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Serie A Enilive

Tommaso Turci: "La mia Top 5 da bordocampo del 2021"

Tommaso Turci: "La mia Top 5 da bordocampo del 2021"DAZN
I momenti più emozionanti vissuti da bordocampo nel 2021, quelli che ti restano dentro per sempre perché "inspiegabilmente indimenticabili"

Piccola premessa prima di cominciare: non sono le cinque partite più belle dell’anno, e nemmeno le più divertenti, ma quelle che da bordo campo mi sono rimaste dentro.

Inter-Atalanta 2-2 (25/09)

È la sesta di campionato e San Siro è stracolmo di passione. In questa stagione Inter e Atalanta sono le due squadre che giocano il miglior calcio d’Italia, lo si percepisce prima di tutto dal ritmo della gara.

Barella è una trottola, Malinovskyi ha il “bazooka” sul mancino e Lautaro segna un gol da stropicciarsi gli occhi. Passa in vantaggio la squadra di Inzaghi, la ribalta quella del Gasp. Poi Dzeko mette dentro il 2-2 che regala un finale entusiasmante.

Tutti provano a vincere, nessuno si accontenta. Piccoli segna, ma il VAR dice che la palla è uscita, Dimarco si presenta dal dischetto con personalità, ma il suo sinistro si stampa sulla taversa: “Perchè l’ha calciato lì? - mi chiede incredulo Pessina in zona interviste mentre riguarda il tiro dell’ex compagno ai tempi di Verona - Lui di solito incrocia sempre...”. Partita troppo spettacolare per spostare l’equilibrio. Pareggio giusto, si dice così?

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Spezia-Milan 2-0 (13/02)

Se la curva Ferrovia fosse stata piena di tifosi, la corsa di Giulio Maggiore dopo il gol del vantaggio contro il Milan sarebbe stata l’immagine da portarsi dentro, quella da raccontare ai nipotini fra trent’anni. E allora quando ci si troverà al Bar Stadio del Picco, per bere un Caffè Borghetti con il compagno di trasferte, la conversazione inizierà più o meno così: “Ricordi quella volta che due spezzini hanno fatto il primo gol in Serie A contro la capolista?”.

Saponara si muove come Zizou, Agudelo ha le sembianze di un fuoriclasse, Estevez ha deliri di onnipotenza tecnica. I bianchi diventano “Blancos”, lo Spezia “galactico”, e Simone Bastoni Roberto Carlos. Non c’è mai partita, finisce 2-0. Una foto per immortalare il momento e un selfie da postare sui social. Spezia-Milan sarà la partita che i tifosi aquilotti non dimenticheranno, quella che ha invertito i valori sul campo.

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Napoli-Lazio 4-0 (28/11)

Piove. Piove veramente forte a Napoli. È come se la città fosse arrabbiata di doverlo salutare ancora una volta. La notte in cui si celebra Diego Armando Maradona, Lui è davvero dappertutto. Presente in chi non è mai uscito dalla città e in chi ha fatto migliaia di chilometri per venire ad omaggiarlo.

Allo stadio ci sono anziani e bambini, la mistica è ovunque: nel sinistro di Zielinski, nel gol al decimo minuto di Mertens. Proprio quel “Ciro” - il piu’ amato tra i mortali - che questa notte sembra sfiorato dalla divina provvidenza: una finta per mettere a sedere il difensore e un destro dal limite dell’area sotto l’incrocio dei pali. Quando la palla finisce in rete il Maradona trema, vibra forte, e io sento ballare le caviglie. La partita si chiude in fretta: 3-0 al termine del primo tempo. Il resto è un panegirico al più grande di tutti.

Scatto una Polaroid alla Sua statua e la regalo al migliore in campo: “Dries, ora devi firmarla!”. È un’istantanea carica di significato, un regalo per Tommaso Starace, il suo magazziniere del cuore.

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Milan-Inter 0-3 (21/02)

A San Siro manca il pubblico, ma possiamo immaginare come sarebbe stato accompagnato Romelu Lukaku nella sua fuga verso il 3-0 che schianta Donnarumma. “I’m the fucking best!”, urla il belga, indicandosi il petto vicino alla bandierina.

È il derby piu atteso degli ultimi 10 anni, a partire dal murales di Zlatan e Big Rom dipinto davanti al Meazza a inizio settimana, fino ad arrivare alle grida di gioia della panchina interista al triplice fischio di Doveri. Perchè Milan-Inter è stata la partita che ha indirizzato definitivamente i nerazzurri verso lo Scudetto. Una vittoria netta, un dominio che parte al quinto minuto quando Lautaro spiana la strada, e si chiude con le 3 super parate di Handanovic nel giro di 53 secondi a inizio ripresa. È l’Inter di Antonio Conte, come non l’avevamo ancora vista: cattiva, spietata e vincente.

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Cagliari-Parma 4-3 (17/04)

L’ultima affronta la penultima. Chi perde è psicologicamente retrocesso, il pareggio manda tutti in Serie B. Fino ai minuti di recupero Cagliari-Parma è semplicemente divertente: ricca di gol e pure di errori, ma mai avrei pensato che sarebbe stata così travolgente da togliere il respiro.

L’ultima possibilità per rilanciarsi in campionato sta evaporando: il Parma vince 3-2 e ha appena cacciato via un paio di buone occasioni per chiudere la partita. Novantunesimo: Gaston Pereiro raccoglie il pallone dal limite dell’area, lo sistema sul mancino e segna un gol alla Recoba, l’idolo d’infanzia che ha tatuato sul braccio: 3-3. D’istinto Radja e compagni corrono verso la loro metà campo, il pareggio non basta! Ricordo i giocatori del Cagliari boccheggiare, le smorfie di fatica per provare a vincerla, gli spazi lasciati dietro rischiando di prendere il quarto gol.

Ultima palla della partita: Vicario para su Mihaila e riparte. Le squadre sono spezzate in due: Nainggolan è già dai 30 metri, allarga ancora per Pereiro che questa volta va sul piede difettoso. Cross perfetto per Cerri che sovrasta Busi e di testa segna il gol del 4-3. È come se ci fossero i tifosi, i giocatori e lo staff tecnico in panchina entrano in campo. Sento un brivido partire dalle gambe e arrivare alla cervicale. È finita!

In campo intervisto Pavoletti, euforico, incredulo, in lacrime: “Mi sono sentito nel baratro, non ho mai vissuto niente di simile!”. Anche Kurtic piange mentre Joao Pedro prova a consolarlo. Come spesso accade nello sport, è successo tutto in pochi istanti, con brutalità e senza un apparente motivo. In CagliariParma, scritto tutto attaccato, è successo qualcosa di inspiegabilmente indimenticabile. Un’ode al calcio.

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