chelsea. Anche lì, 11 reti in tutte le competizioni: nove in Premier League, una in Coppa di Lega e un’altra in Champions. Erano anni in cui si parlava di lui come il golden boy del calcio mondiale, la stella statunitense destinata a diventare il faro di una generazione insieme a Mbappè, ma qualcosa è andato storto. Pulisic ha vinto la grande coppa del 2021, ha giocato mezzora in finale contro il City, ma gli ultimi due anni sono stati un calvario. La stagione scorsa, ad esempio, ha segnato un solo gol in trenta presenze. Fuori dai piani e dal grande giro.
Pioli gli ha ridato il sorriso, sottolineando anche il suo recupero da un punto di vista fisico: “Non ha mai giocato così tanto come quest’anno – ha raccontato domenica scorsa, dopo aver vinto con l’Empoli -. Ci dà qualità, intensità, movimenti. È un giocatore importante”. Pulisic ha servito anche otto assist. Lo score di quest’anno racconta 2762 minuti giocati in tutte le competizioni, 1916 in Serie A. Ha saltato solo due partite per un problema muscolare, poi le ha giocate tutte. Curiosità: quando segna, i rossoneri vincono quasi sempre. L’unica sconfitta è arrivata a Monza, dove comunque ha sfornato un gol e un assist entrando nella ripresa. L’anno scorso ha toccato a stento i mille minuti in campo. Ha giocato da falso nove, da esterno sinistro e da ala destra, il suo ruolo preferito. L’ha evidenziato anche Pioli: “Quando gioca lì mi piace di più, dà sempre profondità”. Il riscatto definitivo è già arrivato, per lo scacco matto manca un solo gol.
Fonte: Gazzetta.it