Dalla polvere all’altare. In quattro giorni. Quelli trascorsi da Salernitana-Sampdoria 3-2 a Sampdoria-Bari 0-0. In mezzo, l’avvicendamento tra i due Andrea (Pirlo e Sottil) sulla panchina blucerchiata. E l’ingaggio, nell’ultimo giorno di mercato - pare su suggerimento del nuovo tecnico che lo ha avuto a Udine -, di Marco Silvestri, reduce da un lungo infortunio. Perché il ruolo è delicato. Soprattutto per una squadra che punta alla promozione. Bravo e umile, Paolo da Seriate (Bergamo). Cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, che lo ha contrattualizzato fino al 2026 e lo ha ceduto in prestito in B alla Sampdoria quando sembrava destinato allo Spezia. Per lui, nella scorsa stagione, la titolarità dell’Atalanta Under 23 in C due convocazioni in prima squadra, una in Europa League, una in campionato e il brevissimo debutto con l’Italia Under 20 nella sfida con la Romania (0-0) del 21 marzo scorso. L’anno precedente è stato protagonista nella cavalcata vincente del Brindisi, promosso in C: premio meritatissimo dopo una lunga trafila nel vivaio dell’Atalanta e, per una stagione (2021-22), nelle giovanili del Torino.
Un percorso di crescita costante che creerà non pochi grattacapi a Sottil, il quale, alla ripresa del campionato, sul campo del Cosenza, avrà un dilemma da sciogliere tra i pali. E non sarà facile decidere. Dalla polvere alle stelle. Dunque. Dopo sole tre presenze in B. Già, perché in avvio Pirlo gli ha preferito il bresciano Simone Ghidotti, titolare in Coppa Italia contro il Como e in campionato a Frosinone (2-2) e in casa con la Reggiana. Solo l’infortunio del compagno, proprio durante la sfida con gli emiliani, ne ha “favorito” il debutto in B. Un debutto sfortunato coi blucerchiati sconfitti in casa nel finale (0-1) e subissati dai fischi del Ferraris. Fischi proseguiti anche a Salerno, non solo per lui, ma soprattutto per lui. Prima del rilancio di sabato scorso. Il penalty neutralizzato. L’abbraccio con Fabio Depaoli. Gli applausi della curva. Le parole a caldo: “Il rigore parato sotto la gradinata sud è stata una cosa unica, clamorosa. Il boato dello stadio e la visione dei miei compagni che venivano ad abbracciarmi sono state emozioni bellissime. Per come si era messa la partita, questo punto è importantissimo. Ci siamo compattati e lo stadio ci ha sempre supportato. È molto importante non subire gol per la fiducia di tutto il reparto arretrato. L'arrivo di Silvestri è uno sprono per tutti. Il nostro gruppo dei portieri è affiatato e ci vogliamo bene. Con il suo arrivo si alzerà maggiormente il livello".
Questa è la storia recente di Paolo Vismara, 21 anni, 195 cm d’altezza, professione portiere. Passato, in 96 ore, dalla polvere all’altare di manzoniana memoria. Dall’errore sesquipedale che ha permesso alla Salernitana di sbloccare in avvio una gara poi vinta 3-2 (da 1-2) alla prestazione super sfoderata contro il Bari. Opponendosi a tutto negli 85’, recuperi compresi, in cui la sua squadra è rimasta in inferiorità numerica e ha subito 25 tiri, sette dei quali nello specchio, tutti neutralizzati da Paolo. Che si è concesso il lusso di parare un rigore a Kevin Lasagna. Un “lusso” che lo ha fatto diventare il più giovane portiere blucerchiato della storia a riuscirci. Spodestando niente meno che Gianluca Pagliuca, portiere della Nazionale e dello scudetto (1990-91), riuscito nell’impresa sul tiro di Lamberto Piovanelli a 22 anni e nemmeno tre mesi il 5 marzo 1989 durante Sampdoria-Pisa 2-0.
Fonte: Gazzetta.it