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Calcio

Rivoluzione "Unstoppable": così il calcio femminile svolta

Francesco Albanesi
Rivoluzione "Unstoppable": così il calcio femminile svoltaN/A

Il calcio femminile si prepara alla svolta. L’Uefa ha appena lanciato la nuova strategia “Unstoppable”, che per i prossimi sei anni rivoluzionerà tutto il movimento nel pieno segno della sostenibilità. Nadine Kessler, Uefa Managing Director of Women’s Football, fa il punto sulla situazione, parlando di “modello di business futuro” grazie a tv, sponsor e nuovi format che verranno lanciati per alzare sempre di più competitività e audience. Pensa che la precedente strategia, "Time for Action", abbia migliorato il movimento del calcio femminile negli ultimi cinque anni? “Time for Action è stato un successo. È stata la nostra prima strategia in assoluto che ha gettato le basi per il calcio femminile europeo, stabilendo una visione chiara e unifica del gioco. Abbiamo implementato nuovi progetti a tutto campo, tra cui partecipazione, coaching e arbitraggio. Inoltre, abbiamo trasformato le competizioni Uefa introducendo nuovi formati per le nazionali senior e giovanili. L’introduzione della fase a gironi nella Women’s Champions League e il successo della Women’s Euro ha implementato il movimento”. In cosa consiste il nuovo programma, “Unstoppable”? “Unstoppable riflette sia l'ascesa del calcio fino ad oggi, sia l'impegno della Uefa nella crescita ulteriore del gioco. Questa strategia consiste nel muoversi verso un ecosistema calcistico femminile interdipendente e sostenibile. Un sistema che posiziona saldamente l'Europa come la patria di molteplici campionati professionistici, club e giocatori, e che attrae nuovi investimenti, offrendo il miglior panorama competitivo al mondo. Inoltre, apre le porte di tutti i club alle donne, in modo da fornire un percorso chiaro per raggiungere le loro ambizioni calcistiche. Se avremo successo, entro il 2030 non avremo più bisogno di convincere i genitori a far giocare le loro figlie, ma di lasciare che siano loro stesse a decidere”. In che fase si trova attualmente il calcio femminile? “Abbiamo riscontrato grandi successi negli ultimi anni, risultati record e una crescita significativa grazie ai passi pionieristici di molte federazioni nazionali, leghe, club e giocatori.

Oggi il calcio è lo sport femminile di maggior successo e più popolare. Ha dimostrato di poter essere una grande leva per il cambiamento della società, specie per il suo potenziale di business, per questo tanti ci investono. Ma bisogna essere onesti: il calcio femminile professionistico è ancora agli inizi. Dobbiamo imparare a essere professioniste a tutti i livelli, dentro e fuori dal campo, per trasformare il gioco più popolare per le donne in un business sostenibile e praticabile”. Come? “Attraverso media, sponsorizzazioni, biglietteria e altre fonti di reddito. Le cose si stanno evolvendo”. A partire dalla stagione 2025-26, nella Women's Champions League, verrà introdotto un formato a campionato unico con 18 squadre. Quali sono le aspettative? “Siamo speranzosi. Stiamo apportando questi cambiamenti per ampliare la piramide calcistica dei club a tutti i livelli. Un maggior numero di squadre che competono ai massimi livelli metterà il calcio sotto i riflettori, oltre a incentivare i campionati nazionali a professionalizzarsi ulteriormente. La UWCL passerà da una fase a gironi al campionato unico, stesso format del calcio maschile. Migliorerà ulteriormente la competitività. Parteciperanno 18 squadre, due in più rispetto ad oggi. Saranno divise in tre urne in base alla forza e ogni squadra giocherà sei partite. Sarà un format ancora più emozionante perché si giocheranno 54 partite diverse rispetto alle 24 di oggi e, per la prima volta, si sfideranno le migliori squadre del torneo. Vogliamo che sia vista in tutto il mondo. Il nostro programma commerciale ci permette di farlo, garantendo anche più premi”. E le qualificazioni? “Cambieranno anche quelle. Nove squadre si qualificheranno direttamente rispetto alle quattro della fase a gironi di oggi. In Italia, essendo la federazione numero sei, almeno per il 2025-26, chi vincerà lo scudetto rientrerà di diritto nelle 18 squadre partecipanti”.

Le partnership con Dazn e Youtube hanno suscitato un maggiore interesse. Stiamo assistendo a una crescita esponenziale della fanbase? “Ci sono diversi modi per far crescere una fanbase. Ma queste partnership sono un elemento chiave per portare il calcio femminile alle masse. Il nostro legame con Youtube e Dazn è stato rivoluzionario in un momento in cui nessuno aveva visto l'UWCL. Il loro impegno e il loro investimento hanno contribuito molto all'interesse che vediamo oggi, soprattutto con la decisione di Dazn di concedere in sublicenza alcune partite in chiaro. Tra la prima e la scorsa stagione abbiamo aumentato il pubblico della fase a gironi del 158%”. Una delle priorità della nuova strategia è dare maggiore risalto alle nazionali. Come? “Le finali dei tornei che giocano le nazionali sono estremamente importanti per il calcio femminile. Sono lo specchio di quanto in alto puntiamo, dal punto di vista sportivo e commerciale. Ci siamo impegnati a rendere il prossimo Women's Euro 2025 (in Svizzera, ndr) il più visto e partecipato. Stiamo facendo tutto il possibile per esaurire i circa 700mila biglietti per la prossima estate”. Il processo è in via di sviluppo.

“Anche per l'edizione 2029 della Women’s Euro abbiamo già avviato il processo di candidatura. Abbiamo cinque candidati, tra cui l'Italia. Nomineremo il paese ospitante nel dicembre 2025. Negli ultimi due anni abbiamo completamente trasformato il format delle nazionali, introducendo anche la Women's Nations League. Il futuro del calcio femminile non può più essere costruito sulle amichevoli”. Ci sono strutture adeguate in Europa per far avvicinare le donne al calcio? “Le strutture calcistiche che abbiamo in Europa sono uniche. Anche se abbiamo bisogno di più campi, più allenatori e più programmi. Oggi abbiamo oltre 150mila club dilettantistici, 50mila di questi hanno squadre femminili. Immaginate il potenziale quando tutti gli altri club apriranno le loro porte. La Uefa si impegna a costruire le basi. Nel 2020 abbiamo lanciato due nuovi programmi: l’Uefa Playmakers, ispirato a Disney, che ha avuto un enorme successo in Italia, e il nostro programma di calcio nelle scuole che ha raggiunto 3,38 milioni di giocatrici dal 2020”. A che punto è il movimento del calcio femminile in Italia e in che modo la strategia Uefa può supportarlo? “L'Italia appartiene all'élite. Lo si vede dalla sua partecipazione regolare ai principali tornei internazionali, anche se sta aspettando il grande salto. I club sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni e il calcio femminile italiano ha fatto passi da gigante. L'ottenimento dello status di professionista nella Serie A femminile è stato straordinario: ha contribuito a far conoscere il campionato, rendendolo più visibile, riconoscibile e più attraente per le giocatrici internazionali, guardate Lina Magull (calciatrice tedesca dell’Inter, ndr). Nei quarti di finale della Women’s Champions League 2022, Roma-Barcellona, all’Olimpico c’erano quasi 40mila spettatori. Quest’anno, invece, in Serie A, all’Allianz Stadium Juventus e Roma hanno giocato davanti a 33mila tifosi. L'Italia ha giocatrici di grande talento ed esperienza internazionale, sia livello di club che di nazionale”.