Il calcio è uno sport di cuore, una questione di emozioni. Ecco perché i grandi protagonisti del pallone hanno il potere e la responsabilità di mandare messaggi molto importanti a tutti gli appassionati e non. Ed ecco perché stasera non si parla soltanto di campionato a Supertele, lo show condotto da Pierluigi Pardo che ci tiene compagnia nei posticipi di Serie A TIM.
Dopo la partita tra Sampdoria e Juventus, è stato trasmesso un estratto del reportage esclusivo realizzato da Alessandro Alciato su Andriy Shevchenko (in uscita su DAZN martedì 30 settembre), tornato nella sua Ucraina devastata dalla guerra. Il Pallone d'Oro ex Milan di cuore (oltre che di calcio) se ne intende. E per questo vuole veicolare un grande messaggio di pace, tornando dalla sua gente, incontrando i bambini che sognano di giocare le Champions e le Coppe del Mondo, riportando la situazione di un Paese martoriato dall'odio tra gli uomini. "Voglio far vedere a tutti cosa ha passato e cosa sta passando il popolo ucraino".
Le parole di Alciato
"Premetto che è stato un viaggio difficile da digerire, perché quando vedi certe cose sicuramente ti rimangono". Seguito passo passo da Alciato, Sheva è tornato per la prima volta nella sua Ucraina da quanto è scoppiata la guerra, inaugurata dalla Russia con l'invasione del 24 febbraio. "Siamo stati insieme a Kiev e a Bucha e Irpin, che sono tristemente noti per essere i luoghi per le stragi di civili. Ed è proprio lì che Andriy ha portato il suo messaggio di pace e per 48 ore è stato il nostro Cicerone. Ci ha portato a vedere la distruzione, ma il suo è stato un messaggio di pace. Lui è stato nominato ambasciatore di United24 (piattaforma per raccolte fondi, ndr) dal presidente ucraino Zelensky. Nell'intervista che vedremo nei prossimi giorni Shefva lo ripete tante volte: lui e l'Ucraina sognano la pace. Ha cercatom di portare questo senso di pace a bambini che giocavano in stadi che sono stati bombardati, con le tribune distrutte, senza spogliatoi".
A un certo punto Alciato mostra qualcosa alla telecamera:"Sapete cos'è questo? Si tratta del frammento di una bomba, che abbiamo raccolto in un campo in cui giocavano dei bambini. Ce n'erano tantissimi. Però in mezzo a quei campi devastati, i piccoli giocavano a pallone. Sheva allora ha detto: 'Io li voglio vedere come il nostro futuro, come il segno della ripartenza, come il primo passo verso la ricostruzione. Vi assicuro però che dovunque ti giravi vedevi tanta distruzione e tanta sofferenza".
L'estratto del racconto di Shevchenko
Supertele lancia in esclusiva le prime immagini del documentario. Un estratto in cui prende la parola Shevchenko, umile e vero come è sempre stato dentro e fuori dal campo. "Questa era una cttà bellissima, a 25 chilometri da Kiev, con un bellissimo stadio dove giocavano i bambini. Anche io da piccolo ho giocato dei tornei qui e adesso questo stadio è totalmente distrutto. Però la vita sta tornando, la gente torna per ricostruire. Dobbiamo aiutarli, dobbiamo dare una mano a tutte queste persone che vogliono tornare alla normalità. In questo campo ci sono bambinio che stanno giocando ancora, su terreni distrutti e pieni di buche provocate da proiettili o bombe".
Le parole toccanti si intrecciano e formano la punta del messaggio di pace che gli occhi e la pronuncia di Sheva lanciano con delicatezza e insieme determinazione all'Italia e al mondo. E che arrivano forti e leggeri come la carezza di una persona cara. "Io penso che lo sport ha un messaggio molto forte per il mondo intero. Noi dobbiamo ricostruire, noi dobbiamo riunire la gente. E lo sport ha questo potere".