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Calcio

Sua Maestà e il calcio: la Regina Elisabetta tra West Ham, baronetti e messaggi d'orgoglio

Maurizio Perriello
Sua Maestà e il calcio: la Regina Elisabetta tra West Ham, baronetti e messaggi d'orgoglioGetty

Il Novecento è il secolo del calcio e di Elisabetta II d’Inghilterra. Il mondo ha dovuto dire addio alla Regina dei record: la più longeva della storia britannica e globale, seconda soltanto a un celeberrimo monarca come Luigi XIV, il Re Sole. Una Regina come nessun’altra, decisamente, che con lo sport più inglese che ci sia ha avuto un rapporto stretto e duraturo. Bagnato da un incontro che zampilla simbolismi cronologici: non appare affatto un caso che il primo incontro pubblico tra la sovrana e il football sia avvenuto nel 1953, l’anno della sua incoronazione.

Un incontro che ha fatto la Storia, in ogni accezione possibile. Visto che in quell’anno vinse l’edizione 72 della FA Cup quello che è considerato in sordina il miglior calciatore inglese di tutti i tempi e primo Pallone d’Oro della storia: Stanley Matthews. A 38 anni suonati, il campione del Blackpool trascina alla vittoria i suoi contro il Bolton, con una Regina che tradisce il suo genetico aplomb con sorrisi e bocche spalancate a ogni gol che ha incorniciato un 4-3 da antologia.

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Il West Ham e i baronetti

Tifosissima del West Ham fin dagli Anni Sessanta, da convinta protettrice apolitica della par condicio, tradiva un debole anche per l’Arsenal. In barba alle rivalità della Londra del football. Il suo rapporto col calcio è testimoniato anche dal conferimento del titolo di “baronetto” a diversi giocatori che hanno fatto la storia dello sport.

I primi nomi che vengono in mente sono ovviamente Sir (per l’appunto) Alex Ferguson e David Beckham, anche se l’orgoglio italiano non può che far battere i nostri cuori per Gianfranco Zola, insignito del titolo di Member of the British Empire, l'onorificenza che la Regina Elisabetta assegna ai più meritevoli cittadini del Regno Unito e, più raramente, anche agli stranieri. L’ex attaccante del Chelsea è rimasto anche nei cuori degli inglesi, che lo hanno ribattezzato “magic box” (“scatola magica”), un po’ per l’altezza non titanica un po’ per la fantasia che metteva in campo. Con la monarca sua prima estimatrice.

Ma la lista è davvero lunga, troppo lunga. Non si possono non citare infine autentici dei dell’Olimpo del pallone come Robert “Bobby” Charlton, Pallone d'Oro 1966, e Kevin Keegan, doppio Pallone d’Oro 1978 e 1979.

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Rivali in famiglia

La Regina Elisabetta era circondata da “rivali” calcistici in casa, in seno alla sua stessa famiglia. Ognuno nella grande Casa Reale di Windsor tifa club diversi. Si narra perfino di contrasti - sempre col consueto contegno tutto inglese - tra consanguinei su vittorie, sconfitte, errori arbitrali e sfortune di calciatori.

Il figlio, il Principe Carlo, ha il cuore che batte per il Burnley. Un amore quasi segreto, scoperto “in ritardo” persino dallo stesso club, che appena saputo omaggiò Vostra Grazia con un abbonamento VIP. Il Principe William, primogenito di Carlo e Diana, è invece un supporter dell'Aston Villa, da quando - si dice - è stato portato da bambino a Villa Park. È stato insomma amore a prima vista. E il Principe Harry? Non è chiarissimo: certo è che nel 2018 non volle assolutamente perdersi la finale di FA Cup tra Manchester United e Chelsea (terminata 0-1).

La consegna della Coppa del Mondo 1966 e il messaggio per Euro 2020

Per sua stessa ammissione, Elisabetta II ha annoverato tra le più grandi emozioni della sua vita la premiazione della Nazionale inglese, vittoriosa nel Mondiale del 1966. La Coppa tra le sue mani passò tra quelle di un’intera nazione e di Bobby Moore, capitano di una squadra di campioni ineguagliati. La dolcezza di quel ricordo è stata rispolverata anche in occasione della Finale degli Europei del 2020, in cui l’Inghilterra allenata da Southgate si scontrò (e perse, come ben sappiamo) contro l’Italia.

"Cinquantacinque anni fa ho avuto la fortuna di consegnare la Coppa del Mondo a Bobby Moore e ho visto cosa ha significato per i giocatori, lo staff tecnico e il personale raggiungere e vincere la finale del più grande torneo internazionale di calcio”, scrisse due anni fa la monarca. "Voglio inviare le mie congratulazioni e quelle della mia famiglia a tutti voi per aver raggiunto la finale del campionato europeo. Vi mando i miei auguri per domani nella speranza che la storia registri non solo il vostro trionfo, ma anche lo spirito, l'impegno e l'orgoglio con cui vi siete comportati”.

L’orgoglio per la Nazionale femminile

Che Elisabetta II fosse oltre il tempo e il comune sentire lo ha dimostrato lungo tutto i suoi oltre 70 anni di regno. Oltre l’etichetta, oltre i possibili arricciamenti di naso di nobili e conservatori nel Paese più autenticamente conservatore del globo. E lo è stata una volta in più in questa pazza, caldissima estate quando, un anno dopo la finale sfumata contro l’Italia, la Nazionale femminile di calcio dell’Inghilterra ha vinto il campionato europeo.

Un risultato storico, con un endorsement ultra storico. Insieme alla coppa sono arrivati anche i complimenti della Regina: “Il vostro successo va al di là del trofeo che avete conquistato con merito. Voi d’ora in poi sarete prese a modello, e un esempio per le donne di oggi e delle future generazioni”.