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Calcio

Skorupski para tutto: le riserve del Bologna fermano il Benfica. Ma i playoff sono appesi a un filo

Matteo Dalla Vite
Skorupski para tutto: le riserve del Bologna fermano il Benfica. Ma i playoff sono appesi a un filoN/A
Al Da Luz gli uomini di Italiano fanno muro e trovano il secondo punto di questa Champions. Ma per proseguire potrebbe non bastare vincere le ultime due partite

Sì, d’accordo, è servito San Lukasz (Skorupski) ma un pari al “Da Luz” magari non darà dividendi per i playoff ma fa verità calcistica, quella di un Bologna cambiatissimo nelle scelte iniziali di Italiano ma mai sottomesso se non in quelle occasioni in cui il Benfica ha fatto valere la propria qualità superiore. E lì c’è stato appunto il portiere polacco che ha neutralizzato un po’ tutto e anche in maniera miracolosa, da Di Maria ad Amdouni fino a Pavlidis e chi con per loro. Il Benfica, che sperava nell’aggancio alla zona-vip, deve attendere mentre il Bologna sale a due punti: che daranno macrogranuli di autostima e fiducia e positività da riversare sul campionato, ben sapendo di aver fatto un mezzo miracolo nel teatro del Benfica, nell’inferno del Da Luz.

Il tutto portando avanti una crescita evidente sotto la guida di Italiano. Era la partita del dentro-o-fuori, questa volta veramente: il Bologna ci è arrivato con un solo punto e un solo gol; il Benfica di Lage e Di Maria e Otamendi e tutta la banda qualitativa da otto vittorie di fila si presenta con la volontà di aggredire il passaggio del turno, che sia playoff e Prime Otto. Vincenzo Italiano sceglie di lasciare fuori Lucumi, Freuler e Ndoye (il pensiero della Fiorentina evidentemente ha pesato non poco), mette Holm su Di Maria in basso a sinistra, infila sia Fabbian che Moro e Urbanski, in mezzo c’è Ferguson, davanti Thjis Dallinga per cercare di sbloccare quella brutta faccenda del gol che lo ha visto gioire per tre volte ma in… fuorigioco, tre gol annullati da quando è a Bologna. L’inizio – davanti a 3000 tifosi bolognesi compreso Gianni Morandi che dopo aver smaltito la febbre dei giorni scorsi ha deciso di vivere come da programma il suo 80° compleanno al “Da Luz” – è del Benfica che va in gol dopo 2’: il fuorigioco di Pavlidis, dopo una topica fra Beukema e Casale che aveva favorito la sveltezza di Di Maria in fase di assistenza, sana l’avvio distratto. La prima palla buona, dopo un tiro moscio di Fabbian, è per Dallinga: ribaltamento al 9’ anche un po’ casuale, Dallinga si trova davanti a Trubin che esce in maniera impeccabile sull’olandese. Il Bologna gioca con coraggio e trame evidenti: la formazione è, diciamo così, rivoluzionaria, ma è chiaro che certi principi di gioco sono stati imparati dai giocatori di Italiano. Il “Da Luz” tifa ma non troppo, il Bologna tiene palla, pressa alto ma vive sempre sul filo dell’errore e del rischio: manca un giallo a Otamendi per calcione deliberato a Fabbian al 27’, Arousnes è un interno che sta quasi più spesso dentro l’area avversaria (o a ridosso) e che continua a creare pericoli, così i due centrali di Italiano hanno necessità di aiuti che arrivano anche da Moro e Ferguson che si abbassano o da Posch che deve per forza accentrarsi.

C’è coraggio insomma, nel Bologna, ma manca spesso la rifinitura, anche per la qualità di Otamendi e compagni. E c’è anche la parata di Skorupski al 42’: discesa a sinistra di Carreras, botta al volo di Di Maria e il portiere polacco aumenta i decibel del “Da Luz” parando una botta tremenda. Va in archivio il primo tempo: Bologna identitario, gioca alto, pressa molto, rischia, contiene ma soprattutto mostra di avere una trama ben precisa. Piccola paura ad inizio ripresa: Florentino interviene su Ferguson che si ferma a terra toccandosi il ginocchio operato sei mesi fa; lo scozzese, poi, si rialza e l’interno del Benfica si prende il giusto giallo retroattivo dopo il vantaggio dato dall’arbitro al Bologna. Poi, al 5’, altra occasione per Dallinga: posizione decentrata, Trubin ne strozza il tiro.

Ora è il Benfica a spingere: cross e calci d’angolo, con il Bologna che si mette nella modalità ripartenza: al 20’, Skorupski si mette a fare un altro mezzo miracolo, esce su un cross velenosissimo di Aursnes e davanti alla palla finita sui piedi di Pavlidis edifica un altro intervento salvifico. Dall’altra parte, Urbanski esita troppo per cercare Trubin: Dallinga, per terra in mezzo all’area, intercetta. Il Benfica fa tre cambi - fra i quali Cabral, che Italiano conosce bene dai tempi viola - mentre il Bologna ne sostituisce quattro: entrano Lucumi, Ndoye, Freuler e Pobega, entrano i pesi massimi e in un certo senso il segnale è quello di voler provare a vincere la gara. Skorupski fa ancora una paratona su Amdouni a nove dalla fine del tempo regolamentare. Il “Da Luz” spinge, Italiano si fa anche ammonire e insomma il Bologna esce a testa altissima. Il finale vede ancora Skorupski fermare cross e angoli, il Benfica schiumare rabbia e Ndoye provare a creare qualcosa, e segnatamente un tiro alto quasi al tramonto. Il Da Luz non è contento, il Bologna gonfia il petto: poteva essere una disfatta e non solo non lo è stata ma si è rivelata una gara in cui la dignità bolognese ha volato alto. Indiscutibilmente.

Fonte: gazzetta.it