Il monitoraggio è quasi orwelliano. Del resto, è questione di sigle: da 1984 a RPE .“Rating of Perceived Exertion”. In italiano, la valutazione dello sforzo fisico percepito. I preparatori dell’Inter sanno tutto di tutti, e provare a fare i furbi serve a poco: tanto lo scoprono. I nerazzurri stanno portando avanti una preparazione diversa rispetto a quella degli ultimi anni. Merito di una stagione che li vedrà impegnati anche alla fine del campionato. Il nuovo format del Mondiale per club, in programma negli Stati Uniti, inizierà il 15 giugno e durerà un mese. A differenza degli altri anni si giocherà in estate. Se l’Inter dovesse arrivare in fondo a tutte le competizioni, disputerebbe 69 partite. Il minimo garantito, comunque, è 51. Tante. Quindi il precampionato sarà gestito in modo diverso. L’RPE è un modo per monitorare gli sforzi di ogni giocatore. Capire chi gestisce meglio la fatica e chi soffre un po’ di più, adeguandosi così di conseguenza con le ripetizioni. Per intenderci: la valutazione dello sforzo percepito è misurata attraverso una scala che va da 0 a 10. A mano a mano che si sale, il livello di fatica cresce. Dieci è il massimo. Nel mezzo ci sono una serie di valori su cui è giusto attestarsi. I giocatori vengono monitorati in base a questo e poi gestiti di conseguenza.
AI nazionali è stata data una tabella fitta di esercizi per rientrare alla base già rodati. I primi a rimettere piede ad Appiano saranno gli azzurri: Bastoni, Darmian, Dimarco, Barella e Frattesi. I test di questi primi giorni di raduno hanno dato il verdetto: tra i migliori ci sono Joaquin Correa, destinato comunque a lasciare l’Inter, il nuovo arrivato Mehdi Taremi e il solito Henrikh Mkhitaryan, uno dei più performanti. L’armeno, tra l’altro, è stato il primo a varcare i cancelli del centro sportivo. Si è palesato ad Appiano con l’entusiasmo e gli occhi agguerriti di chi sta per affrontare la ventesima stagione da professionista. Dorme nel centro sportivo insieme a Inzaghi, allo staff e a gran parte dei giocatori. A gennaio toccherà i 36 anni, ma a livello fisico guida il gruppo come se ne avesse ancora 25. Si giocherà il posto con Zielinski, un altro che non conosce la panchina.
Altro capitolo importante. La preparazione toccherà soprattutto le riserve. Durante l’anno lo staff di Inzaghi, con Fabio Ripert e Claudio Spicciariello, si dedicherà anche a chi giocherà di meno per ridurre i carichi di lavoro dei titolari e tenere tutti in forma. Al momento il programma verte su due doppie sedute e una di scarico. Prima di sfidare il Genoa al debutto in A, l’Inter sfiderà Las Palmas, Pisa, Al-Ittihad e Chelsea. L'ultimo test in programma a Londra l'11 agosto. Inzaghi e il suo staff si radunano ad Appiano e programmano gli allenamenti fino a tarda sera. Intorno a mezzanotte sono ancora seduti a un tavolo a parlare di schemi e ripetute. Con alcuni di loro c’è un rapporto stretto che dura fin dal primo ritiro a Rivisondoli con gli Allievi della Lazio, nel 2010. A quei tempi, c’era un rito: finire una bottiglia di vino rosso prima di andare a dormire. Scaramanzia. Il tempo ha ingrigito i capelli, ma non ha intaccato le tradizioni.
Fonte: Gazzetta.it