Che fosse un pupillo di José Mourinho lo si era capito da tempo. Almeno da novembre, quando il tecnico della Roma predisse che presto avrebbe giocato da titolare perché, testuali parole, "vedo una grande crescita da quando si sta allenando con noi". Ora il grande momento è arrivato per Benjamin Tahirovic, centrocampista svedese classe 2003 in campo dal primo minuto contro il Bologna.
Il debutto in campo in Serie A TIM, Benji Tahirovic l'aveva messo a segno il 13 novembre 2022 all'Olimpico contro il Torino, proprio in uno dei passaggi più delicati della stagione della Magica. Da lì lo Special One ha fatto giocare il suo pupillo con sempre maggiore continuità nelle amichevoli organizzate durante la pausa Mondiale. Fino al debutto dal primo minuto, per l'appunto, alla ripartenza del campionato il 4 gennaio.
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Chi è Benji Tahirovic
Nato il 3 marzo 2003 nel distretto di Stoccolma, Tahirovic si è formato nella scuola calcistica dell'AIK. Il passaggio al FC Djursholm nel 2017 è stato il primo gradino che lo ha portato sul vero trampolino della sua giovanissima carriera: l'esperienza al Vasalund, iniziata nel 2020. Benji è stato uno dei punti fermi della squadra, contribuendo alla sua promozione in Superettan. La Roma gli ha messo subito gli occhi addosso, spinta da Mourinho.
Il trasferimento che ha portato il giovane svedese nella Capitale è stato ufficializzato proprio agli sgoccioli del mercato invernale 2021. Tahirovic non desiderava indossare nessun'altra maglia, per un motivo principale: sarebbe diventato compagno di squadra del suo idolo Edin Dzeko. Non è un caso infatti che la seconda foto in assoluto scattata a Trigoria, dopo quella ufficiale per la presentazione di di rito con la maglia, sia stata col centravanti di Sarajevo. Sarajevo che Tahirovic porta nel Dna, visto che i suoi genitori sono originari della stessa città di Dzeko.
Dala terza divisione svedese alla Conference League
Divertente, ma anche scioccante: così Tahirovic ha definito il passaggio repentino e clamoroso che lo ha catapultato dalla terza divisione svedese a uno dei campionati più rinomati d'Europa e del mondo. "Un salto enorme", come lo ha definito lui stesso, che lo ha portato a essere testimone diretto della vittoria di una coppa europea: la Conference League.
La freschezza e la sana arroganza dei suoi 19 anni Tahirovic le esprime sempre col sorriso umile e gentile di chi è partito da una piccola realtà di provincia. Ma l'ambizione non gli manca: "Ora che sono venuto alla Roma vogliono mettere la mia maglia nelle scuole, nelle pizzerie".
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Tutto merito del fratello
E pensare che a calcio a questi livelli Bejamin ci è arrivato grazie a suo fratello Adi, che lo ha spinto a giocare. Lui schierato più dietro, in difesa, ha stimolato la passione del piccolo Benji, che lo andava ad ammirare in campo, in partite e allenamenti. Facile dunque capire come la nostalgia di casa a volte si sia impossessata di lui da quando a Roma, come in quell'occasione in cui è stato multato per essere "fuggito" senza autorizzazione in Svezia per due settimane.
Al suo ritorno però è stato il suo talento a emergere, con giocate e prestazioni super con la Primavera. Fino alla promozione in prima squadra, sempre nel segno del mentore Mourinho. "Ho combattuto tutta la mia vita per questo. È un sogno che si avvera". I sogni e gli obiettivi sono quelli dei grandissimi campioni: "Il mio obiettivo a lungo termine è vincere il Pallone d'Oro".