Error code: %{errorCode}

Serie A Enilive

Setti, 10 anni di Hellas Verona: "Mi stimola vedere questo 'figliolo' che continua a crescere"

Redazione
Setti, 10 anni di Hellas Verona: "Mi stimola vedere questo 'figliolo' che continua a crescere"DAZN

Dieci anni di gestione sono un traguardo piuttosto importante. In un calcio che sempre di più si lascia ammaliare dal potere di investitori stranieri, Maurizio Setti è un baluardo che resiste saldamente al timone dell'Hellas Verona. Oggi ricorre l'anniversario del suo arrivo nel club ed è sicuramente emozionante voltarsi indietro, pensando a dieci anni fa. Lo ha raccontato lui stesso nell'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport: «Ero in uscita da Bologna perché c’era poca libertà per lavorare come avrei voluto. Mi guardai intorno. Riconobbi per logistica e capacità di far calcio Verona come una piazza ideale. Andai a vedere 8/9 partite. Iniziai a ragionare e mi colpì Jorginho. In realtà mi bastarono due mesi per capire che sarebbe stato quello il mio progetto. Fu determinante anche la tifoseria: mi innamorai. Mi esalto per il progetto che funziona, non solo la domenica per il risultato positivo. Quando sono arrivato c’era quasi tutto da ricostruire, mi stimola vedere come questo “figliolo” sia cresciuto e continui a crescere».

I momenti difficili

«Ci sono stati, dovuti al fatto che un club come il nostro difficilmente potrà avere una rosa di primissimo livello. Ma anche in quei momenti abbiamo creato giocatori da Serie A, abbiamo sviluppato un vivaio. Non associo il momento negativo alla retrocessione. Nella crescita abbiamo avuto un periodo negativo sul campo verde, non fuori. Come li gestisco? Non smetto mai di imparare. Poi ci metto istinto, caparbietà, continuità, capacità di non farsi condizionare. Non subisco gli insulti e non mi esalto con gli elogi. Sto con i piedi per terra. Faccio passare la nottata nei momenti difficili. Rifletto di più. Ero più impulsivo».

I simboli della sua gestione

«Tra i calciatori dico Toni. Poi Cacia, Pazzini, Romulo, Jorginho, Iturbe, Zaccagni, Valoti... Luca ha fatto cose straordinarie per l’età: lo ricordo con grande affetto. Allenatori? Dico Mandorlini, Aglietti, Juric e Tudor. Ivan ha introdotto un modo di pensare vicino al popolo di Verona: attaccare, pressare, verticalizzare. Formazione? Mai fatta. Li pago tutti: chi gioca, gioca, è uguale. Ora Marroccu e Cioffi hanno fame e voglia di dimostrare».