La passione si tocca con mano. Giorno per giorno. Lecce e la sua provincia vivono abbracciati virtualmente alla squadra di calcio che prova a difendere la Serie A. Sarebbe l’ennesimo miracolo. Perché Pantaleo Corvino, l’uomo che scova talenti nei mercati meno esplorati e battuti, rivendica a modo suo, ("ma posso permettermelo nel mio territorio") i valori di una squadra costruita con tanto scouting e pochi soldi e tenuta in piedi con un monte ingaggi che sta sotto i dieci milioni, ma salvarla per il secondo anno di fila sarebbe un’impresa straordinaria. E per correre verso il sogno c’è bisogno di tutto il territorio. Qualche settimana fa, dopo il passo falso in casa contro il Verona e il colpo di... testa (ci sta il gioco di parole) del tecnico Roberto D’Aversa che è andato a colpire l’attaccante avversario Henry che provocava alcuni giallorossi, il Lecce sembrava a un passo dal baratro. Dopo un avvio scintillante, con prospettive affascinanti, 11 punti in 5 partite, la barca ha finito per andare alla deriva. Nelle successive 23 gare è riuscita a vincere soltanto col Frosinone e la Fiorentina allo scadere. Roba da infarto.
Quel bottino iniziale l’ha tenuta a galla, incredibilmente fuori dalla zona rossa, ma una scossa andava tutto. E dopo l’incomprensibile gesto, D’Aversa è uscito di scena. Con la squadra un po’ spenta che non aveva mai vinto in trasferta. Il presidente avvocato Saverio Sticchi Damiani e Corvino hanno scelto Luca Gotti. E la svolta c’è stata, non solo nei fondamentali punti (colpo a Salerno e un bel pari con la Roma). «Gotti ha dato serenità, è entrato in punta di piedi nella testa dei giocatori», ha ricordato più volte il presidente che si è molto legato al tecnico di Porto Viro. Che sta entrando nel mood. Gotti ha cambiato tanto a livello tattico. La linea difensiva a quattro è rimasta, ma il 4-3-3 non è più un dogma imprescindibile; tutti i giocatori sono fortemente tenuti in considerazione, Blin ha trovato la giusta collocazione in mediana accanto al metronomo Ramadani (4-2-3-1).
Piccoli ha avuto maggior fiducia, il giovane Dorgu, prodotto della Primavera scudettata, è diventato un titolare che agisce da esterno alto. Venuti è stato rilanciato, Berisha è stato lanciato. La squadra mette molta più intensità. Si è visto nella partita giocata al Via del Mare contro la Roma, una delle gare migliori del Lecce in questa tribolata stagione. La squadra è col tecnico, lo segue, si è riaccesa. La porta del bravo Wladimiro Falcone è rimasta inviolata due volte su tre. Solo col Milan in 10’ per un tempo, ne ha presi tre. I tre punti, a quota 29, sulla terzultima, sono un margine importante a sette gornate dalla fine, ma non particolarmente rassicurante. Per uscire dall’incubo ed esultare al Lecce serve fare almeno altri sei punti e raggiungere quota 35. Come farli? La prima tappa, fondamentale, è in programma sabato pomeriggio nello stadio in cui il Lecce ha conquistato 20 dei 29 punti, contro l’Empoli.
Mancherà Krstovic, squalificato, e Banda non sta bene. Facile dire che, vincendo, i giallorossi avrebbero la salvezza in tasca. Ma proprio gli scontri diretti stanno diventando i più spinosi. Non perderli è già un grande passo. La settimana successiva Gotti, abile (per il lungo percorso da vice di Donadoni, Sarri, Tudor) a studiare alla perfezione l’avversario, dovrà andare al Mapei a casa Sassuolo. Poi il Monza in casa, quindi la trasferta di Cagliari e l’Udinese in casa, l’ex squadra del tecnico salentino.
Chiusura con Atalanta e Napoli. Il calendario non si mette contro il Lecce. In quattro scontri diretti e il Monza in casa sei punti possono arrivare. Un altro alleato la squadra ce l’ha: il pubblico che segue e fa rumore in casa e non manca in trasferta con i tanti salentini che vivono al Nord. Gli abbonati sono 21.247, ai quali, in casa, si sono sempre aggiunti i paganti, una media di più di 5 mila a partita (il record alla prima con la Lazio, 8.063). La società ha fatto un enorme lavoro sul territorio e sui tifosi. Fidelizzandoli. Lo store fa ottimi affari. Gotti, che al Sad aveva avuto solo una parentesi alla Reggina a inizio carriera, ha intuito l’amore che c’è. E vuole ripagarlo. Se si salverà sarà uno di loro. A lungo.
Fonte: gazzetta.it