Il campionato ha una nuova capolista solitaria, il Torino, che resterà al primo posto a meno che il Napoli stasera non batta la Juve in trasferta oppure l'Udinese domani non vinca a Roma contro i giallorossi. Le altre squadre di vertice - la stessa formazione di Motta e l'Inter - al massimo potranno raggiungere i granata, non scavalcarli. L'avventura di Vanoli è cominciata nel modo migliore. Il primato del Torino premia una delle squadre più belle di questo inizio di stagione, oltre che quella finora più efficace (lo dice la classifica). E diventa una specie di emblema di quanto possa essere importante, nel calcio moderno, saper cambiare. Con logica e conoscenze, senza paura. In estate i granata hanno ceduto due calciatori collaudati, Buongiorno e Bellanova, i quali hanno deciso che fosse arrivato il momento di percorrere strade differenti, scegliendo Napoli e Bergamo. Il club granata li ha sostituti con giocatori meno noti al nostro pubblico, ma decisamente pronti per tuffarsi in un campionato difficile come la Serie A: nelle prime giornate hanno brillato Coco e Adams, ieri a Verona (con i veneti in dieci per l'espulsione di Dawidowicz) si sono resi utili anche Maripan e Sosa.
Oltre a Walukiewicz, che è in Italia da quando era un ragazzino e sembra avvicinarsi alla maturazione definitiva. Azzeccata anche la scelta dell'allenatore: Juric, chiamato ora a rilanciare la Roma, è stato sostituito da Vanoli, e i primi segnali, quelli arrivati in queste prime cinque giornate, sono davvero incoraggianti. Il Torino gioca un calcio piacevole, meno aggressivo ma più brillante e fluido, e questo esalta gli uomini di qualità. A cominciare da Ilic e Ricci, che ieri ha fatto (di nuovo bene) quello che gli ha chiesto Spalletti in Nazionale, ovvero il regista. Sono due ragazzi in crescita costante, belli da vedere in campo. Eppure Vanoli fino alla veneranda età di 52 anni non aveva mai allenato in A: chi ha visto in lui le doti del tecnico importante, osservando il suo Venezia promosso dalla B nella scorsa stagione, non ha sbagliato. E pensare che il calendario del Torino capolista è stato finora impegnativo: tre trasferte e due gare in casa, e avversarie quotate come Milan e Atalanta affrontate nelle prime due giornate. Sono arrivati tre successi e due pareggi.
Dicevamo di Juve e Napoli, che oggi possono raggiungere (i bianconeri) oppure superare (gli azzurri) il Torino. L'incontro tra Motta e Conte è da brividi, perché dietro si porta un bel carico di situazioni speciali e calde: il ritorno di Antonio a Torino, dove continua a essere soprattutto e comprensibilmente amato; la necessità della Juve di confermarsi contro un'avversaria così autorevole dopo il bel debutto in Champions; la voglia del Napoli di rimanere ai vertici per dimostrare (anche a se stesso) che la scorsa stagione è davvero cancellata. È evidente che da questa partita non giungeranno risposte definitive - ci mancherebbe, siamo appena alla quinta giornata - ma si potranno avere nuove indicazioni sulla crescita di due squadre rivoluzionate negli uomini e nella filosofia. Chi vola? E chi frena?
Fonte: Gazzetta.it