Più che uno scatto d’orgoglio (c’è stato anche quello) il passo indietro di Wojciech Szczesny sul ritiro è dovuto a un vecchio sogno che si è sbloccato improvvisamente. La chiamata del Barcellona era davvero fra le poche cose in grado di farlo ragionare sulla possibilità di tornare in campo: nel giro di qualche minuto dopo la chiamata del club blaugrana, Tek aveva già deciso. Freddo, distaccato, autentico. L’ex portiere della Juve non è un passionale che travolge le folle, ma un leader silenzioso che alleggerisce l’ambiente e diventa facilmente un porto sicuro nelle difficoltà. Nel momento di necessità per sopperire all’infortunio di Ter Stegen, il Barcellona ha così pensato al polacco: lui, che al Barcellona avrebbe voluto giocare da sempre e ci aveva perso ogni speranza una volta deciso di chiudere la carriera nel calcio giocato, ha alzato fin da subito l’adrenalina per rimettersi in moto. Per un solo anno? Sì, almeno per adesso. Perché stavolta non vuole porsi dei limiti. L’accordo che lega Szczesny al club catalano è fino al prossimo 30 giugno, ma chissà che l’avventura possa proseguire ancora per un altro anno, con o senza opzione. Nei suoi piani iniziali, Szczesny avrebbe voluto chiudere la carriera col Mondiale per Club in maglia bianconera. La Juve però aveva altri programmi per il nuovo ciclo, tant’è che ha preso Di Gregorio (più abile con i piedi e per questo funzionale al gioco di Thiago Motta) e ha spinto lui a un accordo d’uscita per abbassare drasticamente il monte ingaggi. Il portiere, che aveva in tasca l’ultimo anno di contratto a 7 milioni e mezzo netti (circa 13 lordi), ha concordato una buonuscita da 4 milioni netti: ma con una clausola che prevedeva di defalcare un’ipotetica somma che sarebbe potuta arrivare da un altro accordo eventuale. Da qui matura il nuovo risparmio per il club bianconero, che non pagherà più i 2 milioni netti (circa 4 lordi) che erano stati messi in preventivo per la seconda trance dell’anno prossimo, dopo aver pagato l’altra metà della somma (2 milioni e mezzo netti, più di 4 lordi) al momento dell’accordo. L’estremo difensore torna in campo ma non sarà protagonista comunque al Mondiale per club, forse la competizione che più lo spingeva a continuare a giocare fino all’estate prossima: Szczesny è stato il più presente della Juve durante le cinque stagioni che hanno dato accesso alla competizione iridata. Ma, anche se il Barcellona non salirà su quel palcoscenico l’estate prossima (dalla Spagna arriveranno Real Madrid e Atletico), gli stimoli alternativi nell’indossare i colori blaugrana non mancano di certo. Tek in questi ultimi settimane si era forzato a immaginarsi un ex calciatore ma non era ancora entrato in quell’ottica: lui stesso lo aveva ammesso qualche giorno fa a margine del saluto al popolo bianconero all’Allianz Stadium, prima di Juve-Napoli. Dopo aver trascorso l’estate a Marbella, in Spagna, dove ha deciso di continuare a vivere con la sua famiglia, Szczesny in estate aveva pure ripreso ad allenarsi: la Juventus, infatti, nell’attesa di definire il suo futuro, lo aveva messo nelle condizioni di non star fermo mandando in spedizione un preparatore del club. Dal momento dell’accordo per la risoluzione del contratto con la Juve (27 agosto) alla chiamata del Barcellona, non è passato neanche un mese: forse non ci sperava neanche lui, ma - ha detto - “sarebbe irrispettoso non prendere in considerazione il Barcellona”. Dunque, l’ipotesi di tornare in campo con la squadra che aveva desiderato per molto tempo durante la sua carriera si è trasformata presto in un’opportunità da cogliere al volo, senza pensarci troppo. Anche perché, in tempi non sospetti, nel pieno della sua maturità calcistica, Szczesny vedeva già un finale di carriera in Spagna, anche per logiche legate alla propria sfera personale. La sua famiglia ora resterà a Marbella, il suo trasferimento a Barcellona non sarà traumatico per nessuno. Mentre continuerà a giocare per un top club che è in piena corsa anche nella nuova Champions League: ecco, nei giorni di riflessione, in estate, aveva valutato di smettere proprio per non andare sotto quel livello che in questi anni lo ha reso un giocatore di respiro europeo. E se è vero che già l’anno scorso il polacco aveva rinunciato alle coppe per rimanere alla Juve, l’idea di andare in un club con l’obiettivo della salvezza (le ipotesi in Serie A non mancavano) non lo stuzzicava. La chiamata del Barcellona è stata come un fulmine a ciel sereno: le emozione hanno cominciato a piovere da subito e il “sì” in poche ore non ha sorpreso nessuno.
Fonte: Gazzetta.it