Rabbia e voglia di cambiare. La partita di Como ha scatenato la furia di Dan e Ryan Friedkin, che hanno deciso di dare definitivamente una svolta alla Roma. Anche perché nel frattempo i giallorossi hanno 16 punti in 16 partite, uno score così desolante non ce l’hanno mai avuto nella storia della Serie A, da quando esistono i tre punti a vittoria. E la miseria di quattro vittorie in 16 partite è un bottino così povero che bisogna risalire addirittura al 1992/93 per trovare un rendimento così desolante in casa romanista. Esattamente come l’unico tiro in porta arrivato ieri a Como è lo score peggiore della stagione (meno ne erano arrivati solo con l’Atalanta, cinque). Insomma, i numeri sono davvero impietosi e fotografano una situazione che necessita di un intervento urgente. I Friedkin hanno deciso di mettere sul piatto della bilancia tutte le opzioni, ad iniziare proprio dalla squadra. Ma è in società che bisogna intervenire prima di tutto, considerando che ad oggi la Roma come dirigenti ha solo Florent Ghisolfi (responsabile dell’area tecnica) e Maurizio Lombardo (segretario generale). Da circa tre mesi manca una figura apicale come il Ceo (Lina Souloukou si è dimessa lo scorso 22 settembre), figura per cui da tempo è in pole position Marzio Perrelli, uomo molto vicino a Giovanni Malagò e attuale executive vice presidente di Sky Italia. La nomina del Ceo sarebbe un primo passo per normalizzare una struttura che necessita di un intervento immediato. Poi c’è la squadra, contro cui si è abbattuta ieri la furia della proprietà americana. I Friedkin subito dopo la sconfitta con il Como si sono affrettati a far venire a galla la loro insofferenza per una prestazione che non si aspettavano, in nessun senso. A gennaio i due texani vogliono salutare molti giocatori, anche per dare una scossa a livello di mentalità, cambiare un sistema dentro Trigoria che evidentemente non funziona più a dovere.
O, almeno, coem si aspetterebbero. Il mirino della proprietà è fisso prima di tutto sulla vecchia guardia (Cristante, Pellegrini e Mancini, ma anche Paredes ed El Shaarawy), ma soprattutto sulla stella della squadra, Paulo Dybala, che il club avrebbe salutato volentieri già la scorsa stagione. E poi anche su altri giocatori che hanno un rendimento considerato insufficiente: Celik, Hermoso, Zalewski, Baldanzi e Shomurodov. Il problema è che tutti questi giocatori guadagnano tanto e piazzarli sarà difficile: Dybala 9 milioni (più uno di bonus), Pellegrini 6, Cristante 3 più bonus, Mancini ed Hermoso 3,5, Paredes 4, El Shaarawy 2,5 (più bonus), Celik 1,7, Baldanzi 1,5 e Shomurodov 1.3. Paradossalmente l’unico che si può piazzare facilmente a gennaio è Zalewski, che prende meno di 500mila euro e ha il contratto in scadenza a giugno. Ma poi potrebbe esserci anche qualche addio clamoroso, magari in prestito, come quello di Enzo Le Fée ad esempio, finora il vero flop del mercato giallorosso: pagato 23 milioni e ancora mai senza una traccia vera. Ci sarà da lavorare per piazzare altrove i giocatori, dunque. Ma è evidente che se andrà via qualcuno, dovrà arrivare qualcun altro. Alla Roma, ad esempio, per la fase offensiva stanno seguendo da tempo la situazione di Giacomo Raspadori, che a Napoli non riesce a trovare spazio e che potrebbe arrivare in prestito. Monitorata da vicino anche la situazione di Beto, il centravanti portoghese dell’Everton ed ex Udinese. La Roma lo segue dalla scorsa estate ma adesso che i Friedkin sono ufficialmente i proprietari del club di Liverpool, allora l’operazione può essere conclusa con maggior facilità. Come terzino destro piace invece da tempo Devyne Rensch, 21 anni, olandese dell’Ajax che gioca prevalentemente a destra ma può essere impiegato anche dall’altra parte, a sinistra. A giugno si libera a parametro zero, ma la Roma vuole arrivarci prima anche per non rischiare di perdere il giocatore, su cui c’è l’interesse anche di altri club. Infine a centrocampo occhi su Rocco Reitz del Borussia Moenchengladbach, tedesco di 22 anni, titolare della Germania Under 21. Lo scorso anno giocava in coppia con Manu Koné, con cui potrebbe tornare a formare la cerniera di centrocampo. Stavolta, però, in giallorosso.
Fonte: Gazzetta.it