Ormai si è detto tante volte in stagione, coinvolgendo più squadre, ma anche in questo caso non se ne può fare a meno: Napoli-Milan è sfida Scudetto allo stato puro.
Filosofie simili di gioco e un sogno identico: il primo posto.
Lo schema a specchio: il 4-2-3-1
4-2-3-1: un conto alla rovescia leggermente alterato che avvicina giornata dopo giornata Spalletti e Pioli al tanto bramato primo Scudetto in carriera. Un modulo, questo dell'albero di Natale modificato, che sta esaltando le qualità dei singoli delle due squadre.
Un valore aggiuntivo è poi il tempo: entrambe le formazioni infatti conoscono ormai perfettamente i movimenti e le richieste per far funzionare questo assetto.
Lo schema di Pioli
Il tecnico rossonero aveva iniziato la sua avventura a Milano con il più classico dei 4-4-2, forse anche per ritrovare una solidità difensiva che negli ultimi anni era andata persa. Da quasi due anni invece, ormai, lo schema è cambiato per favorire l'equilibrio tattico e valorizzare le caratteristiche dei suoi ragazzi.
I nomi più lamapanti sono quelli di Rafael Leao e Theo Hernandez. Il primo, che nel tridente alle spalle dell'unica punta, spostato sull'esterno, sta letteralmente spaccando in due la stagione dei rossoneri. Liberato dal peso di giocare spalle alla porta (che mossa riuscire a portare a San Siro un maestro come Giroud...), il portoghese di origini angolane sta oramai facendo i solchi sull'esterno d'attacco.
Un altro aspetto importante: nei momenti difensivi si può stare più tranquilli perché dietro si è ben coperti. La catena con il francese Hernandez funziona a meraviglia, consentendo più volte allo stesso terzino di proporsi in avanti. Una vera mazzata per le difese avversarie che, su quel lato, sono spesso e volentieri sotto assedio.
La catena sinistra rossonera
Non è un caso che proprio da quel lato si sviluppino la stragrande maggioranza delle azioni offensive rossonere. Un'arma resa possibile grazie al fondamentale movimento del trequartista (Diaz su tutti) che crea dei baratri dove i due possono inserirsi con e senza palla.
Sarà soprattutto da quel lato che il Napoli dovrà prestare maggiore attenzione.
Lo schema di Spalletti
Luciano Spalletti col 4-2-3-1 ha costruito la sua carriera di successo. Come dimenticare quel Totti prima punta nella stagione 2005/2006, con una Roma reinventata dal tecnico toscano.
Il possesso palla è una delle caratteristiche del suo Napoli, capace di essere sempre molto propositivo in fase avanzata. Come detto in precedenza, tanto lo fa anche il tempo. Il Napoli non si è discostato troppo in questi anni da questo assetto, riuscendo a memorizzare con tanti dei suoi uomini movimenti essenziali.
Il numero 1... davanti
Ancor più che per il Milan, però, il Napoli è totalmente dipendente dalla presenza di Osimhen in questo modulo.
L'attaccante infatti si sta dimostrando fondamentale non solo per fare da scarico agli esterni (Politano e Insigne nella maggior parte dei casi), ma anche per i dialoghi con centrocampisti e trequartisti e per sfruttare le sue doti individuali.
Rispetto a Giroud infatti, Osimhen è un attaccante che ama correre nel vuoto e nella profondità: se il Milan dovesse lasciare qualche varco sarebbero dolori. Il nigeriano è stato ripreso più volte da Spalletti per la sua voglia di strafare, di trovarsi spesso da solo contro l'intera difesa; ma l'aspetto fisico (sia in termini di velocità che di prestanza aerea) è un'arma unica che lo rende il vero playmaker di questa squadra.
Sfida a specchio
La cosa certa è che a entrambi gli 11 titolari (e non solo) sarà richiesta tanta disponibilità ed enorme spirito di sacrificio. Senza dimenticarsi dell'approccio e dell'atteggiamento che, a prescindere dal posizionamento tattico, saranno sempre e comunque uno degli aspetti fondamentali nell'arco di quei 90 minuti.
A Napoli-Milan manca sempre meno...