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Calcio

Spalletti e la rivoluzione azzurra: tre cambi in formazione per battere la Croazia

 Luigi Garlando
Spalletti e la rivoluzione azzurra: tre cambi in formazione per battere la CroaziaN/A

Oggi l’Italia sbarca a Lipsia, dove Napoleone subì una sconfitta decisiva per il suo tramonto storico. Non pensiamoci, calcisticamente continuiamo a essere noi i regnanti d‘Europa, anche se Gelsenkirchen sembrava Waterloo. Il generale Spalletti in questi giorni ha cercato di medicare le ferite e risollevare il morale della truppa in vista della prossima battaglia, contro la Croazia, decisiva per gli ottavi. Domani. Operazione psicologica non facile perché la travolgente vittoria della Spagna ha sfregiato profondamente l’autostima di una Nazionale in formazione che, in un anno di vita, non ha mai battuto un avversario di ranking superiore.

Nella hit Fifa ci precede anche la Croazia, tra l’altro. Gli azzurri hanno serrato le fila e si sono stretti attorno al loro generale. Assicurava ieri Lorenzo Pellegrini: "Siamo tutti al 200% con Spalletti". Quando c’è bisogno di specificarlo, non è mai un buon segno. Comunque, domani, alla Red Bull Arena di Lipsia, auguriamoci di vedere un’Italia carica di ottimismo e di rabbia buona da scaricare in campo per battere la Croazia. Ci basta anche un pareggio per passare, ma è meglio non pensarci. Sarà un’Italia diversa da quella di Gelsenkirchen. Per provare a rialzarla, Spalletti ha dovuto ritoccarla. 

La sostituzione di Dimarco è obbligata, purtroppo. Contro la Spagna, il terzino dell’Inter ha riportato una contusione al polpaccio destro. Ieri non si è allenato, solo palestra. Improbabile il recupero. Assenza dolorosa per la spinta, per la qualità tecnica in rifinitura e, soprattutto, per l’importanza nello scacchiere tattico di Spalletti. È lui che, sganciandosi, provoca lo slittamento della linea difensiva e l’impostazione a 3. Per caratteristiche tecniche e potenza di corsa, Cambiaso, che sa muoversi in campo con buon senso tattico, sarebbe il primo candidato alla sostituzione, ma lo juventino è entrato male contro la Spagna e non ha confermato i buoni test pre-Europeo. L’esperto Darmian, soldatino buono per ogni battaglia, offre più garanzie. La sua presenza ieri in conferenza stampa suonava come annuncio della titolarità. L’interista, in realtà, sembrava destinato a dare il cambio a Di Lorenzo, che ha visto le streghe contro il giovane Williams e ha mostrato una condizione psico-fisica preoccupante. Primo capro espiatorio di Gelsenkirchen, il terzino napoletano era annunciato in panchina a sistemarsi i sentimenti.

L’infortunio di Dimarco ha giocato a suo favore, nel senso che al c.t. non garbava l’idea di modificare due quarti di difesa. Di Lorenzo, al di là dello stato di forma, garantisce continuità ed esperienza. La Croazia non ha scattisti alla Williams da quelle parti, anche se orbita Kramaric, l’attaccante migliore. Ieri Di Lorenzo ha lavorato in linea con Bastoni e Calafiori, da titolare. Confermare un giocatore che tutti vorrebbero fuori rientra nell’orgogliosa psicologia del c.t. Spalletti non getta a mare tanto facilmente il capitano dello scudetto. Anche Napoleone faceva così con i suoi valorosi generali.  Ma la novità più gustosa dovrebbe riguardare il centrocampo: il volante passa a Nicolò Fagioli. Guida lui.

Doppio play, doppio Nicolò: Barella e Fagioli nel cuore dell’Italia. Travolto dalla marea spagnola, Jorginho, in costante affanno atletico, anche nei test pre-Europeo, dovrebbe tirare il fiato in panchina. Il centrocampo ha bisogno di recuperare dinamismo, reattività e velocità di pensiero. Lo juventino ha la qualità tecnica per rispondere a quella eccelsa di Kovacic, Modric e Brozovic che contano parecchie primavere e non salteranno addosso ai nostri portatori come hanno fatto gli spagnoli. Fagioli dovrebbe avere spazio e tempo per dirigere e creare al fianco di Barella. Lo juventino si alternerà in regia all’interista e gli coprirà le spalle quando si sgancerà per le sue missioni da incursore.

Nell’allenamento di ieri a Iserlohn i due hanno cominciato a sincronizzarsi giocando affiancati nella squadra in pettorina gialla. Fagioli dovrà far girar palla ad alta velocità, dettare la profondità per gli attaccanti e mordere in pressing per evitare che i tre giocolieri croati facciano sparire il pallone. Al di là di prove e sensazioni, resta in corsa il più solido Cristante. Il nostro tridente (Chiesa, Frattesi, Pellegrini) ha deluso in blocco contro la Spagna. Difficile però che Spalletti rinunci al carisma di Chiesa, a meno che sia affaticato. Idee a partita in corso: contro una difesa pesante, Raspadori sottopunta potrebbe fruttare e così pure la corsa fresca di Bellanova e lo spunto di Zaccagni.  Nelle prove di ieri, il centravanti dei gialli, servito dalla presunta mediana titolare, era Retegui che quindi vive una vigilia da favorito su Scamacca.

Siamo sbarcati in Germania sicuri di aver trovato quel centravanti indiscutibile che ci mancava dal 2012 (Balotelli) e invece, dopo due partite, siamo rinculati ai ballottaggi Belotti-Immobile. Scamacca (un gol in 18 partite azzurre) ha deluso con la Spagna per carenza di furore, concretezza e profondità. Retegui è più portato ad attaccare alle spalle della difesa e ha maggiore reattività nel breve, caratteristiche che i poderosi centrali croati potrebbero soffrire. Verosimile la staffetta tra i due. Uno punge, l’altro sfonda. Attaccheremo di forza e d’ingegno, come Napoleone.

Fonte: gazzetta.it