"Pochi pensavano che potessi fare anche questa conferenza stampa". Ancelotti è sempre in vena di battute. Ieri voleva ricordare l’ultimo successo europeo (anche se ai rigori) sul City nei quarti. Torna a Monaco, dove fu licenziato. E spegne le fiamme: "Ho ricordi fantastici qui. È una città bellissima. Solo che la lingua non mi è entrata nel cervello. Sono stato fortunato ad allenare questa squadra. Avrebbe potuto durare un po’ di più. Ma è stato un bellissimo momento. Provo ancora tanto affetto per Rummenigge". Contro il Bayern Ancelotti non ha mai perso. Negli 8 precedenti vanta 6 vittorie e 2 pari. Nelle eliminatorie è passato 3 volte su 3. Torna all’Allianz Arena dove ha allenato per 15 mesi fra il 2016 e il 2017, vincendo 2 Supercoppe e una Bundesliga. E lasciandosi male, a fine settembre 2017, dopo un ko in Champions col Psg di Mbappé, con i senatori dello spogliatoio tedesco contro. Sì, il Bayern porta bene da rivale a Carlo. Col Milan 2 successi nei gironi del 2002, e poi alzò la Coppa. Altre 2 qualificazioni vinte nel 2006 e 2007 con un’altra Coppa e una semifinale. E un precedente sempre col Real nella primavera 2014 contro il Bayern di Guardiola, annichilito 4-0 a Monaco in semifinale, con doppiette di Ramos e Ronaldo. E poi il trionfo nel derby a Lisbona. Insomma, 4 sfide e 3 Champions vinte per Carlo. L’ultima volta però che ha guidato i tedeschi fu un addio. Sommerso 3-0 dal Psg. La notte stessa della débâcle i dirigenti Uli Hoeness e Rummenigge decisero di farlo fuori. Ha raccontato Hoeness: "Carlo aveva almeno 5 stelle contro, per questo dovemmo prendere un rimedio". Già, in quel match col Psg lasciò fuori i mammasantissima: Robben, Ribery, Hummels e Boateng. Kalle anni dopo ha mostrato qualche pentimento: "Dopo il Psg Carlo capì subito la situazione e mi disse: 'Non sei più il mio capo, ma resterai mio amico'. Certo, avremmo dovuto aspettare ancora prima di licenziarlo". Concorda Lewa, suo bomber ai tempi bavaresi, che alla Bild ha detto: "Se con Carlo avessimo superato quella fase difficile, sarebbe stato possibile creare un’era vincente". A Carlo seguì Heynckes, una Bundesliga vinta, e poi altri cambi in panchina, almeno uno ogni 2 stagioni. E dire che Carlo era arrivato a Monaco con una missione: svecchiare la rosa. Chiamato dopo Guardiola, dall’alto delle sue 3 Champions vinte in panca Ancelotti aveva il palmares per imporsi. Xabi Alonso, 35 anni, e Lahm, 33, disputano con lui l’ultima stagione nel 2016-17. Robben ne aveva 33, Ribery 34, erano a fine carriera ma non volevano mollare. Il primo anno Carlo conquista il campionato a +15 sul Lipsia. Nella seconda stagione il Bayern parte con 4 vittorie e un pari in Bundesliga e un ko con l’Hoffenheim, il 3-0 all’Anderlecht in Europa e la seconda Supercoppa. Javi Martinez, altro ex, ieri a Marca spiegava: "Mettere in dubbio le metodologie di Ancelotti è una stupidaggine, ha vinto dappertutto. Non è vero che ci allenassimo di meno". Di quella stagione a Monaco sono rimasti Müller e Coman. Con Tuchel Carlo ha uno score peggiore. In 9 sfide ne ha perse 4 (vinte 3), di cui 2 fra Dortmund e Bayern (ma vinse la Supercoppa 2017) e 2 fra Chelsea con Everton e Real, fra cui il ritorno dei quarti di Champions 2022 (poi vinta), ma dopo un’andata trionfale a Stamford. Sul Bayern spiega: "Con l’Arsenal ha giocato due gare spettacolari ad alto livello. L’attacco è eccezionale. Come noi, hanno molta tradizione in Champions. Questo gioca un ruolo. Noi però abbiamo raggiunto le semifinali con lavoro, sudore e impegno. Possiamo giocare di nuovo una finale, è l’obiettivo".
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Bayern-Real, Ancelotti torna a Monaco per la rivincita: "Pochi pensavano di vedermi qui..."
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