Chissà cosa avrebbe risposto Luciano Spalletti se ad agosto, quando sono stati decisi i gironi della UEFA Champions League, gli avessero detto che dopo le prime tre giornate della competizione si sarebbe ritrovato a punteggio pieno con il miglior attacco (13 gol) e soltanto due gol subiti dopo aver affrontato Liverpool, Rangers e Ajax.
Di sicuro, i tifosi del Napoli avrebbero dato del pazzo a chiunque avesse posto questa situazione. Già, perché ad agosto, in casa azzurra non si respirava un'aria del tutto positiva. Durante i ritiri di Dimaro e di Castel di Sangro diversi tifosi hanno criticato l'operato estivo della società: troppe cessioni, di giocatori importanti tra l'altro, e acquisti poco conosciuti.
Insomma, le prospettive non erano delle migliori, almeno dal punto di vista della maggior parte dei tifosi. La squadra, tuttavia, è sembrata unita sin da subito, guidata da un condottiero come Luciano Spalletti che ha avuto il merito di portare l'equilibrio giusto sia nei momenti positivi che negativi.
Entusiasmo alle stelle
In poche settimane, però, è cambiato tutto. Prima le vittorie in campionato che hanno subito fatto capire le qualità dei nuovi acquisti, da Kim a Kvaratskhelia, passando per Raspadori e Simeone. Tuttavia, la gara della svolta positiva, probabilmente, è stata proprio la prima gara di Champions League giocata al Diego Armando Maradona. Battere 4-1 il Liverpool non è una cosa che capita tutti i giorni e, soprattutto, non è una cosa che capita ma che si cerca e si vuole.
Getty
Così come il 6-1 alla Johan Cruijff Arena di ieri sera. Il percorso che ha portato il Napoli a questi storici risultati parte dall'estate e dal ridimensionamento fatto (dal punto di vista economico almeno), senza però abbassare le aspettative tecniche, anzi aumentandole addirittura.
Merito di De Laurentiis e Giuntoli che sono riusciti a dare a Luciano Spalletti una rosa ampia ed equilibrata. E l'allenatore toscano non ha perso una briciola di tempo per continuare l'ottimo lavoro fatto nella passata stagione.
Definizione di squadra e gruppo
L'allenatore azzurro ha dato fiducia ad Alex Meret che in molti a Napoli avrebbero preferito sostituire con Keylor Navas negli ultimi giorni di mercato. Il portiere friulano sta ripagando con affidabilità il ruolo che Spalletti gli ha affidato.
E se questa squadra subisce pochi gol, il merito è di una difesa collaudata che sembra giocare insieme da una vita. Dopo l'addio di Koulibaly nessuno avrebbe immaginato che Kim Min Jae avrebbe mantenuto alta l'asticella in quella zona di campo. In questo momento, poi, Giovanni Di Lorenzo sembra essere il trascinatore emotivo e mentale che Spalletti cercava ad inizio stagione, dopo gli addii dei giocatori più rappresentativi degli ultimi anni.
Ma il reparto migliore di questo inizio strepitoso del Napoli è sicuramente il centrocampo. Lobotka e Anguissa compongono una coppia formidale, complementare al massimo. Qualità e quantità, aggiunte alle caratteristiche offensive di Zielinski, partito fortissimo anche lui, forse consapevole delle maggiori responsabilità presenti sulle sue spalle.
Vogliamo parlare dell'attacco? Con Osimhen ai box per diverse settimane, Giacomo Raspadori non ha fatto altro che mandare in "confusione" Spalletti che ieri in conferenza stampa ha detto: "E quando torna Osimhen chi gioca?". Prestazioni di altissimo livello, sia con la maglia del Napoli che in nazionale, così come quelle di Kvaratskhelia che gli azzurri si godono partita dopo partita. Giovanni Simeone non ha perso nemmeno un'occasione che Spalletti gli ha concesso finora e Politano e Lozano si dividono nel miglior modo possibile la fascia destra.
L'allenatore del Napoli, d'altronde, non rinuncia a nessuno dei giocatori disponibili in rosa e questo sta portando benefici facilmente ritrovabili in campo.
Primo in campionato e a punteggio pieno in Champions League, una delle migliori squadre in questo momento in Italia e in Europa. Napoli e Spalletti si godono il momento e sognano in grande, consapevoli che qualcosa di bello si sta costruendo, proprio quando tutto sembrava ancora una volta sgretolarsi.