Il Milan si rifà il look, abbracciando la storia. Al Flagship Store di Milano, il club rossonero, in occasione dei 125 anni dalla sua fondazione (16 dicembre), ha lanciato il nuovo kit creato in collaborazione con Puma e disegnato assieme ai tifosi rossoneri di tutto il mondo, che hanno guidato il processo di design tramite una piattaforma online. La nuova maglia - strisce larghe, maniche esclusivamente lunghe, nessuno sponsor tranne il logo Puma - non porterà i cognomi dei calciatori sulle spalle in occasione del lancio il prossimo 15 dicembre nella sfida di San Siro contro il Genoa. Ci sarà soltanto il numero. Presenti all'evento Nelson Dida e Serginho. Il difensore brasiliano ha segnato nel famoso derby vinto 6-0 dal Milan nel 2001, vestendo proprio una maglia a maniche lunghe: "Speriamo che questa nuova divisa possa portare fortuna alla squadra - ride -. Spero che il Milan torni a essere una squadra vincente. Il calcio è cambiato parecchio negli anni, anche nell'abbigliamento e nelle scarpe".
Poi gioca con la scaramanzia: "Tornare indietro nella storia può aiutare a fare bene in modo da riportare il Milan a vincere". Storia a parte, il brasiliano torna poi sull'attualità, spiegando qual è il vero problema dei rossoneri: "Manca equilibrio. Ha fatto sempre su e giù, alternando grandi prestazioni come a Madrid ad altre meno buone come il pareggio di Cagliari". Nel complesso guarda il bicchiere mezzo pieno: "L'allenatore è appena arrivato. È normale un momento così visti i tanti acquisti in estate". Da terzino a terzino, Serginho si esprime anche su Emerson Royal, giocatore che divide i tifosi rossoneri: "Essere un terzino brasiliano del Milan ti porta ad avere grosse responsabilità visto il passato con Cafu. Lui sta ancora capendo il calcio italiano, ci vuole tempo. Ha qualità e troverà il suo equilibrio, ma ci vuole pazienza". Sull'obiettivo finale di squadra: "Vedo sempre positivo, spero che il Milan arrivi in fondo a tutto. Ma in questo momento ha due-tre squadre davanti". Serginho conclude tirando fuori i ricordi: "La prima Champions League mi è rimasta nel cuore. Abbiamo creato una squadra giusta per vincere. Credo sia il capitolo più bello del mio periodo rossonero".
Fonte: Gazzetta.it