Niente più finale. La Uefa con un comunicato ufficiale ha tolto a San Siro l’assegnazione (con l’asterisco) per l’edizione 2026-27 della Champions. La sede non era stata ancora confermata, proprio per i dubbi di Nyon sul futuro dell’impianto milanese. Ieri la decisione definitiva: "Dato che il Comune non può garantire che lo stadio non sarà oggetto di lavori nel 2027, è stato deciso di non assegnare la finale a Milano e di riaprire il procedimento per l’assegnazione di una sede opportuna, con la scelta che avverrà verosimilmente tra maggio e giugno 2025". Una beffa per San Siro, specialmente alla luce di ciò che era emerso il 13 settembre nell’ultimo incontro tra il sindaco Sala e i vertici di Milan e Inter sulla futura casa dei due club meneghini. "Dopo lunghe analisi le due società sono arrivate alla conclusione che lo stadio non è ristrutturabile, o perlomeno a costi accessibili, e che quindi non considerano l’ipotesi San Siro, come si era pensato negli ultimi mesi, fattibile", il virgolettato amaro di Sala. In sostanza, il Meazza non sarà ristrutturato, ma sul futuro stadio (o stadi?) di Milan e Inter resta un gigantesco punto di domanda. Dove giocheranno le milanesi? I rossoneri hanno in ballo la soluzione San Donato, con tanto di terreno già acquistato, mentre i nerazzurri hanno un diritto d’esclusiva nell’area di Rozzano sino al prossimo gennaio. Ma dopo l’ultimo meeting a Palazzo Marino avrebbe ripreso slancio l’opzione di un impianto comune - ma di proprietà e diviso al 50% - nell’attuale area di San Siro. Per questo la Uefa, evidentemente stanca di aspettare, ha deciso di non rischiare e di procedere al cambiamento della sede per la finale di Champions.
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha preso atto: "La decisione Uefa per la finale di Champions 2027 era già annunciata, anche perché è immaginabile che, dopo l’inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2026, lo stadio di San Siro possa essere sottoposto a una significativa ristrutturazione. D’altro canto, pur nella competizione tra città e stadi attraverso la quale verranno selezionate le sedi italiane, Milano è un punto fermo per Euro 2032". Insomma, il 6 febbraio 2026 il Meazza sarà il teatro della cerimonia d’apertura dell’Olimpiade invernale di Milano-Cortina, ma sul dopo non ci sono certezze, se non che non ci sono rischi di vedere un Europeo in Italia tra otto anni senza il capoluogo lombardo tra le sedi. Appena saputo della bocciatura di San Siro e appurato che le motivazioni dell’Uefa non intaccavano in alcun modo l’impiego dell’impianto per Euro 32, in via Allegri la Figc ha iniziato a lavorare sulle alternative. In Italia solo un altro stadio, oltre a quello milanese, rispetta il requisito chiave (i 60 mila posti) per ospitare la finale di Champions, ed è l’Olimpico di Roma. La Federazione, che ovviamente era ben lieta di accogliere in Italia un altro evento sportivo di altissimo livello, punta forte su questa soluzione. In questi mesi verranno fatte tutte le valutazioni del caso, discutendone con la solita lunga lista di interlocutori a partire da Governo e Comune. Ma viene difficile pensare che l’idea romana non venga accolta.
Questo non significa che sarà la Capitale ad aggiudicarsi l’evento: l’Italia può dare la sua alternativa a Milano, ma tutte le federazioni all’interno dell’Uefa hanno ora la possibilità di dare la propria candidata. È vero, quando a maggio è stato scelto San Siro, gli impianti che se la giocavano erano due per due anni: alla Puskas Arena di Budapest era stata assegnata la finale 2026, a San Siro quella del 2027. Ma l’assenza di reali sfidanti di allora non esclude affatto la possibilità che qualche federazione, magari esclusa da qualche altro evento, si faccia avanti adesso. Quella dell’Olimpico resta comunque un’ipotesi solida. L’ultima volta che si è giocata una finale Champions a Roma era il 2009. E poi c’è Euro 32 in arrivo, che potrebbe migliorare ancora l’impianto. Insomma, la strada è lunga, ma al momento la Capitale ha tutte le carte in regola per ottenere quel che Milano non può più avere.
Fonte: gazzetta.it