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Calcio

Skorupski para un rigore, Fabbian spreca il jolly: Bologna, l'esordio in Champions è da 0-0

Matteo Dalla Vite
Skorupski para un rigore, Fabbian spreca il jolly: Bologna, l'esordio in Champions è da 0-0N/A

Tre occasioni buttate, un rigore parato, produzione ma non finalizzazione: il primo Bologna di Champions è un condensato di occasioni gettate al vento e la sensazione che questo Shakhtar si potesse battere nonostante il passo falso iniziale. Perché dopo 2’ gli ucraini hanno avuto la possibilità di andare in vantaggio ma Skorupski è stato perfetto nell’agguantare il rigore di Sudakov. Da quel momento, pur senza brillare, il Bologna ha macinato situazioni ma quelle da gol (firmate Castro e Fabbian e Dallinga nel finale) sono rimaste solo nelle intenzioni e nelle mani di Riznyk. Prossima tappa per il Bologna, Anfield Road il 2 ottobre: servirà più freddezza, quantomeno.

Una giornata di pioggia che scende dalla notte prima, acqua incessante allo “start” ma Bologna ha risposto in maniera proporzionale all’attesa lunga sessant’anni: Dall’Ara praticamente esaurito (27.000 unità) con Italiano che sceglie i Cavalieri che fecero l’Impresa (quindi la vecchia guardia dello scorso anno), con Moro al posto di Aebischer e gli ucraini che si dispongono col 4-3-3, sistema nella cui mediana ci sono Sudakov e Bondarenko mentre la punta centrale è Sikan. Nel Bologna guida l’attacco Santiago Castro, vent’anni oggi e decisivo nell’ultima gara di campionato a Como quando con un assist e un gol ha riequilibrato una gara che ai rossoblù pareva assolutamente persa. L’inizio è subito un potenziale kappaò per il Bologna: Eguinaldo lanciato a rete, sono passati 1’40”, Posch lo atterra e rigore solare. Sudakov contro Skorupski: parata con pallone bloccato. Approccio shock e anche “stimolante” al tempo stesso. Al 14’, la reazione: azione in velocità sulla destra con cross finale di Fabbian, colpo di testa di Castro, out. Il Bologna ha uno spirito diverso (e ci mancherebbe…) rispetto al primo tempo dell’ultima gara di campionato: la Champions è il teatro nel quale non puoi fallire dal punto di vista motivazionale.

Lo Shakhtar dopo il rigore sbagliato fatica a salire anche per la pressione ragionata degli uomini di Italiano: pressione alta, magari rischiosa ma certamente fastidiosa per gli ucraini. Ndoye a sinistra fa ammonire Bondar, Fabbian vive fra trequarti e zona interna, gli ucraini stanno raccolti e compatti pronti a ripartire come nell’occasione del rigore e insomma il Bologna muore dalla voglia di fare ma lo Shakhtar resiste e riparte. Shakhtar che sostituisce Sikan, infortunato, con Newerton, mentre il Bologna ha un’altra occasione dentro l’area con Posch che però calcia fuori. Per gli ucraini esce anche Konoplia (dentro Tobias) mentre Italiano chiede pressione alta e il cielo continua a offrire pioggia incessante: al 44’ Orsolini vola via e stampa un tiro secco in diagonale da sinistra a destra, fuori anche questo. Per problemi di connessione-audio avvenuti ad inizio gara, l’arbitro amplia il primo tempo di 8’: Newerton va al tiro (alto), Lucumì sbroglia una situazione scabrosa in area-Bologna e insomma il finale del Lato A è segnatamente degli ucraini che cercano fiammate soprattutto e proprio col nuovo entrato Newerton e il tutto sotto registro di Sudakov, il 10 dello Shakthar che orchestra ogni idea. L’occasionissima arriva a un minuto dalla fine del tempo di recupero: Castro, servito in profondità da Ndoye, si vede parare il tiro da Riznyk. Scintille.

Nella ripresa c’è subito un’occasione per Fabbian: tiro molto moscio e “ciabattato”, parata sicura del n°1 ucraino. Al 7’, ancora Fabbian: ha la possibilità più bella e croccante per far saltare lo stadio di gioia, cross da destra, Moro fa da torre, l’ex interista è solissimo e, calciando di potenza, colpisce in pieno il petto di Riznyk. Occasionissima da disperarsi, e infatti il ragazzo che l’anno scorso ha segnato 5 gol si rammarica per il successivo minuto di gioco. Lo Shakhtar è in difficoltà e allora ecco che anche Castro ci riprova spostato a sinistra dopo una conclusione di Ndoye: parata ancora. Il Bologna maledice quella che Italiano, a Firenze, chiamava “Macumba del gol”: occasioni create ma pure sbagliate. E in Champions non si può. Il tecnico infila Iling jr, Dallinga, Pobega, Urbanski e Miranda: rispetto a Como, i cambi non girano il corso della gara e al Bologna – che negli ultimi dieci minuti riceve qualche spuntato contropiede – resta l’idea che il debutto in Champions sia stato buttato all’aria per le (almeno tre) occasioni sprecate. Ansia da debutto? Forse, ma di certo a Liverpool comincia una tappona terribile e fare tre punti in casa sarebbe stato un bel dolcetto iniziale.

Fonte: gazzetta.it