Il debutto da sogno del giovanissimo Gnonto in Nazionale maggiore contro la Germania è solo l’ultima figurina di un album che Roberto Mancini ha cominciato a decorare fin dai primi anni della sua carriera da allenatore. Un album che conta solo nel primo match di UEFA Nations League altre cinque nuove facce da “sbarbatelli” (Frattesi, Ricci, Dimarco, Pobega e Cancellieri) ma che in quattro anni di carriera da commissario tecnico segna un numero record: 44. I giocatori totali impiegati da Mancini da quando è alla guida dell’Italia sono invece 72.
Ogni volta che c’è stato bisogno di rifondare il progetto (anche nei club) e ripartire da zero, il Mancio ha puntato sempre sui giovani, sulla loro motivazione e sulla loro freschezza atletica. E anche sulla loro ingenuità, col rischio vivissimo di fallire e di venire criticato o addirittura cacciato per le sue scelte.
"Ho giovani bravi e li faccio giocare"
Nel post-partita del match di Nations League, il CT ha risposto anche all’inevitabile domanda sui sei esordienti in maglia azzurra. Nelle sue parole è racchiusa tutta la complessa semplicità del suo credo calcistico. ”La loro presenza non vuole essere un messaggio ai club, ma serve per la crescita della nostra squadra. Abbiamo ragazzi bravi in prospettiva e speriamo crescano in fretta. La strada però è ancora è lunghissima”, ha dichiarato.
Il messaggio di Mancini è insomma tutto per la Nazionale. E lo si è visto una volta in più nello stage di tre giorni a Coverciano organizzato tra il 24 e il 26 maggio. Un’iniziativa inedita che la Figc, in accordo con le leghe e i club, ha deciso di intraprendere con l'obiettivo di agevolare la transizione dalle nazionali giovanili alla Nazionale A e ampliare la base dei calciatori selezionabili. Mancini ha convocato 53 calciatori (53!) giovani e giovanissimi: il più “piccolo” aveva addirittura 16 anni, il trequartista dell'Udinese Simone Pafundi classe 2006, mentre il più “esperto” era il 26enne portiere dell'Empoli Guglielmo Vicario (classe 1996).
Padre e fratello: il rapporto con Balotelli
Prima di farlo entrare in campo, Mancini ha abbracciato a lungo Gnonto tenendogli la testa come fanno i padri. Con amore, ma anche con decisione, per infondere coraggio e motivazione. Un gesto che non è passato inosservato.
Da un talento che sboccia a un altro che ha ormai petali robusti: quando si parla di Mancini allenatore di giovani calciatori, non si può non pensare a Mario Balotelli. A soli 17 anni, il futuro Super Mario viene catapultato nel calcio che conta da Mancini ai tempi dell’Inter. Tra i due traspare tanto affetto, ma anche tanta tensione fatta di sfuriate e battibecchi davanti alle telecamere. Ma Mancini sa cosa vuol dire essere un talento precoce dal carattere difficile e si immedesima in Balo. Lo fa giocare e lui lo ripaga con colpi da fuoriclasse e alcune prestazioni eccezionali.
Mancio e Balo al Manchester City
Padre e fratello allo stesso tempo, il Mancio coccola e striglia Balotelli. Profondamente sensibile al talento calcistico, lo chiama a sé quando vola a Manchester per allenare il City. Mario è fresco di Triplate con l’Inter di Mourinho e vince subito una FA Cup giocando da protagonista. Tra i due si moltiplicano però i momenti di scontro, complici le troppe espulsioni. Dopo il rosso (e tre giornate di squalifica) rimediate col West Bromwich Mario, nel novembre 2010, vola a Milano a vedere il derby. Il tecnico jesino non ci sta e non gliele manda a dire: “Stia più calmo e pensi di più alla squadra”. Segue un litigio per una sostituzione col West Ham e un’espulsione con la Dinamo Kiev che costa l’eliminazione ai Citizens.
L’estate seguente il City vola negli Usa e gioca un’amichevole contro i Los Angeles Galaxy. Cosa avvenne ce lo ricordiamo tutti: Balotelli arriva davanti alla porta e manca il gol a un metro dalla linea per fare il giocoliere. Sostituzione immediata, con tanto di rimprovero sotto gli occhi del mondo. L’8 aprile 2012 Mario si fa espellere contro l’Arsenal e il City sembra fuori dalla corsa al titolo. “Inaccettabile, con me non giocherà più”, assicura il Mancio. Ma dopo ogni tempesta torna sempre il sereno e quella stagione si rivela senza dubbio la più bella per entrambi. Il Manchester City vince la Premier League dopo decenni di digiuno anche grazie a Super Mario: suo il passaggio per il gol decisivo di Sergio Agüero contro il QPR.
Subito dopo le loro strade si dividono. Balotelli si trasferisce al Milan, Mancini viene esonerato a maggio. Fra i due resta però la stima e l’amicizia, inesauribili come quelle tra i membri della stessa famiglia.
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Il passaggio in panchina
“Da grande farò l’allenatore”, annuncia per la prima volta nel settembre 1996 in un’intervista alla rivista ufficiale della Sampdoria. Grandicello lo era già (aveva 32 anni) e anche lui aveva il suo padre-fratello che sapeva come prenderlo e stemperare i suoi eccessi: Sven-Göran Eriksson. Sembra il prequel della storia di Mancini con Balotelli: il tecnico svedese lo porta con sé alla Lazio e un bel giorno, il 30 marzo 2000, si presenta all’allenamento con un vice in più. Poche ore dopo arriva l’ufficialità dal presidente Cragnotti: “Mancini, pur continuando a prestare la sua opera come calciatore, inizia da oggi a collaborare con lo staff tecnico”.
La carriera e i successi da allenatore
Dopo aver debuttato come calciatore a 16 anni, Mancini brucia le tappe anche da allenatore. Da giocatore fa però ancora in tempo a vincere il secondo scudetto della carriera nel 2000. Poi l’incarico come allenatore in seconda, che potrebbe diventare anche qualcosa di più dopo l’esonero di Eriksson. “Ma io non voglio fare il traghettatore”, afferma Mancio prima di andarsene.
Approda sulla panchina della Fiorentina e vince subito la Coppa Italia nel 2001, per poi bissare con la Lazio nel 2003. Si ripete ancora alla guida dell’Inter nel 2004, portando il trofeo in riva al Naviglio nerazzurro dopo 10 anni. Il resto è storia più che nota: la fuga vincente all’estero al City, poi al Galatasaray (dove vince la Coppa di Turchia), il ritorno all’Inter per sostituire Mazzarri, l’avventura russa allo Zenit di San Pietroburgo e, infine, la Nazionale. Sempre nel segno della gioventù.
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Eterno giovane: i debutti da calciatore di Mancini
Del resto lui stesso è stato un bimbo prodigio del calcio. Anche in azzurro. Fa il suo esordio non ancora diciottenne nell’Italia Under-21 di Azeglio Vicini, il 10 ottobre 1982, in Austria-Italia (1-1).
In Serie A TIM aveva invece debuttato con la maglia del Bologna il 13 settembre 1981 a soli 16 anni, 9 mesi e 17 giorni. Gioca 17 minuti sotto gli occhi del padre Aldo, giunto allo stadio da Rimini appena in tempo per ammirare il figlio. A fine campionato Mancini presenzia in 30 partite su 30, un record per un debuttante assoluto.
Gli esordienti in Nazionale nell’era Mancini
CALCIATORE | ESORDIO |
Matteo Politano |
Arabia Saudita-Italia 1-2, 28 maggio 2018 |
Domenico Berardi |
Francia-Italia 3-1, 1 giugno 2018 |
Mattia Caldara |
Francia-Italia 3-1, 1 giugno 2018 |
Rolando Mandragora | Francia-Italia 3-1, 1 giugno 2018 |
Daniele Baselli | Italia-Olanda 1-1, 4 giugno 2018 |
Cristiano Biraghi | Italia-Polonia 1-1, 7 settembre 2018 |
Manuel Lazzari |
Portogallo-Italia 1-0, 10 settembre 2018 |
Emerson Palmieri |
Portogallo-Italia 1-0, 10 settembre 2018 |
Nicolò Barella |
Italia-Ucraina 1-1, 10 ottobre 2018 |
Cristiano Piccini |
Italia-Ucraina 1-1, 10 ottobre 2018 |
Kevin Lasagna |
Polonia-Italia 0-1, 14 ottobre 2018 |
Vincenzo Grifo |
Stati Uniti-Italia 0-1, 20 novembre 2018 |
Moise Kean |
Stati Uniti-Italia 0-1, 20 novembre 2018 |
Stefano Sensi |
Stati Uniti-Italia 0-1, 20 novembre 2018 |
Nicolò Zaniolo |
Italia-Finlandia 2-0, 23 marzo 2019 |
Armando Izzo |
Italia-Liechtenstein 6-0, 26 marzo 2019 |
Gianluca Mancini |
Italia-Liechtenstein 6-0, 26 marzo 2019 |
Leonardo Pavoletti |
Liechtenstein-Italia 0-5, 15 ottobre 2019 |
Giovanni Di Lorenzo |
Liechtenstein-Italia 0-5, 15 ottobre 2019 |
Sandro Tonali |
Liechtenstein-Italia 0-5, 15 ottobre 2019 |
Gaetano Castrovilli |
Bosnia-Italia 0-3, 15 novembre 2019 |
Pierluigi Gollini |
Bosnia-Italia 0-3, 15 novembre 2019 |
Alex Meret |
Italia-Armenia 9-1, 18 novembre 2019 |
Riccardo Orsolini |
Italia-Armenia 9-1, 18 novembre 2019 |
Manuel Locatelli |
Olanda-Italia 0-1, 7 settembre 2020 |
Francesco Caputo |
Italia-Moldavia 6-0, 7 ottobre 2020 |
Alessio Cragno |
Italia-Moldavia 6-0, 7 ottobre 2020 |
Alessandro Bastoni |
Italia-Estonia 4-0, 11 novembre 2020 |
Matteo Pessina |
Italia-Estonia 4-0, 11 novembre 2020 |
Pietro Pellegri |
Italia-Estonia 4-0, 11 novembre 2020 |
Luca Pellegrini |
Italia-Estonia 4-0, 11 novembre 2020 |
Davide Calabria |
Italia-Estonia 4-0, 11 novembre 2020 |
Rafael Toloi |
Lituania-Italia 0-2, 31 marzo 2021 |
Gian Marco Ferrari |
Italia-San Marino 7-0, 28 maggio 2021 |
Giacomo Raspadori |
Italia-Repubblica Ceca 4-0, 4 giugno 2021 |
Gianluca Scamacca |
Italia-Lituania 5-0, 9 settembre 2021 |
Joao Pedro |
Italia-Macedonia del Nord 0-1, 24 marzo 2022 |
Mattia Zaccagni |
Turchia-Italia 2-3, 29 marzo 2022 |
Davide Frattesi |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Wilfried Gnonto |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Tommaso Pobega |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Federico Dimarco |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Samuele Ricci |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Matteo Cancellieri |
Italia-Germania, 4 giugno 2022 |
Il Palmarès di Mancini da allenatore
- 3 Scudetti Serie A TIM - Tutti con l'Inter (2005-2006, 2006-2007, 2007-2008)
- 4 Coppa Italia (record a pari merito con Sven-Göran Eriksson e Massimiliano Allegri) - Fiorentina: 2000-2001; Lazio: 2003-2004; Inter: 2004-2005, 2005-2006
- 2 Supercoppa italiana - Tutte con l'Inter (2005, 2006)
- 1 Coppa d'Inghilterra FA Cup - Manchester City (2010-2011)
- 1 Premier League - Manchester City (2011-2012)
- 1 Community Shield - Manchester City (2012)
- 1 Coppa di Turchia - Galatasaray (2013-2014)
- 1 Campionato Europeo - Italia (Euro 2020)