José Mourinho ha fatto la storia del calcio, indubbiamente. Col suo piglio da vincente, al limite dell'arrogante secondo molti, si è fatto conoscere in tutto il mondo. Dopo aver conquistato la prima coppa europea della storia della Roma , il tecnico portoghese ha messo in bacheca l'ultimo di una lunga serie di trofei, forse il più inaspettato. E, proprio per questo, uno dei più apprezzati e importanti.
Se da un lato l'abbiamo imparato a conoscere per le dichiarazioni schiette in materia di calciomercato e analisi tattiche, spesso polemiche, dall'altro Mourinho è anche capace di sorprendere svelando un altro lato di sé, più nascosto. In un'intervista a Forbes, l'allenatore ha parlato dei "segreti" e degli aspetti psicologici del suo lavoro.
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I segreti di un allenatore
Il tecnico della Roma sottolinea poi la fondamentale importanza delle strategie da adottare in campo. "Riducono l'imprevedibilità . Cenrto, mon si può prevedere tutto, ma preparandoci al meglio possiamo ridurre i rischi che incontriamo durante le partite. Questo comporta anche prendere decisioni difficili: devi fidarti delle tue analisi, ma a volte anche dei tuoi sentimenti e fidarci degli altri". Ma come riesce uno Special One a controllare lo stress? "Ho un buon rapporto con lo stress. Non va bene non sentirlo, ma neppure sentirlo troppo".
Il mantra di Mourinho
Scavando scavando, alla fine, è la motivazione a spingere uno sportivo oltre i suoi limiti. Per Mou la vera chiave del successo è tutta qui: "Non accontentarsi mai e volere sempre di più. Mai smettere. E non ha a che fare con l'età, è questione di personalità". Con il solito mantra sempre in testa: "Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio".