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Calcio

Real, di tutto di più. Ma questa Atalanta merita solo applausi

Andrea Di Caro
Real, di tutto di più. Ma questa Atalanta merita solo applausiN/A
La Dea per un’ora ha giocato ad armi pari, poi è venuta fuori l'immensa qualità dei Blancos. La squadra di Gasperini ha perso, ma provando a vincere

Nella concezione, sbagliata, che molti hanno dello sport per cui l’unica cosa che conta è vincere, applaudire lo sconfitto pare un controsenso. E invece si può e in certi casi assolutamente si deve. Quello di ieri sera è uno di quei casi. L’Atalanta è stata bella, a tratti bellissima visto il valore enorme dell’avversario, per un’ora in cui ha giocato a viso aperto e alla pari con il Real Madrid. La nostra squadra italiana più organizzata ed europea, è stata “Real” per mentalità, atteggiamento, voglia di vincere. Purtroppo, ma lo si sapeva alla vigilia, la differenza di qualità degli interpreti in campo a un certo punto ha fatto la differenza. L’Atalanta è un’ottima squadra, con alcuni giocatori importanti, altri con un roseo futuro, altri molto solidi. Peccato che alcuni di loro fossero assenti per infortunio e affari di mercato. Con quasi tutte le avversarie europee ieri la Dea avrebbe potuto vincere, come è accaduto quasi tre mesi fa quando ha schiantato 3-0 nella finale di Europa League il Bayer Leverkusen campione di Germania. Ma il Real Madrid, questo Real Madrid, non fa parte delle squadre umane. È un’altra cosa.

Di tutto di più, come recitava un vecchio spot della Rai. Tanti campioni straordinari tutti insieme si erano già visti all’epoca dei Galacticos, sempre sotto la presidenza di Florentino Perez. Ma stavolta in più c’è uno dei migliori tecnici della storia del calcio, Carlo Ancelotti, che non solo sa gestirli, ma farli sacrificare in campo riuscendo a creare un mix straordinario di qualità eccelsa e organizzazione tattica. "Come farà adesso ad aggiungere Mbappé a Rodrygo, Vinicius e Bellingham?" gli era stato chiesto alla vigilia. Carletto, alzando il sopracciglio e abbozzando un sorriso, ha semplificato tutto: "Inserire e far giocare insieme i grandi giocatori è molto facile, il problema è quando devi far giocare insieme quelli scarsi...".

E così Ancelotti, incurante del poco minutaggio insieme, li ha messi tutti dall’inizio i suoi splendidi giovani fuoriclasse di cui è giusto ricordare l’età per far capire che futuro abbia il Real: Rodrygo 23 anni, Vinicius 24, Bellingham 21, Mbappé 25. E non a caso sono stati loro quattro, in ordine di partecipazione, ad aver creato e concluso l’azione del secondo gol che ha chiuso la partita al 68’. Per il francese è la prima rete ufficiale con la maglia dei sogni. Il Real era già passato in vantaggio con una invenzione di Vinicius che aveva mandato in gol Valverde al 59’. Nei nove minuti tra il primo e il secondo gol il Madrid aveva esondato in campo creando altre tre nitide palle gol che avevano costretto Musso a interventi fantastici. L’Atalanta però fino al primo gol aveva giocato ad armi pari e avuto le sue occasioni, tradita in qualche scelta dal suo uomo copertina, Lookman, da un grande intervento di Courtois su Pasalic, da un incrocio dei pali che ha evitato al Real un clamoroso autogol. Ma era stato soprattutto l’atteggiamento della Dea ad inorgoglire: perché si può perdere contro i più forti, ma dipende come.

L’Atalanta ha perso, ma provando a vincere. E un ulteriore merito ha avuto la squadra di Gasperini quando nell’ultimo quarto d’ora ha provato comunque a riaprirla. Non c’è riuscita. Ma quando dai tutto e ti arrendi ad una squadra più forte non c’è spazio per recriminazioni o rimpianti. Si applaudono gli avversari e si lascia il campo comunque col sorriso e con i cori e gli applausi dei propri tifosi che hanno comunque vissuto una serata da sogno. Non bisogna mai dimenticare da dove si è partiti, cos’era l’Atalanta prima dei Percassi e prima del favoloso ciclo di Gasperini. Oggi è una realtà europea, di cui andare fieri. Tra i club che fanno della sostenibilità una loro ragion d’essere è uno degli esempi più brillanti in Europa. Società mastodontiche come il Real affrontano queste sfide con armi troppo diverse. Si possono permettere spese e investimenti inimmaginabili per quasi tutti gli altri club al mondo. Il calcio italiano, pur avendo perso la prima sfida europea che apre la stagione, parte col piede giusto. Speriamo sia in grado di farsi valere nelle Coppe e di rialzare la testa con la Nazionale.

Fonte: gazzetta.it