Non bastassero i problemi con Leao e Theo, il Milan di Fonseca ha un'altra impellenza non secondaria da affrontare. Due gol a partita incassati nelle prime tre uscite di campionato sono di per sé preoccupanti, di certo non un rituale adatto a chi si immagina competitor di Inter e Juve per il tricolore, ma scavando con lo sguardo c’è qualcosa di ancor più spinoso da scongiurare. Sono tutti gol fotocopia. Il problema della difesa rossonera è che si fa infilare sempre allo stesso modo. Cross dalla sinistra e stoccata dell’avversario, quasi sempre appostato (in libertà) sul secondo palo. Torino, Parma, Lazio e un film che si ripete in modo inquietante. L’incipit, a San Siro contro i granata, sembra figlio di una svista e della contingenza. Cross di Zapata dalla sinistra, testa di Bellanova sul secondo palo e Thiaw che pasticcia e si fa autogol con la palla che varca la linea. In realtà è l’abbrivio di una liturgia che si ripete con inspiegabile puntualità: Zapata, Man, Cancellieri, Castellanos e Dia, tutti a raccogliere palloni quasi sempre solo da sbattere in rete.
Sotto la lente c’è in primis la zona di destra rossonera: Calabria-Bennacer contro il Toro, Calabria-Musah a Parma e Emerson Royal-Fofana a Roma contro la Lazio. Ma poi lo stoccatore spunta dalla corsia opposta, quella governata da Theo Hernandez o chi per lui, quindi non esente da colpe. Storie di chiusure tardive, aiuti inesistenti e posizioni sbagliate, ma la fase difensiva nel calcio moderno si basa sempre più sulla coralità (fondamentale già il posizionamento degli attaccanti nel cercare di recuperare subito palla) e quindi stona individualizzare i colpevoli. Però il problema c’è. Basta una carrellata su youtube per farsi un’idea. “Impossibile vincere quando difendiamo così”, ha detto Fonseca dopo Parma. Ancor più arduo se si viene infilati sempre allo stesso modo.
Fonte: Gazzetta.it