“Sono tornato ad allenare soltanto per il bene della Roma e sarò l’uomo dei Friedkin per riportarla nelle prime posizioni”. Si è presentato per la terza volta come allenatore, ma la conferenza stampa di Claudio Ranieri ha già un forte sapore di approccio manageriale. Il tecnico 73enne ha esordito con una spiegazione: “Io avevo smesso di allenare: ho avuto più richieste in questi mesi rispetto a quando ho vinto la Premier con il Leicester. E ho detto a tutti di no. Solo in due casi potevo tornare: o per la Roma o per il Cagliari nel caso in cui qualcosa andasse male. Ma ero davvero convinto di smettere, il fato ha voluto che tornassi a casa. Pensavo di finire a Cagliari, ma ho iniziato nella Roma da giocatore e finirò qui come allenatore e dirigente. Ci tenevo a dirlo per la gente di Cagliari”. Sulle dinamiche della scelta: “Sono stato chiamato lunedì mattina e sono partito per Londra. Abbiamo deciso insieme: sarò allenatore, dirigente e persona vicina al presidente”. In una recente intervista il tecnico aveva criticato la “freddezza societaria” e la scelta di esonerare De Rossi. Ranieri ci tiene a precisare: “Sapete che io dico tutto in faccia. L’ho detto a Dan Friedkin che mi ha lasciato a bocca aperta per come mi ha risposto. Lui non può vedere Roma Caput Mundi e la squadra che non va. Sa che ha speso tanti soldi e non è riuscito a fare quello che voleva fare. Questo mi ha convinto. Ora tocca a me e spero di riuscire nel mandato che mi ha messo lì davanti. Lo ringrazio perché mi ha riportato nella casa madre, io farò di tutto e questo i tifosi lo sanno”.
Prima di passare alla domanda successiva Ranieri interrompe per evidenziare: “Noi siamo abituati a vedere le cose in modo piramidale, i Friedkin in modo orizzontale. Questo vuol dire che lavoreremo tutti sullo stesso piano per riportare la Roma al livello che merita. In questo momento è sotto choc: ha messo una barca di quattrini e non ha risultati. Forse ha sbagliato persone, non lo so”. Il tecnico poi passa ai temi di calcio. E non poteva mancare il riferimento all’uomo simbolo: “Su Dybala sono stato chiaro con Friedkin: io faccio come mi pare. Non mi frega niente di clausole o non clausole, non so nemmeno se è vero o non è vero. Decido io e basta. Se mi incazzo sapete come sono: parlo romano e mando per aria i tavoli. Io parlo sempre in faccia e sanno cosa penso di Paulo. So che non può giocare sempre ma se sta bene gioca, io lo farei giocare sempre 90 minuti. Se sta nella rosa, scelgo chi voglio. Ricordo ancora quando feci i complimenti a lui e Cristiano Ronaldo dopo due gol magnifici in Samp-Juve. Se non gli andava bene “me mannava” a casa. Una volta mi imposero una scelta del genere e sono stato mandato via”. Poi su Hummels: “Mi sono rivisto la finale di Champions e altre partite e mi chiedo perché non giochi. Ora vediamo, magari sbaglierò anche io”.
Niente peli sulla lingua su altre questioni: “Prometto che non vedrete più Angelino in difesa. Dybala e Soulé possono giocare insieme, ma ora non mi sento di prometterlo. Farò solo cose che sento. Modulo? Non c’è più un sistema base nelle squadre. Lo stesso Gasperini non gioca più solo a tre. Tutti gli allenatori portano modifiche. Io ora non sarei onesto a dirvi come giocheremo, devo vedere chi è in forma. Poi vedrò se giocare a 3, 4 o a 5. Voglio vedere giocatori che hanno voglia di sputare sangue e che non mollino nemmeno se le cose vanno male. Io sono soprattutto tifoso, prima che allenatore. Ho dato le dimissioni dopo una rimonta da 0-3 a 4-3 a Genova”. Nessun limite a ciò che può raggiungere la squadra: “Non c’è un obiettivo specifico, ho dei premi se raggiungiamo qualcosa . Sono così positivo che avevo messo anche il premio scudetto al Leicester. Ma ora è importante fare bene e dare il massimo per questa tifoseria. A Cagliari ho ritrovato tre tifosi romanisti di ritorno dal Belgio, ma che giro hanno fatto? C’è gente che fa sacrifici enormi, noi dobbiamo sentire anche questo”. Il tecnico a fine stagione diventerà dirigente senior del club. “Sarò l’uomo vicino ai Friedkin - spiega Ranieri -. Avevano bisogno di una persona che sa di calcio ed è conosciuta. Parleremo e decideremo tutti insieme sbagliando il meno possibile e cercando di riportare la Roma nelle prime posizioni. Si dice a Firenze che è più facile criticare che fare. Noi cercheremo di fare bene”.
Sulla presenza di Friedkin: “In Italia c’è questa abitudine, ma se ci fate caso tutte le proprietà straniere parlano pochissimo. Abramovich lo incontravo soltanto sull’aereo, e io stavo in 'grazia di Dio'. Solo noi italiani abbiamo bisogno di questa figura. Se mi ha chiamato Friedkin, significa che si è reso conto che qui c’è bisogno di altri personaggi a rappresentarli”. Ranieri non chiude la porta a due simboli della Roma che oggi si trovano fuori Trigoria. “Io non chiudo a niente e nessuno - dice serio Sir Claudio -. Magari si parlerà con Francesco per capire ciò che può dare. Questo non significa ora che Totti torna, non fate questi titoli. Mi sono sentito e mi sentirò ancora con De Rossi, perché è una persona magnifica. Onestamente in questo momento penso a dirigere la squadra, non mi sento di illudere nessuno per il futuro. Non ne abbiamo parlato coi Friedkin. La squadra è scossa perché sono stati cambiati due allenatori a novembre, ora bisogna trovare la via giusta. Cosa è successo ieri mi interessa il giusto. Ora c’è un nuovo allenatore, ho carta bianca e dovrò dare il massimo per non far succedere nulla di male da oggi in poi”. Il tecnico entra più a fondo sulle problematiche raccontate in queste settimane: “Mercato? Fatemi prima conoscere la squadra, poi vedremo. La Roma ha tanti giovani validi, ma vanno inseriti in una squadra compatta. Nessuno qui gioca contro l’allenatore, poi c’è il tecnico che riesce ad entrare nel cuore e nel cervello dei giocatori che poi danno il 120%. E ci sono situazioni in cui questo feeling non si trova. Se qualcuno ora non da quel 120% non gioca. Ho letto critiche a giocatori importanti, ma li vedevo correre come matti. Forse male, ma il cuore c’era sempre. Io ne voglio di più naturalmente”.
Roma in questi giorni ha ripreso fiato, ma sono stati giorni di dure contestazioni. “Chiedo ai tifosi di starci vicino. Giocare con i fischi dei tuoi è difficilissimo. Hanno le loro ragioni, ma ora chiedo compattezza”, la richiesta di Ranieri. “Squadra sfortunata? Io credo che la fortuna devi sudartela, se insisti alla fine gira. Voglio una squadra e un pubblico coeso, siamo tutti una famiglia. Non abbiamo tempo di fare errori e dobbiamo far uscire i tifosi dallo stadio orgogliosi di quanto hanno visto. Abbiamo la fortuna di fare un bel lavoro, facciamo sorridere chi nemmeno se lo può scegliere”. Al fianco di Ranieri anche il ds Ghisolfi che spiega la scelta: “La Roma ha bisogno di esperienza e di tornare alle proprie radici. Parliamo di un tecnico di livello internazionale, conosce bene questa realtà e la squadra. Riteniamo sia la persona idonea per questo progetto oggi. Non sarà solo l’allenatore, ma parlerà anche come futuro dirigente della Roma all’interno di questo progetto voluto dai Friedkin". Sulla scelta di Ranieri il direttore sportivo ha dichiarato: “E’ stata una decisione collettiva. Quindi sia mia che della famiglia Friedkin vista l'importanza”. Sugli obiettivi chiesti a Ranieri: “Di fare il meglio possibile in una situazione difficile. Arriva in un momento complicato e dovremmo rimontare in classifica”. Sulle altre candidature: “Non c’è stato nessun no. Claudio aveva la priorità”.
Fonte: Gazzetta.it