Sino a qualche mese fa pareva normale. La Juventus che vinceva con un gol di Federico Gatti. Un’anomalia diventata abitudine nel girone d’andata. Poi la magia si era persa. Che un difensore non segni è la normalità, meno che la Signora inanelli una serie di nove partite con appena una vittoria, quella all’ultimo secondo con il Frosinone. Con la Viola le cose si sono finalmente rimesse a posto. La Juve ha battuto la Fiorentina, incamerando tre punti che riportano il sereno in ottica qualificazione alla prossima Champions. E Gatti è tornato al gol, alla sua maniera, in mischia su corner. Di cuore, volontà e… un pizzico di opportunismo, prendendosi la vetrina al posto di Vlahovic.
"Ma Dusan ha una grande mentalità, segnerà in partite ancora più importanti", scherza il goleador della serata. Che poi si fa serio: "Arrivavamo da due mesi difficili, è una vittoria importantissima, perché insieme a quella di martedì con la Lazio ci dà morale per i due mesi finali di stagione in cui ci giochiamo tutto". Gatti è arrivato così a quota 4 reti in campionato. Tra i professionisti, ha fatto meglio solo nell’annata con il Frosinone in Serie B (5) che gli è valsa non a caso la chiamata della Juve. Anche se il vizio del gol arriva da lontano. Dai tempi del Pavarolo, prima negli Juniores (addirittura 13 centri in 18 partite) e poi in Eccellenza (8 in 31), quando Federico ancora si divertiva a giocare da “10”. Pare passata un’eternità, ma si parla solamente di qualche anno fa. La parabola rapida e imprevedibile che ha portato Gatti non solo in bianconero, ma pure in Nazionale, ha contribuito a renderlo uno dei simboli della Juve un po’ “operaia” che a inizio stagione vinceva più di spada che di fioretto. Con il difensore a firmare i successi di misura contro Monza e Napoli e a rompere l’equilibrio nel derby col Torino.
Max Allegri, però, avrà soprattutto apprezzato la seconda gara consecutiva, contando l’andata della semifinale di Coppa Italia vinta 2-0, senza reti al passivo. Anche questo un punto di forza della Juve che contendeva sino a febbraio la vetta all’Inter, prima di sciogliersi tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. La difesa ha concesso poco alla Viola, nonostante un secondo tempo di grande sofferenza. Ma anche in attacco si è presa il ruolo di protagonista. La zampata di Gatti che decide la gara al 21’ nasce, infatti, dal precedente palo colto di testa da Bremer. "L’abbiamo provato stamattina come schema - ci ride su Federico -. A parte gli scherzi, ci vuole fortuna a volte". I due, poi, insieme a Danilo hanno contribuito a mantenere il vantaggio, sigillato dalla grandissima parata di Szczesny su Nico Gonzalez. Questione di mentalità. "Ma tutta la squadra ha avuto lo stesso spirito di martedì, lottando centimetro dopo centimetro, a cominciare da Vlahovic e Chiesa". Che, però, non hanno segnato come Gatti.
Fonte: gazzetta.it