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Ribery a Linea Diletta: la nuova vita a Salerno e la stessa voglia di sempre

Redazione
Ribery a Linea Diletta: la nuova vita a Salerno e la stessa voglia di sempreDAZN

La fame. La voglia. La cattiveria. Salerno ai piedi - fatati - di Franck Ribery. "Perché è un uomo di mare come noi". Lui che dalla Francia alla Germania, da Firenze alla Campania ha avuto tante case e rappresentato tanti popoli. Per ultimo, quello della Salernitana

"Non sapevo neanche dove fosse Salerno", scherza Franck sotto il sole della sua città. "Ho vinto tutto nella mia carriera, ma la voglia di calcio che hanno qui è incredibile". Ecco perché continua a lottare, di settimana in settimana.

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Come gli anni di Marsiglia

Una voglia di calcio che per Ribery non è esattamente un elemento sconosciuto: del resto, è cresciuto al Marsiglia. "I tifosi sono diversi, mi ricordano quegli anni lì. Ci sono mentalità differenti e si sente anche in Italia. Si vede pure dal tempo: se senti tutto questo, prima dell'allenamento, ti fa felice". 

Diletta e Franck, su un peschereccio particolare, questa felicità ce la mostrano. Con le immagini di una città incredibile. "Pescare? Mi piace, ma non so come si faccia". E l'orgoglio "pisciaiuolo" si sente: "L'Arechi è speciale, i tifosi sono vicini e ti dà qualcosa di diverso rispetto ai grandi stadi in cui ho giocato. Loro vivono per quel momento, per la partita. E io sono felice per questo tipo di attaccamento". 

SalernitanaGetty

Un Ribery diverso

Tante corse. Tanti viaggi. Tante partite sulle gambe. "E questo si sente, si sente tanto - ammette Ribery -. Ma ti spiego: la fame ce l'hai o non ce l'hai. Se hai ancora la passione e la mentalità, anche se non vado così veloce, continuo a rispettare la maglietta, che sarà sempre sudata". Anche nelle partitelle, lui vuole vincere: "E non voglio cambiare questa testa". 

Adesso Franck - anzi: "Zio Franck" - è uno dei senatori, alla ricerca della salvezza: "Con i giovani? Ne ho visti tanti con talento, ma senza grinta. Quando parlo a un ragazzo voglio che capisca che sono lì per aiutarlo". Il francese fa l'esempio di Alaba, visto al Bayern: "Aveva 16 anni, è diventato un campione". Anche grazie ai consigli di Ribery, a sua volta forgiato dai grandi della Francia del 2006. Zidane su tutti. 

Ribery in GermaniaGetty

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Il calcio? "Oggi è diverso", racconta Ribery. Forse uno degli ultimi di una generazione che ha dovuto conquistarsi tutto, e solo dopo le prime vittorie sul campo. 

Con Diletta Leotta, il racconto di una grande carriera e di un'ultima, intrigante tappa: la Salernitana, per Ribery, è una grandissima "isola felice".