Nessun ripensamento. Casomai una puntualizzazione, non di certo una retromarcia. Dopo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, Francesco Totti è tornato a parlare di temi che continuano a tenere banco e a far discutere la piazza giallorossa. In primis Paulo Dybala e la possibilità – se dipendesse dallo storico numero 10 romanista - di continuare a puntare sul fuoriclasse argentino anche in futuro ("Se fossi un dirigente della Roma penserei bene a confermare un top player che gioca 15 partite all’anno", aveva sentenziato lunedì scorso): “Non sono un dirigente della Roma, dell’Inter o della Juve. Io sono un tifoso di calcio, della Roma in questo caso. Posso dire quello che voglio, quello che penso dico – spiega Totti a SportMediaset - Ho esternato questa cosa non contro Dybala, l’ho sempre difeso e per me è il giocatore più forte tecnicamente della squadra. Quando manca si sente. Mi hanno fatto una domanda: se fossi un dirigente. E io ho detto ci penserei, perché se ti gioca il 50% delle partite in due anni ci penserei. Poi se vogliono ingigantire le cose ben venga. Non ho nulla contro Dybala, sono stato il primo ad averlo voluto portare a Roma”.
Francesco, che nei giorni scorsi aveva chiuso alla possibilità di un ritorno a Trigoria (seppur con toni scherzosi), puntualizza anche su una possibile seconda vita in giallorosso: “Se mi vedo di nuovo nella Roma? Con questa dirigenza no, se loro avessero voluto cercarmi mi avrebbero trovato. Se poi un giorno arriverà ben venga, non direi mai di no alla Roma. Se ci sarà il momento giusto tornerò. Porta aperta? Non dipende da me, inutile chiedermelo sempre”. I toni cambiano invece quando si parla dell’impronta e del cambio di marcia che De Rossi è riuscito a imprimere sulla squadra nel giro di soli due mesi: “Non me lo aspettavo, ma lo speravo. De Rossi è una persona seria e premurosa. Quello che sta facendo è davvero grandioso e mi auguro possa farlo ancora a lungo”. Ma gli elogi non sono solo per l’attuale tecnico giallorosso. Totti infatti non dimentica il lavoro svolto nella Capitale da José Mourinho: “Parlerò sempre bene di lui, insieme ad Ancelotti è quello che ha vinto più trofei e uno dei più grandi di sempre. Bisogna solo ringraziarlo per quello che ci ha dato, per le due finali. Grazie Mou per aver allenato la Roma”. Una carezza anche per “l’ex nemico” Luciano Spalletti in vista dell’Europeo: “Conosco il mister e so che voglia ha e che spirito può trasmettere ai giocatori. Si può arrivare fino alla fine e lui proverà a fare una grandissima figura. Chiama tanti talenti, non ce ne è uno in particolare che posso citare. La forza di Spalletti è il gruppo, ti dà sempre una impronta”. Una ricetta, spesso vincente, che in pochi conoscono meglio di Francesco.
Fonte: Gazzetta.it