Diceva Marko Arnautovic che all’Inter ha ancora molto da fare: era giugno, lui preparava l’Europeo con la sua Austria e viveva un’estate a due facce. Uomo gol e capitano nella sua nazionale, alternativa poco convincente alla ThuLa (7 reti in 35 presenze) e giocatore in bilico nel club dove era tornato a 14 anni dalla prima volta. Quattro mesi e una manciata di presenze dopo, i pianeti sembrano essersi allineati. Perché oggi Arnautovic è una risorsa dell’Inter, e il gol che l’altra sera ha messo al sicuro il risultato con la Stella Rossa, prima dell’abbuffata finale, è lì a confermarlo. Se Inzaghi può calare il suo poker di assi in attacco - tutti e quattro a segno tra campionato e Champions, tutti compatibili e interscambiabili come da piani di inizio stagione - è anche grazie a Marko, sorpassato da Taremi nelle gerarchie ma rivitalizzato dalla concorrenza. La terza vita in nerazzurro può cominciare da qui. E da quella porta sotto la curva, dove Arnautovic aveva segnato l’ultima rete del 2023-24 a San Siro, nell’andata degli ottavi di Champions contro l’Atletico: più del gol, nella mente dei tifosi erano rimasti impressi gli errori sotto porta dell’austriaco. Anche per questo, forse, qualcuno l’altra sera mugugnava ancora. Marko ha tirato dritto per la sua strada, segnando subito ma in fuorigioco e poi apparecchiando una gran palla per Mkhitaryan, prima di raccogliere l’assist di Taremi e correre a fare festa proprio sotto la Nord. Il cerchio si è chiuso, ma c’è di più. Perché alla prima occasione da titolare, Arna è sembrato un altro, nello spirito prima di tutto: non più ciondolante ma generoso e disposto al sacrificio (una rincorsa da 60 metri ha esaltato i 56mila del Meazza). Inzaghi ha apprezzato, ricordando di essere stato il suo primo sponsor - "l’ho voluto qui" -, e i compagni pure: da Thuram a Calha, tutti a complimentarsi con Marko sui social. Stima vera, perché l’austriaco nello spogliatoio è ben voluto da tutti ed è stato prezioso per cementare il gruppo della stella, tra un infortunio e una prestazione un po’ così. Ora che le gambe reggono e la mira c’è, Arna lo può dire con orgoglio: sì, all’Inter ha ancora molto da fare.
Fonte: Gazzetta.it