Non una raccomandazione, ma una garanzia. Francisco Conceicao è arrivato alla Juventus con la formula del prestito oneroso. Un'operazione particolare, che dimostra quanto i bianconeri fossero intenzionati ad averlo, convinti che il classe 2002 possa alzare il livello della squadra. Suo padre Sergio, che in carriera ha giocato in Italia con Lazio, Inter e Parma e che per anni ha allenato il Porto, è convinto che i bianconeri abbiano fatto un affare. Intervenuto in diretta su Radiosei, Sergio Conceicao ha tessuto le lodi del figlio, rifiutando però il paragone fra i due benché il ruolo li accomuni: "Siamo molto diversi, ma lui è un bel giocatore - ha assicurato -. Ha un ottimo cambio di direzione, nell'uno contro uno è davvero bravo. Deve ancora crescere, ma alla sua età è normale. Lui ha questa voglia di vincere sempre, questa fame che lo spinge sempre a dare il massimo". Già nel giro della nazionale portoghese, Francisco con il Porto ha vinto il campionato nel 2022 e la coppa nazionale nel 2022 e nel 2024, sempre sotto la guida del padre che quindi lo conosce, anche professionalmente, molto bene.
Conceicao ci teneva però a lasciare un pensiero per Eriksson, scomparso lo scorso 26 agosto, con cui alla Lazio ha vissuto il periodo migliore della carriera vincendo scudetto, Coppa delle Coppe, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Supercoppa Europea: "Sven era una persona eccezionale, e questo va oltre le sue qualità da allenatore - ha continuato Conceicao -. Era un gentleman, tutti i giocatori erano legati a lui. Nella sua Lazio c'erano tanti giocatori di personalità, ma lui gestiva i diversi caratteri in maniera impeccabile. In settimana litigavamo, ma riusciva a fare in modo che la domenica fossimo una famiglia. Se ne è andato confermandosi sempre positivo, pensando più agli altri che non a se stesso. Mi viene ancora la pelle d'oca a sentire le vecchie radiocronache o a vedere i miei gol con la Lazio. Mi dispiace che non abbiamo vinto la Champions League, quello per me è un rammarico. Quella squadra meritava di arrivare fino in fondo anche in quella competizione. Abbiamo vinto tutto, ma quello resta un rammarico. Alla Lazio e ai suoi tifosi sono legatissimo, infatti sono professionista, devo sempre guardare avanti, ma per come sono fatto so che alcune squadre al mondo non le allenerò mai...".
Fonte: Gazzetta.it