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Calcio

Spalletti: "Per quello che mi ha detto Acerbi, non è stato un episodio di razzismo"

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Spalletti: "Per quello che mi ha detto Acerbi, non è stato un episodio di razzismo"N/A
Il c.t. azzurro ha parlato in conferenza stampa della vicenda che ha animato Inter-Napoli
Luciano Spalletti in conferenza stampa si è espresso sulla vicenda Acerbi-Juan Jesus che ha animato la gara di ieri sera tra Inter e Napoli. Il c.t. ha anche motivato l'esclusione del difensore nerazzurro dall'elenco dei convocati per la tournée negli Usa.  "C'è un comunicato - ha iniziato Spalletti - e il mio pensiero è racchiuso lì. Non vorrei mai trovarmi in questa posizione qui però noi abbiamo la responsabilità di uno sport importante, per la nostra Nazionale. Dobbiamo per forza agire, mettendo a posto e chiarendo le cose. Per quello che mi ha detto Francesco, non è un episodio di razzismo quello che lui ha fatto. È chiaro che non vorrei trovarmi in questa situazione e difendere i calciatori per cose che gli vengono attribuite gratuitamente. Bisogna stare attenti ai nostri comportamenti, a tutto quello che diciamo e facciamo soprattutto quando facciamo parte della nazionale. È un dispiacere enorme andare a prendere decisioni per questi episodi, bisogna stare attenti. Anche quando denunciamo un episodio, bisogna stare attenti se lo abbiamo subito in maniera clamorosa come poi è venuto fuori". Sulle scelte fatte: "Immobile? Non prendo in giro nessuno - ha detto Spalletti -, so che è un calciatore importante per il suo club e per la nazionale. Ora vive un momento in cui non riesce a esprimere tutto il suo potenziale, ma devo considerare tutto e tutti. In questo momento ho scelto altri. Scamacca? E' stato un periodo senza giocare, quando l'ho portato non mi è sembrato che abbia mostrato il meglio di se stesso". Più in generale: "Quando si veste la maglia della nazionale, bisogna dimostrare di essere sempre pronti. Devo essere sicuro che si riesca a dare il contributo giusto. Il nostro livello richiede questo. A me Retegui sembra più in condizione e che Raspadori possa fare il doppio ruolo che gli viene richiesto. Voglio inoltre vedere Lucca da vicino, e di che pasta è fatto. Avere uno così alto, forte di testa, avere la possibilità di beneficiare di qualità così in pochi minuti a volte serve, mi è capitato di farlo con i difensori centrali. E' giovane, ha buone qualità e così voglio andare a vederlo ed è rimasto fuori Scamacca. Sempre ci sarà qualcuno di nuovo che andremo a valutare e qualcun altro resterà a casa. Per chi lascio a casa non è una bocciatura". "Chiesa come Sinner? E' per me un calciatore forte, ha qualità offensive, salta l'uomo, sa fare gol, e ha il carattere forte di essere convinto delle sue qualità. Poi deve sapersi adattare se nella sua squadra gioca un po' più dentro e io lo faccio giocare un po' più fuori. Lui ogni tanto passa attraverso muri invalicabili, è un calciatore forte su cui puntare". E sulla chiamata di Bellanova:  "Nessuno si deve sentire blindato per la nostra nazionale. E' scontato e necessario che ci siano figure nuove che possano venire fuori, per dare sorprese. E io devo essere pronto. Poi si vedrà se nel nostro contesto riesce a trovare lo stesso comfort della sua squadra. Dobbiamo essere aperti. Non si possono fare adesso delle esclusioni in vista di giugno. C'è sempre uno spazio disponibile per chiunque si voglia inserire. Nella Nazionale niente è blindato", ha aggiunto. "Daniele De Rossi è stato bravissimo, ho colto da lui tantissime cose in questo periodo. In alcuni momenti in panchina mi sembra un po' Carletto Mazzone, quando esprime questo suo essere calciatore e questa sua sapienza ad essere allenatore", ha detto Spalletti: "Ha fatto un lavoro eccezionale per riuscire a dare una nuova mentalità in così poco tempo. Che continui così, a Daniele voglio molto bene, che continui così. Gli auguro il meglio possibile". "Si ritiene giusto che dei professionisti non dormano la notte per non esprimere se stessi? Sono in quelle 22 ore che si fa vedere di che livello siamo, non solo le due ore in campo", è tornato Spalletti su un argomento a lui caro: "Poi non mi interessa se giocano o no alla playstation, a me interessa che ad una cert'ora si vada a dormire. Quanto si vuole stare a giocare? Altrimenti questa cosa diventa una dipendenza. E' una cosa normale. Ho la certezza che si dorme poco e ci metto mano. Se vai a disturbare quella che è la tua professione, ci entro dentro e non mi sta bene. Non li lego i calciatori con un contratto, se uno vuole sputtanarsi il tempo così, non viene in Nazionale e sta a casa".